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Ivrea

Tiraboschi come la particella di sodio nell'acqua Lete

Sul nuovo ospedale rilascia interviste come fosse ancora un senatore della repubblica

Particella acqua Lete

Particella acqua Lete

La Regione Piemonte ha preso quel progetto e l’ha messo in fondo ad un cassetto, per non dire “buttato in un cestino”. La conferenza dei sindaci dell’Asl To4 non lo ha mai neppure una volta preso in considerazione e il consiglio comunale di Ivrea ha votato una mozione che impegna il sindaco a portare avanti l’ipotesi di un nuovo ospedale solo ed esclusivamente nell’area Ex Montefibre, in contrappossizione all’area Ribes sponsorizzata dai sindaci dell’alto canavese. Questa è storia. 

L'ex senatrice di Forza Italia Virginia Tiraboschi

Eppure, vai a capire che cosa le passa per la testa, l’ex senatrice Virginia Tiraboschi, oggi imprenditrice specializzate in “creme di bellezza”, fiera di non aver accettato  un incarico politico in qualche azienda di Stato (sempre che qualcuno glielo abbia proposto), continua insistentemente a sponsorizzare la risistemazione di Palazzo Uffici 1, 2 e Ced, di proprietà di Prelios.

Secondo Tiraboschi gli eporediesi starebbero tutti dalla sua parte e l’unico a non aver capito l’importanza del progetto sarebbe il sindaco Stefano Sertoli, che è poi una sua creatura, considerando che era stata lei, nel 2018, ad imporne il nome agli alleati. 

E da questo punto di vista, bene sottolineare che un po’ dipende dal lato da cui la si guarda. Alcuni amici di Sertoli, infatti, pare abbiano stappato bottiglie di spumante “brut” quando, in occasione della nomina del presidente della Fondazione dello storico Carnevale decise di “sfanculare” il candidato “imposto” da Tiraboschi (il milanese Roberto Binaghi) per riconfermare Piero Gillardi. Seguirono - e anche quelle furono super applaudite - le note litigate tra Sertoli e Tiraboschi, mai più riviste (che peccato, sigh!), in occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Forza Italia a due passi dal Municipio. 

A proposito: esiste ancora?

Tant’è! La domanda è: perchè mai l’ex senatrice continua a interpretare la parte della particella di sodio dell’acqua Lete (“C’è nessuno?”) facendosi, se non proprio ridere dietro, comunque mal digerire da una intera classe politica? 

Forse per mandare un chiaro messaggio politico a Sertoli in vista delle elezioni amministrative di questa primavera? Forse perchè si intende candidare lei o candidare a sindaco l’attuale vicesindaca Elisabetta Piccoli? Forse perchè si sente legata a Prelios che in nome del fondo Anastasia, avrebbe già investito 250 mila euro per lo studio di fattibilità affidato al Politecnico di Milano? 

Nessuno lo può sapere. Peraltro neanche si conosce quale potrebbe mai essere l’accordo di partenariato  pubblico privato che Prelios ha in mente. Il nocciolo della questione, infatti, sono i soldi. Ce ne vogliono tanti.

E’ evidente a tutti che la costruzione di un ospedale partendo da zero costerebbe decisamente meno rispetto alla rifunzionalizzazione di un edificio pensato per ospitare altro, in questo caso uffici. E poi c’è anche il dopo. Parliamo del canone di locazione? Quanto costerebbe alla Regione Piemonte o all’Asl To4 un edificio così? Se lo può permettere un’azienda che accumula perdite milionarie di anno in anno e che a causa di queste perdite ha praticamente smesso di assumere dottori, Oss e infermieri dal lontano 2018? Insomma, se è vero, che Prelios farebbe un affare, non è così scontato che lo farebbero anche le Istituzioni.

Qualche cosa da dire c’è poi anche sulle premesse, sia di Tiraboschi, sia di Prelios.

Ogni due per tre ci raccontano dei soldi investiti nelle  progettazioni (sia in chiave ospedale, sia per Ico-Valley), come se questo generasse un credito. Ci mancherebbe ancora. Gli edifici sono di loro proprietà ed è giusto che cerchino di capire come riuscire a farli rendere, da qui a lanciare anatemi contro tutti perchè alla base c’è uno studio del Politecnico, fa un po’ ridere. E’ da anni infatti (lo sanno pure i polli) che per giustificare certe scelte, anche le più strampalate, si fa leva sul buon nome delle università. Niente da dire sui docenti che fanno ricerca e che, se pagati il giusto, possono anche mettersi lì a progettare astronavi intergalattiche, da qui alle conclusioni che “se lo dicono loro è oro colato” ce ne corre.

Tiraboschi infine tira anche in ballo l’Hospital de la Santa Creu i Sant Pau a Barcellona dimenticandosi di aggiungere che si tratta di un edificio antico costruito fin dal primo mattone per essere un ospedale, cosa ben diversa dagli edifici ex Olivetti. 

La morale non fa una grinza. Se davvero Prelios ci crede che cominci a trasformare Palazzo Uffici in quel che vuole, spenda tutti i soldi che occorrono e poi quando avrà finito offra la struttura all’Asl To4 o ad uno dei tanti operatori che gestiscono residenze sanitarie. Esattamente come fece quella società francese che a Settimo Torinese costruì uno dei più begli ospedali del Piemonte e solo a lavori ultimati cercò di venderlo al pubblico, peraltro riuscendoci. Tutto il resto sa di “fuffa” sa di assalto alla diligenza del Pnrr e ai denari pubblici per risolvere i propri problemi.  Spettabile Prelios, così è davvero troppo facile fare impresa...

Nuovo ospedale di Ivrea...  Ma l’Asl To4 i soldi ce li ha?

Nuovi presidi ospedalieri nel VCO (Verbanio Cusio Ossola) e nell’ASL TO5, il nuovo Maria Vittoria e Amedeo di Savoia (ASL Città di Torino) e i nuovi ospedali dell’AslTo4, dell’Asl di Vercelli, dell’Asl CN1 (Savigliano, Saluzzo e Fossano), di Alessandria e di Cuneo.

Quanti soldi ci vogliono per costruire sette nuovi ospedali in Piemonte? 

Tanti! Troppi! E non ce n’è abbastanza! Lo sanno in consiglio regionale un po’ tutti, maggioranza e opposizione, ma nei giorni scorsi il dibattito s’è letteralmente infuocato

Ad accendere la miccia è stata una variazione di bilancio che, verso la fine dello scorso anno, ha autorizzato la giunta, in caso di necessità, ad attivare mutui fino a 30 milioni di euro.

“L’intento - hanno detto gli assessori regionali Andrea Tronzano (al bilancio) e Luigi Genesio Icardi (alla sanità)  - è di avere le disponibilità per finanziare i progetti di tutti e sette i nuovi ospedali ritenuti necessari. Questi soldi serviranno a integrare i fondi messi a disposizione dalle singole Asl, per progettare i nosocomi di rispettiva competenza.

In commissione sono intervenuti Diego Sarno, Domenico Ravetti, Raffaele Gallo, Daniele Valle, Alberto Avetta (Pd) e Sarah Disabato (M5s). In generale si è posto il problema del finanziamento complessivo dei progetti, con una stima di 2 o 300 milioni abbondanti, per i quali i 30 dell’emendamento sono di per sé insufficienti e sembrerebbero puntare a realizzare un solo ospedale; sono anche state messe in dubbio le procedure intraprese e si è sottolineato come il protocollo d’intesa con Inail non sia stato ancora sottoscritto definitivamente.

Tronzano ha chiarito che i 30 milioni saranno la somma massima di indebitamento possibile per la Regione. 

“Faremo - ha specificato Tronzano - una manifestazione di interesse ad hoc rivolta al sistema bancario e il mutuo sarà attivato in tranche minime di 5 milioni quando ce ne sarà bisogno. Si tratta quindi di un prestito senza preammortamento a erogazione multipla...”.

L'assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi

Icardi, poi, ha precisato che le stazioni appaltanti per i progetti dei nuovi ospedali saranno le singole Asl interessate, non direttamente l’Ente Regione. Quindi ciascuna Asl, con la propria capacità di indebitamento, potrà finanziare i progetti e la Regione interverrà eventualmente con i fondi dell’emendamento 494 per integrare. 

E ancora che Inail, per finanziare  con fondi propri (circa un miliardo e 600 milioni) le opere, richiede almeno tre livelli di progettazione: ecco perché è necessario che l’avvio della stessa sia pagato in anticipo con fondi di Asl e Regione, anche se a debito. Successivamente Inail rifonderà tali somme e i mutui accesi potranno così essere estinti.

L’assessore Icardi ha anche ricordato che con questa formula, la struttura ospedaliera viene pagata dall’Inail e resta di proprietà dell’Inail stesso per sempre. La Regione dovrà quindi corrispondere all’Istituto un vero e proprio affitto, notevolmente inferiore a una rata di project financing con un finanziatore privato, procedura che però dopo un certo numero di anni si concluderebbe con il passaggio di proprietà del bene alla Regione medesima.

Ma l’Asl To4 ce li ha i soldi?

E se tutto dipende dalle capacità di indebitamento delle Asl, buona notte... 

L’Asl To4 ce li ha  i soldi? No! Ha una capacità di indebitamento, considerando che è una delle peggio messo d’Italia in quanto a debiti? E’ parliamo di perdite pari a 24 milioni di euro nel 2021, tali e quali nel 2020 e ancora non si conoscono i numeri del 2022... Boh!

Le reazioni

Da qui le perplessità dei consiglieri regionali a cinquestelle Sarah Disabato, Ivano Martinetti e Sean Sacco.

“L’Assessore Icardi - hanno commentato  - parla di un accordo con INAIL ancora in corso d’opera e della previsione di indebitare la Regione con un mutuo da 30 milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti per cofinanziare i progetti insieme alle singole Asl, ma non ci è dato capire né quando arriveranno i soldi, né quando verranno utilizzati, né per la progettazione di quali ospedali. Al contempo apre ad un’ulteriore strada per il finanziamento, quella del partenariato pubblico e privato, giusto per confondere ancora un po’ le acque. L’unica cosa certa è che stiamo discutendo sul nulla, senza minimamente conoscere gli elementi per una valutazione completa e oggettiva della questione. Non capiamo inoltre come sia possibile, parola di Icardi, che entro fine anno si riescano ad individuare le aree definitive dove sorgeranno i nuovi ospedali. A meno che non si decida di calare una decisione dall’alto senza coinvolgere i sindaci e gli amministratori dei territori, che sul trattamento riservatogli dalla Giunta regionale avrebbero fin troppo da dire…

Confusi - e non poco - anche i consiglieri regionali del Pd. 

“Quanti interventi andranno effettivamente avanti? - ha inforcato   Raffaele Gallo - Dopo la progettazione preliminare, infatti, il secondo step sarà, ancora una volta, determinato dalla capacità di indebitamento delle Asl, sulla quale non abbiamo informazioni. O meglio sappiamo che ci sono ASL con capacità di indebitamento maggiore di altre, ma non possiamo contare su dati precisi. Qualora le ASL fossero in difficoltà, interverrebbe ancora la Regione, attraverso l’indebitamento? 

In sintesi: gli annunci sono di competenza della Regione, trovare i soldi delle progettazioni invece è un problema delle Asl. In che modo? Facendo debiti, sempre che sia loro possibile”

La verità è che le Asl possono aggiungere risorse proprie o indebitarsi per le progettazioni Inail, ma la loro capacità di indebitarsi è vincolata ai debiti esistenti. 

Non solo: per accedere ai fondi dell’Inail, è necessaria anche la titolarità delle aree. 

Insomma, non mancano i problemi. 

E dire che, secondo Gallo, il Piemonte avrebbe ancora in cassa 300 milioni di euro che basterebbero per realizzare un intero ospedale, ma non possono essere utilizzati per le progettazioni (infatti, l’assessorato conta di adoperarli per i lavori urgenti di ristrutturazione delle Molinette, per realizzare un nuovo padiglione al presidio di Borgomanero e per l’acquisto degli arredi per i futuri nuovi ospedali). 

Riassumendo: La Regione annuncia nuovi ospedali, dichiara che le risorse ci sono e sono quelle dell’Inail, però sono le Asl che devono indebitarsi e non è sicuro che le Asl lo possano fare per la cifra che sarebbe necessaria.

S’aggiunge che le risorse regionali non sono, ad oggi, sufficienti e infine che bisognerebbe anche essere proprietari dei terreni su cui realizzare le nuove strutture. 

Un po’ troppi “se”, insomma... 

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