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Cronaca
06 Dicembre 2022 - 10:58
pronto soccorso
Camici bianchi over70 in corsia oltre i limiti di età previsti, infermieri non iscritti all'Albo, dottori senza adeguata specializzazione e formazione così da trovarsi dinanzi a medici non specializzati in Medicina d'urgenza in reparti di Pronto soccorso o medici generici incapaci di eseguire un parto cesareo pur essendo impiegati in un reparto di ostetricia, come accaduto in provincia di Vercelli. Lo scandalo scoperto
Queste e molte altre le criticità scoperte dai carabinieri Nas, e subito andate in onda su "Report" (Rai3) in un'operazione che, da novembre, ha previsto controlli in ospedali e Rsa in tutta Italia, portando alla luce irregolarità in 165 posizioni lavorative.
I tagli alla sanità pubblica: nel '97 si contavano 782 pronto soccorso, oggi 410. Ora si sta cercando di rafforzare la medicina territoriale con case e ospedali di comunità. Ma non ci sono i soldi per il personale. #Report ora su #Rai3https://t.co/ncB8yhNKKR pic.twitter.com/jgA02CF9Vp
— Report (@reportrai3) December 5, 2022
Sotto accusa il sistema delle prestazioni lavorative per figure sanitarie appaltate a cooperative che, secondo i sindacati medici, ha determinato una situazione da 'Far west'.
I controlli, spiegano i Nas, sono stati effettuati in ospedali e Rsa, strutture che "per sopperire alla carenza di personale e garantire l'erogazione minima dei servizi di cura ed assistenza, ricorrono sempre più spesso a contratti di appalto per avvalersi di professionalità sanitarie - medici, infermieri ed operatori sanitari - forniti da società esterne, solitamente riconducibili a cooperative".
In Piemonte dal 2010 sono stati tagliati circa 2000 posti letto, dal 1997 al 2020 i dipartimenti di emergenza e accettazione sono scesi da 27 a 24. I pronto soccorso da 61 a 26. #Report è andato a Torino per vedere quale la situazione. Ora su #Rai3https://t.co/ncB8yhNKKR pic.twitter.com/vqaBZsKK2q
— Report (@reportrai3) December 5, 2022
Sono stati svolti accessi presso 1.934 strutture sanitarie, monitorando 637 imprese/cooperative private e verificando l'idoneità di oltre 11.600 figure tra medici (13%), infermieri (25%) e altre professioni sanitarie (62%). I militari hanno segnalato complessivamente 205 persone, tra responsabili di cooperative, titolari di strutture sanitarie ed operatori sanitari, di cui 83 all'Autorità Giudiziaria e 122 a quella Amministrativa.
«Mancherebbero 3000 medici se calcolassimo, come previsto, un medico ogni 1000 assistiti».#Report ora in onda su @RaiTre pic.twitter.com/aPChBX8dSZ
— Report (@reportrai3) December 5, 2022
Vari anche i casi di esercizio abusivo della professione (43 operatori) in particolare riguardanti lo svolgimento di attività infermieristiche in assenza di iscrizione all'albo e senza il riconoscimento dei titoli acquisiti all'estero. Un quadro allarmante che mette in evidenza le criticità del sistema degli appalti alle cooperative, denuncia il maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l'Anaao-Assomed. Il sistema delle cooperative, afferma il segretario Anaao Pierino Di Silverio, ha determinato "un vero e proprio Far west professionale nella Sanità, con una destrutturazione della professione: non contano più le qualifiche ma ciò che conta è coprire il turni, e in nosocomi o Rsa è come essere in una catena di montaggio".
Di fronte a tale situazione, sono tre le misure urgenti da prendere secondo il leader sindacale: "Dare innanzitutto un segnale ai medici pensando ad una flat tax con una diminuzione delle tasse anche per i medici del Servizio sanitario nazionale; pensare un nuovo modello di lavoro con meno legacci; creare condizioni lavorative e organizzative che rendano più appetibile il sistema pubblico". Critico anche il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli: "Il sistema delle cooperative e dei medici a gettone è la conseguenza di una Sanità che non valorizza più le professioni, e che è divenuta sempre meno attrattiva per i professionisti stessi, ma è al contempo vero che spetta ai direttori generali vigilare e verificare che i professionisti impiegati negli ospedali abbiano tutte le qualifiche necessarie".
In Italia, ricorda, abbiamo 4 medici per 1000 abitanti, un numero più alto rispetto a Spagna, Inghilterra e Francia. I medici quindi "non sono pochi ma il problema vero è la poca attrattività della Sanità pubblica, per cui alla fine moltissimi medici decidono di andare a lavorare all'estero dove guadagnano di più o trasferirsi nel privato con vari benefit. Ed il risultato - conclude - sono storture come quelle scoperte dai Nas, a danno dei cittadini e dei malati".
E poi c'è il disastro dell'Asl To 4, da Chivasso a Ivrea passando per Settimo Torinese, cose già viste, cose già scritte, trite e ritrite ...
«Quotidianamente riceviamo chiamate dai colleghi che ci chiedono proprio di abbandonare la professione perché non ce la fanno più a lavorare in queste condizioni. È peggio del Covid».#Report ora in onda su @RaiTre pic.twitter.com/2ckVmC5LgS
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