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Forse non piove più, o forse è solo propaganda: il miracolo idraulico della sindaca Piastra

Sicurezza idrogeologica o propaganda? La sindaca Piastra annuncia la fine dei lavori alla Bealera Nuova, ma i cittadini aspettano la prova del primo temporale

Forse non piove più, o forse è solo propaganda: il miracolo idraulico della sindaca Piastra

Elena Piastra

C'è chi cammina sulle acque e chi, più modestamente, le argina con comunicati stampa trionfalistici. A Settimo Torinese, la sindaca Elena Piastra ha annunciato con entusiasmo la conclusione dei lavori alla Bealera Nuova, nel quartiere Fornacino, un'area che in passato "ha conosciuto allagamenti e disagi, specialmente nella zona industriale e lungo l'A5".

Secondo la narrazione ufficiale, ora l’opera è pronta a mettere in sicurezza la città, anche se resta ancora in attesa di collaudo. Dettaglio di poco conto, evidentemente, perché la propaganda non aspetta certificazioni ufficiali: il lavoro è finito e quindi, implicitamente, funziona.

Nella dichiarazione della sindaca traspare una sicurezza quasi mistica: si elenca un lungo rosario di opere, dal collettore Pescarito al bacino di laminazione, passando per il rio Freidano e il rio delle Tre Pianche, come se la città fosse diventata improvvisamente un esempio mondiale di gestione delle acque.



Peccato che la memoria storica dei cittadini sia più resistente di certi argini e che in molti tutti i giorni si ritrovino a dover fare i conti con i problemi irrisolti, dalle fogne che saltano con due gocce d’acqua al sottopasso di via Leini che nel giugno del 2024 si è trasformato in una piscina olimpionica.

Nel frattempo, la Bealera Nuova resta lì, con le sue sponde sistemate e il nuovo sistema di sensori per il monitoraggio dei flussi d’acqua. Sensori che, ci si chiede, cosa potranno mai fare oltre a registrare l’inevitabile? Un suono d’allarme mentre l’acqua si alza? Un messaggio automatico che invita i cittadini a procurarsi un canotto? Sarebbe interessante sapere anche quanto è costato tutto questo (anzi no, lo sappiamo, 1,1 milioni di euro) e, soprattutto, se qualcuno si è preso la briga di verificare l’effettiva efficacia dell’intervento con simulazioni reali, invece di limitarsi alle slide di presentazione.

Ma il capolavoro retorico sta nell’affermazione iniziale: "Un’altra opera realizzata per mettere in sicurezza la nostra città dai rischi di allagamento". Un'affermazione impegnativa, considerando che Settimo Torinese, come qualsiasi altra città, non è e non sarà mai del tutto "messa in sicurezza" dai fenomeni atmosferici estremi.

Sarebbe stato più onesto dire che si è fatto un tentativo, che si spera sia utile, ma che solo il tempo (e le piogge) potranno confermare. Invece no, si preferisce la formula magica della propaganda: il lavoro è stato fatto, il problema è risolto, avanti con la prossima inaugurazione.

E allora, attendiamo con curiosità il prossimo temporale. Perché sarà lì, e non nelle foto di rito, che vedremo se la Bealera Nuova e le altre grandi opere di contenimento reggeranno la prova dell’acqua. O se invece assisteremo, ancora una volta, alla solita danza di stivali di gomma e sacchi di sabbia.

P.S. Per la cronaca, ma solo per quella, le ultime alluvioni "vere" risalgono al 1994 e al 2000. Da allora tutti, ma proprio tutti i Comuni, si sono dati da fare per arginare, laminare, mettere in sicurezza fiumi, torrenti, bealere, rogge. Lo han fatto e lo stanno ancora facendo, e quelli che lo fanno solo oggi (dopo più di 30 anni) se ne guardano bene dallo strombazzare i lavori compiuti: si beccherebbero delle sonore pernacchie. Diciamo che possono ringraziare "Santa siccità" o "San Pnrr".

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