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Una metropolitana da Settimo Torinese a Milano. Piastra ha avuto una visione

Il sottosegretario Ferrante visita il ponte di Castiglione, la sindaca di Settimo coglie l’occasione per rilanciare un progetto già bocciato ovunque. Visioni, solo visioni

Una metropolitana da Settimo Torinese a Milano. Piastra ha avuto una visione

Oggi al ponte di Castiglione

C’è che oggi il sottosegretario ai Trasporti Tullio Ferrante, dopo che il Governo ha deciso di regalare qualche mese in più a Città Metropolitana per presentare i progetti dei nuovi ponte e accedere così ai finanziamenti, ha deciso di fare un bel giretto in zona e di dare un’occhiata al ponte di Strambinello (questa mattina) e al ponte di Castiglione (nel pomeriggio).

Per il secondo, non poteva mancare la solita parata istituzionale con tanto di fascia tricolore, sorrisi di circostanza e foto ricordo da riciclare sui social. Tra i volti noti dell'accoglienza, in prima fila, c’era anche Elena Piastra, sindaca di Settimo Torinese e regina indiscussa delle "visioni" amministrative.

E infatti, puntuale come il rintocco di un orologio a cucù, al rientro, la sindaca ha fatto quello che fa sempre: un post su Facebook. Non avendo nulla di concreto da scrivere, ha rispolverato la sua tecnica preferita, ovvero spargere un po’ di visioni qua e là, giusto per raccogliere qualche like. 

"E’ stata anche l’occasione per poterci confrontare con il sottosegretario anche sulla necessità e sui motivi di un altro investimento fondamentale per tutta la zona di Torino Nord: la metro 2".

 

Domanda? Che gli ha risposto? Nessuno lo sa e lei non lo dice. Ha detto "Ok". Ha detto "Non mi scassare!". Ha detto "Non ricordo di che parli?". Qualcosa le avrà risposto o no? Questo Piastra non lo dice, nel solco dei tanti racconti non raccontati o raccontati solo a metà.

Ora, uno si immagina la scena. La Piastra, col suo sorriso istituzionale, che coglie l’attimo: "Hey tu, Ferrante! Ricordati della Metro 2!". E l’altro, che probabilmente pensava già alla cena, che casca dalle nuvole e risponde: "Va bene". Giusto così, perché dir di no sul momento sarebbe sembrato brutto.

Peccato che il "No" alla famigerata metropolitana di Settimo sia stato scritto ovunque. Su documenti ufficiali, interviste, comunicati stampa e persino sui bollettini parrocchiali. E Piastra per questo "No" deve un po' dire anche grazie al sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che fatto 100 il finanziamento, la metropolitana ha preferito portarla nel suo quartiere...

Insomma "No. No. E poi ancora no". Ma a quanto pare, nel mondo delle visioni piastresche, la realtà è solo un piccolo ostacolo narrativo.

Dalla metropolitana ai condomini fantasma di via Foglizzo, dalla scuola che tutto il mondo ci invidierà al quartiere che cambierà volto grazie ad una nuova caserma dei vigili: il catalogo delle visioni piastresche ogni giorni si arricchisce di una nuova favola da raccontare...

Non è la prima volta che la sindaca tira fuori dal cappello qualche idea scintillante. Visioni? Tante. Concretezze? Quelle, purtroppo, scarseggiano. E se non fosse stato per il PNRR e per qualche vecchio progetto dimenticato nei cassetti dai suoi predecessori, il suo lascito amministrativo sarebbe stato uno e uno solo: il nulla cosmico.

Ma perché fermarsi qui? Se proprio dobbiamo sognare, che almeno si sogni in grande. Perché accontentarsi di una modesta linea metropolitana? La Piastra potrebbe puntare più in alto. Un aeroporto a Settimo? Un tunnel sotterraneo fino a Milano? Una Tour Eiffel in piazza Freidano? Dopotutto, sognare non costa nulla.

Ah, già, la realtà...

Per la cronaca, mentre la sindaca detta "la chiacchierona" immagina la Metro 2, a Torino sono stati finanziati due progetti veri (e non visioni notturne dopo un pranzo pesante): il prolungamento della Linea 1 fino a Rivoli (311,57 milioni di euro) e il secondo lotto della Linea 2 da Porta Nuova al Politecnico (438,22 milioni di euro). Fine.

Insomma, mentre altrove i fondi si concretizzano, a Settimo ci si accontenta di fare casting per le comparse di un film (l'ennesimo) su Giovanna D'Arco. E il finale è sempre lo stesso: tante parole, tante visioni, pochi fatti.

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