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30 Dicembre 2024 - 22:26
Dopo l’elenco delle 12 cose belle successe nelle Valli di Lanzo, ricordiamo adesso alcune questioni che hanno fatto parlare molto durante questo 2024. Come nell’ultimo articolo, ripercorriamo tutti i mesi dell’anno.
L’anno è iniziato con una notizia che ha coinvolto anche la politica nazionale. Il 19 gennaio a Venaria, per l’inaugurazione della nuova linea ferroviaria, Torino-Ceres, il treno ha fatto una sorta di “giro di prova” con sindaci e istituzioni a bordo. C’era anche il Ministro Salvini. All’arrivo a Venaria il leader della Lega è stato accolto da una folla di bambini che, con tanto di bandiera tricolore, hanno intonato il suo nome: “Salvini, Salvini…”. L’evento ha fatto discutere molto: “Scene da ventennio”, hanno attaccato alcuni esponenti di centrosinistra.
Il cambiamento climatico è indubbiamente un tema di cui si è parlato molto. A febbraio è stato registrato un dato che ha fatto preoccupare molte persone. Alla montagna torinese mancava il 45% del volume di neve normalmente presente in questo periodo dell’anno, una situazione sempre più drammatica che rischia di peggiorare ogni anno.
A marzo i vigili di Venaria hanno chiuso alcuni orti, che da più di venti anni venivano coltivati dai pensionati della zona. Si trattava di aree che, un tempo, erano degradate: erbacce, rifiuti, sporcizia. Queste zone erano state acquistate una trentina di anni fa e nel corso del tempo si erano trasformate in orti dove coltivare frutta e verdura da mangiare a casa. “I ripostigli sono abusivi, devono essere abbattuti” è stata la risposta dei vigili.
Passiamo ora ai trasporti. Ad aprile gli automobilisti delle Valli di Lanzo hanno ricevuto una notizia non molto gradita. Il costo del servizio Telepass ha avuto un rincaro che ha superato il 100%. Il canone mensile base è salito da 1,83 euro a 3,90 euro a partire da luglio 2024. La notizia ha scatenato un'ondata di proteste tra coloro che utilizzano la tangenziale di Torino.
Il 23 maggio, a Forno Canavese, due padri si sono presi a botte di fronte alla scuola dei figli. La rissa è scoppiata poco prima che suonasse la campanella per questioni che riguardavano dissapori tra le loro compagne. Il fatto ha evidentemente sconvolto l’opinione pubblica, che ha denunciato come diseducativo questo modo di risolvere i conflitti.
Il 21 giugno un giovane passeggero ha creato il caos in aeroporto a Caselle. Dopo aver risposto a una chiamata sul suo cellulare, si è alzato in piedi urlando: «Fermate tutto, devo scendere, devo scendere», dirigendosi verso la cabina del pilota. Secondo quanto riferito dagli altri passeggeri, il giovane era al telefono con la sua fidanzata, che gli aveva chiesto di rimanere a Torino. Senza esitazione, ha deciso di abbandonare il volo.
Dopo questo episodio, che ha suscitato l’ilarità di molti, ritorniamo ora alla crisi climatica, che la scora estate ha messo in ginocchio l’agricoltura delle nostre campagne. In particolare, il mese di luglio è stato molto difficile, tanto da costringere il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio a firmare la richiesta dello stato di emergenza. Tra i molti disastri accaduti, ne ricordiamo uno in particolare. Il 12 luglio, un violento nubifragio ha causato danni ingenti, commentati dalla Coldiretti “Un’altra bomba, di acqua e vento. Questa volta a Barbania e nella fascia pedemontana del Canavese. Di nuovo danni ingenti sul mais che inizia la delicata fase della fioritura, sui prati, e sulla viabilità con alberi e rami caduti”.
Passiamo ora alla questione migrazione. Il 19 agosto circa 50 persone migranti trasferite dalla Prefettura di Torino a Chiaves, un piccolo paese di circa 100 abitanti, hanno manifestato per denunciare le condizioni di isolamento e le difficoltà logistiche. Le persone, ospiti delle case di accoglienza gestite dalla cooperativa torinese Sanitalia, hanno protestato tra le vie del paese per circa 10 giorni, aprendo un acceso dibattito tra la comunità locale rispetto all’impatto di questa decisione della Prefettura.
A settembre anche nelle Valli di Lanzo si sono viste le conseguenze della crisi del settore automotive. Dopo circa due settimane di scioperi, i 317 lavoratori della SFC SOLUTION di Ciriè, azienda che produce guarnizioni in gomma per le automobili, sono stati costretti alla cassa integrazione, dal 9 settembre al 2 novembre. Al momento la situazione sembra ritornata alla stabilità, ma la crisi del settore sarà sicuramente un aspetto di cui parleremo anche nel 2025.
Rispetto alla situazione trasporti, la questione dei treni è sicuramente uno dei temi principali che hanno infiammato il dibattito pubblico. La linea ferroviaria Smf4 Alba-Ciriè è diventata negli ultimi tempi un vero e proprio incubo per i pendolari che la percorrono ogni giorno. Ritardi, cancellazioni e treni sovraffollati sono ormai all'ordine del giorno, mettendo a dura prova la pazienza e la sopportazione di migliaia di viaggiatori. Secondo report del Comitato Pendolari di Bra uscito a ottobre, circa il 40% dei treni che circolano sulla linea ha subito ritardi o è stato soppresso nel mese di settembre.
A novembre, la proposta della Uisp Bra, attuale gestore della piscina comunale di Ciriè, di riservare la piscina, in una fascia oraria determinata, all’ingresso di sole donne ha infiammato il Consiglio Comunale. La notizia ha rapidamente fatto il giro del web ed è stata ripresa anche da quotidiani nazionali.
Come non concludere l’anno con una criticità che rappresenta una questione strutturale: la sanità. “Il bilancio preventivo per il 2025 presenta una perdita stimata di oltre 56 milioni di euro, una cifra impressionante se confrontata con i 39 milioni del 2024, i quasi 28 milioni del 2023 e i più "contenuti" 5,4 milioni del 2022. Una voragine che l'ASL TO4 sembra incapace di colmare” scrivevamo in un articolo di dicembre. Questo bilancio mostra problemi già noti, che nel 2025 potrebbero esplodere con una gravità senza precedenti.
Di fronte a queste 12 storie, emergono con chiarezza alcuni temi critici su cui le amministrazioni locali dovranno lavorare nei prossimi mesi. Dalla crisi ecologica alla sanità, alla migrazione, alla precarietà economico-lavorativa, ai trasporti e molto altro. Tutti aspetti che necessitano di un impegno comune e che non potranno passare in secondo piano nel 2025 che sta per iniziare.
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