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Ivrea
10 Novembre 2023 - 00:47
Tunnel ferrovia Ivrea
Un primo incontro “informativo” sull’elettrificazione della linea ferroviaria Ivrea - Aosta. Si terra questa sera, 14 novembre alle 18,00 presso il Polo Universitario Officine H.
“In considerazione dell’approssimarsi dell’inizio dei lavori che, a partire dal 2024, interesseranno la Città - spiega l’Amministrazione Comunale - verranno illustrati nel dettaglio gli interventi previsti. All’incontro saranno presenti, oltre al Sindaco Matteo Chiantore e la Giunta, i rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana (R.F.I.).”.
Insomma, dopo tanto parlare, prima, durante e dopo la campagna elettorale, tra favorevoli e contrari, non tanto all’elettrificazione quanto alle modalità, è finalmente arrivato il momento di capire quali sacrifici si chiederanno ai cittadini.
Al centro dell’attenzione il dosso sul lungodora che verrà fuori come un fungo con l’allargamento e l’innalzamento del tunnel ferroviario. Lo si sarebbe anche potuto abbassare - come già si è detto tante volte - ma proprio non si può per non rischiare (dicono, sigh) di ritrovarsi con l’acqua della Dora lungo i binari.
E va tutto bene, ma di quanto ci si alza?
All’inizio, quando se ne cominciò a parlare, tanto tempo fa, si calcolava non meno di un metro. Poi ad un certo punto, durante un concitato dibattito alle Officine H, organizzato dall’ex sindaco Stefano Sertoli, i tecnici (giurin giretto) promisero che non sarebbero andati oltre i 50 centimetri, peraltro chiudendo le corsie una alla volta e con la garanzia che i lavori sarebbero cominciati dopo il Carnevale del 2024 per concludersi prima dell’edizione del 2025.
Non sono passati che pochi mesi e, adesso, gira la voce che da 50 centimetri, con il progetto definitivo, si è passati a 58 centimetri, comunque non più di un metro. Insomma siamo quasi tornati alle origini....
Morale? Il tunnel si fa! Dei treni bimodali elettrici/batteria? Del candidato alla carica di sindaco Matteo Chiantore che lanciava strali e dopo aver telefonato a destra e a manca raccontava di aver in tasca le soluzioni, neanche più l’ombra.
Restano sul tavolo le compensazioni sulle quali la giunta si è sicuramente data un gran da fare. Al diavolo la risistemazione dell’ex tipografia sotto il lungodora, al diavolo la passerella pedonale, quel che Chiantore avrebbe chiesto e Rfi gli avrebbe concesso, è la risistemazione di uno degli edifici dell’ex Caserma Valcalcino, a cui si aggiungerà la progettazione del raddoppio selettivo della linea Ivrea-Chivasso.
Al via i lavori
Insomma, fiato alle trombe, rullo di tamburi, stanno arrivando per davvero! I lavori, nell’ambito del Pnrr, partiranno il 3 gennaio prossimo, dopo Capodanno e prima dell’Epifania.
L’elettrificazione riguarda 66 km di linea ed è finanziata con fondi Pnrr per 137 milioni di euro. Il cantiere vero e proprio partirà nell’aprile 2024, mentre fra gennaio e marzo sono previste attività propedeutiche.
I 44 treni quotidiani della tratta Ivrea–Aosta verranno sostituiti con 98 corse con bus.
Percorreranno la Statale 26 e alcuni tratti autostradali da Quincinetto a Ivrea in 1 ora e 35 minuti. Altri passeranno solo dall’autostrada (percorrenza di un’ora e 10 minuti), altri ancora in autostrada fino a Verrès per proseguire sulle statali fino a Pont-Saint-Martin e da Quincinetto a Ivrea nuovamente in A5.
Sulla tratta Ivrea-Torino continueranno a circolare 24 treni.
C’è poi la questione dello stazionamento degli autobus sostitutivi da e per Aosta. Il luogo giusto sarebbe stato il piazzale del Movicentro ma Rfi e Valle d’Aosta, hanno chiesto e imposto l’area di corso Nigra fronte vecchia stazione, infischiandosene del tutto dei problemi già forti di viabilità. Anche su questo un ragionamento lo si dovrà fare...
Delusi e sconcertati i tanti che in campagna elettorale si erano immaginati Matteo Chiantore con “sciabola e feluca” a dare battaglia ad assessori regionali e dirigenti ferroviari.
E la mente va a quell’incontro con RFI organizzato alle Officine H nel marzo scorso quando si capì che l’Amministrazione comunale, sui tavoli che contano, non contava una cippa.
Stonate le parole dell’allora sindaco Stefano Sertoli. Disse che da mesi si considerava “in guerra” ma non si capì quando, come e dove si fosse messo l’elmetto. E poi in “guerra con chi”?
Esisteva almeno una pec, una lettera, una raccomandata in cui aveva “mandato a quel paese” qualcuno? No!
La verità è che si era svegliato in ritardo. All’ultimo minuto, nonostante i tanti nostri articoli sull’argomento. Lo aveva fatto quando la Conferenza dei servizi era già stata convocata. Si era presentato al Ministero dei trasporti accompagnato dall’allora deputato Davide Gariglio del Pd e, contento come una pasqua, s’era fatto dare una pacca sulle spalle.
Lui l’aveva ricambiata ed era finita lì, con un “marameo”!
A Sertoli glielo aveva detto chiaro e tondo, qualche giorno prima, pure il vice presidente della Regione Valle d’Aosta con delega ai trasporti, Luigi Bertschy.
Era intervenuto parlando di “occasione da non perdere”, sostenendo che l’opera fosse fondamentale per tutti e che la si doveva fare così com’era nei progetti, in buona sintesi, chiedendo agli eporediesi di digerirla nei tempi, nei modi e nella forma che “San Pnrr” voleva.
E quando si parla di Pnrr, bene ricordare, che si fa riferimento ai 200 miliardi di spesa autorizzati dall’Europa per opere pubbliche da mettere in cantiere e inaugurare (salvo proroghe) entro e non oltre il 2026.
Guai a dire che l’elettrificazione si fa solo perchè non c’erano altri progetti già pronti su cui investire, che i disegni erano lì, in un cassetto, che stavano marcendo.
Immaginatevi la scena con Tizio che parla a Caio, seduti l’uno di fronte all’altro, nello stesso ufficio.
Uno che naviga su internet e l’altro che si mangia un panino con due fogli A4 sulla scrivania per raccogliere le briciole.
“Hai qualcosa?”. “Sì! Ecco! Trovato! Facciamo questo…?”.
E poco importa se il primo progetto (riveduto e corretto) è vecchio e antiquato come il cucco (risale al 2011).
Poco importa se ci sarebbero altre soluzioni, non in ultima quella dei treni di ultima generazione ad idrogeno o con batterie al litio per evitare di sventrare la città.
All’incontro alle Officine H l’ingegnere Luca Bassani, responsabile del progetto per Rete ferroviaria italiana aveva subito messo le mani avanti: “Io mi occupo solo dell’infrastruttura…”.
Morale?
Il vice presidente della Regione Valle d’Aosta con delega ai trasporti, Luigi Bertschy
La scelta di evitare i lavori sul Lungodora con treni elettrici a batteria, bimodali o trimodali, «è politica» ma, per l’appunto, la politica non c’era. Sarebbe anche di Trenitalia che gestisce il parco mezzi attraverso accordi con le Regioni, ma anche Trenitalia (guarda caso) non c’era.
Un paio di cose però, a dire il vero, le si erano apprese e sono “cose” che ci avevano fatto tirare un mezzo sospiro di sollievo. La prima riguardava il ponte sulla statale 26 (“Si abbasseranno i binari e non si rialzerà la strada”), la seconda che i lavori sul lungodora, su via Riva e piazza Perrone, procederanno a tappe. Prima una corsia. Poi la seconda corsia. Infine il marciapiede.
“Ci vorranno circa sei mesi… e si comincia nel 2024” aveva rimarcato Bassani. Poi, come tutti sappiamo, i 6 mesi è facile che diventino 8 o anche 10, o anche di più.
Qualche settimana dopo si è poi saputo che Sertoli aveva ottenuto l’inizio dei lavori a dopo il Carnevale del 2024 ma anche che nessuno gli aveva garantito che tutto sarebbe terminato entro il Carnevale del 2025.
Nella skyline che verrà si vede un strada che diventa collinetta, s’alza di circa 50 centimetri (chissà quanti saranno) e poi degrada a partire dalla fontana di Camillo Olivetti e sino alla fine di piazza Perrone che, insieme alla casa delle sorelle Rodda (poverette loro) si infossa di circa un metro rispetto al piano stradale.
Tra il pubblico gli attuali assessori comunali Massimo Fresc e Francesco Comotto con il dito puntato su un progetto per niente definitivo e con parecchie “imprecisioni” ma anche l’allora candidato a sindaco del centro sinistra Matteo Chiantore con il fare da “Braveheart” e tutto concentrato sui treni elettrici a batteria e sulla “vetustà” del progetto nel suo insieme che “non teneva conto del progresso tecnologico che c’è stato in altri Paesi come la Germania”.
Altro capitolo l’elettrificazione su tutta la tratta che andrà avanti per 2 o 3 anni con la chiusura della linea ferroviaria. Che cosa sono 2 o 3 anni di disagi ferroviari per chi non li subirà?
Tutto qui? Tutto qui! E le barricate che il neo eletto sindaco Matteo Chiantore e i due assessori avevano promesso in campagna elettorale? Ci aveva convinto che avrebbe piegato tutti alla forza delle idee e ai ragionamenti logici.
Peccato che alle parole, anche con lui, non sia seguito nulla di formale (o almeno non ci risulta), neanche uno straccio di ricorso al Tar o una lettera di “insulti”. Le avessero scritte e non ne avessero dato notizia sarebbe ancora peggio, considerando che è proprio con la voce grossa che certe situazioni si modificano.
Insomma, per il momento, nè più e nè meno di quel che ci si sarebbe aspettati da un Sertoli qualsiasi. Siamo al Sertoli Bis!
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