A leggerla, la delibera dell’Asl To 4 numero 851 del 30 settembre del 2022, sembra di avere a che fare con i Generali dellaReale Marina di Napoli. Quelli, per intenderci, di “Facite ammuina”. Diceva in sintesi (in dialetto napoletano fa un altro effetto, ndr) che in caso di controllo, quelli che stavano sopra avrebbero dovuto scendere sotto,quelli che stavano sotto andare a destra e chi non aveva niente da fare, poteva spostarsi di qua e di là. Più o meno così nel “Piano Aziendale di Gestione del Sovraffollamento”. A firmarlo sono in migliori direttori dell’Asl To4: Chiozza, Paudice, Ippolito, Girardi, Fasson, Occhiena, Mecca, Franzese, Baron, Rossetto. All’indice il sovraffollamento dei pronto soccorso con tutte le soluzioni per “tamponare”. Ce ne fosse una che prevede più medici, più infermieri, più Oss. Macchè! I dirigenti per intanto si affidano ad una lunga serie di paroloni. Dal napoletano all’inglese, che ci fa tutti molto più intelligenti e rende le parole meno dure di quel che sono, definiscono il “sovraffollamento” una minaccia e lo declinano in “overcrowding”. Sull’overcrowding incidono (e questo lo scrivono loro) due fenomeni di “throughput” e il “boarding”. E siccome l’inglese non lo conosce nessuno, fanno pure la traduzione. Il “crowding” per indicare i pazienti che stanno completando l’iter diagnostico-terapeutico. E il “boarding”per i pazienti che hanno già completato il percorso assistenziale in PS ma che, per cause diverse, non possono essere dimessi. Da qui in avanti è tutto uno spostamento di letti, barelle e pazienti dal pronto soccorso ai reparti senza incrementare il personale, il tutto a discapito delle liste di attesa. In una parola la stessa identica “malasanità” che tutti conosciamo. Detta in inglese: “Horrendous health care” o se si preferisce “mockery”, presa per i fondelli. Se ne sono accorti anche i sindacati degli infermieri. “In caso di necessità - commenta Giuseppe Summa del Nursind - si prevede una riduzione dei posti letto dell’area chirurgica per assegnarli ai pazienti di area medica provenienti dal pronto soccorso, ma anche l’accorpamento dei repartichirurgici...” Saràmica che l’obiettivo neppure troppo velato è di evitare le tradizionali fotografie sui giornali delle barelle una sull’altra nei corridoi, con i pazienti che piangono, i bambini che urlano, gli infermieri che si disperano? Ci sa tanto di sì! Domanda: ma ci sarà anche solo un responsabile che dalla Regione in giù si occupa della salute dei cittadini e delle buone pratiche? Ci sarà un pazzo capace di elaborare, in italiano, un “piano” per far funzionare meglio i nostri ospedali? “Si prevede - denuncia ancora il Nursind - che possono essere attivati posti letto aggiuntivi compatibilmente con la dotazione organica. Si legge che si intendono recuperaremedici ed infermieri da altri reparti, definitinon essenziali. Insomma si vuole utilizzare sempre la stessa coperta... Tenuto conto che i reparti già versano in condizioni critiche questo piano è destinato a fallire e probabilmente incrementerà le criticità e i rischi per pazienti ed operatori...Servono risposte strutturali che non ci sembrano arrivino...”. E qualcuno ci deve spiegare che cosa si intende per“reparti non essenziali”. “Nothing works here...” direbbero gli inglesi. Tradotto in italiano: “Qui non funziona più nulla”. E ci fermiamo qui, anche se ci verrebbero in mente tante altre affermazioni inglesi che non avrebbero bisogno di una traduzione. Liborio La Mattina
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