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Per chi suona la campana

Una diocesi progressista...

Uno dei temi in discussione al prossimo sinodo sarà l’accesso delle donne al diaconato.

Una diocesi progressista...

Padre Enzo Bianchi

Ad Albianod’Ivrea, per l’inaugurazione della Casa della Madia,  è sbarcato il pubblico dei fans di Enzo Bianchi composto per gran parte da attempati borghesi benestanti e radical. 

Il guru ha annunciato gli orari delle preghiere della comunità specificando che, essendo tutti laici, per la  Messa ci si recherà in parrocchia dove li accoglierà quel simpatico e arzillo vecchietto del parroco il quale,  a dispetto del suo aspetto un po’ ducesco, sembra uscito da un manifesto della contestazione degli Anni Settanta.

Si tratta del simpatico  don Giovanni Giachino, nato nel 1947, originario della Valle dell’Orco,  ordinato nel 1971, già missionario e che nessuno  ha mai visto vestito da prete - nemmeno soltanto con il rituale collarino -  ma sempre solo con indumenti sgargianti e colorati,  come le sue proverbiali maglie rosse. Per la Messa si mantiene sul classico - progressista: camicione con zip, stola multicolore, preferibilmente arcobaleno, sandali. Ad Enzo Bianchi non poteva andare meglio, pensiamo soltanto come l’avrebbe presa se si fosse trovato davanti un parroco  un po’ tradizionale e per giunta anche giovane... 

Ci si chiede adesso se don Giovanni,  trovandosi  la domenica di fronte un personaggio di tal fatta, lo farà sedere in presbiterio accanto a lui con il camicione d’ordinanza e magari – perché no? - gli conceda pure di tenere l’omelia che  sarebbe inibita ai laici, secondo quanto stabilito dall’Istruzione Ecclesiae de mysterio del 1997 dove si stabilisce che essa «deve essere riservata al ministro sacro, sacerdote o diacono».  

Ma come resistere davanti ad un omileta nato come Enzo Bianchi il quale, ai bei tempi di Bose,  si faceva un vanto di non rispettare tale disposizione?    

Dalla diocesi nessuno si è fatto vivo, probabilmente – ma sarebbe da verificare - perché nessuno è stato invitato. Monsignor Edoardo Cerrato ha scritto la sua ultima lettera pastorale.  Al  là del contenuto,  sul quale ritorneremo, contiene tutti i toni del congedo che – a Dio e al Sommo Pontefice piacendo - dovrebbe avvenire alla fine del 2024. Ci permettiamo in merito di avanzare una profezia. Se il nuovo vescovo di Ivrea dovesse essere – cosa non probabile, ma certa -  un progressista, la Casa della Madia di Albiano diventerà il centro propulsore della diocesi. Anzi, sarà la diocesi della Casa della Madia. Ci pensino bene a palazzo Smiderle…

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A tal proposito, l’attesa celebrazione di monsignor Domenico Pompili alla Madonnina di Verolengo ha visto riuniti attorno a lui i due dioscuri, don Davide e don Valerio che lo hanno accolto con l’onore dovuto. Proprio in questi giorni lo stesso vescovo di Verona, pupillo di papa Francesco, ha reso nota la sua lettera pastorale che tratta un tema inconsueto : il silenzio. L’abbiamo letta e la consigliamo vivamente: «Indispensabile - dice il vescovo - appare garantire almeno alcuni spazi di silenzio : dopo l’omelia, come aveva insegnato Benedetto XVI, e dopo la comunione, invece di aprire il profluvio degli avvisi parrocchiali», così l’invito a riscoprire «quelle  che un tempo chiamavamo “meditazione” o “lettura spirituale” potrebbero tornare ad essere, in modalità più consone alla  sensibilità di oggi, elementi per una più qualificata spiritualità».
Non sarà mica che monsignor Pompili sia diventato un «indietrista»? 

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Il nostro ritrattino sulla situazione della parrocchia di Volpiano ha destato qualche interesse. Un prete ben informato ci ha detto che tempo due anni – se non prima -  il parroco, don Marco Ghiazza, dovrebbe  entrare a far parte  dei   superiori del seminario, magari come vice-rettore - incarico al quale da  sempre aspira. Glielo auguriamo di cuore.

Uno dei temi in discussione al prossimo sinodo sarà l’accesso delle donne al diaconato. Nelle nostre diocesi le aspiranti sono legioni già insignite, in molti casi,  dei ministeri di accolita o lettrice, oppure di collaboratrice con poteri «ad omnia» e di fatto sovrastanti il parroco. Uno di questi casi si verifica a Settimo Torinese dove l’aiutante di don Antonio Bortone, parroco di S. Pietro in Vincoli e S.Vincenzo de Paoli,  pare abbia assunto sempre di funzioni di guida e «discernimento». A quando l’investitura ufficiale ?  

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen

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