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Ivrea
10 Maggio 2023 - 11:41
Nonostante la pioggia. Nonostante la tensione della campagna elettorale. Nonostante tutto.... Martedì scorso, nei pressi di piazza Perrone di cittadini ne sono arrivati davvero tanti, più di quanti non se ne aspettassero gli organizzatori.
A parlare di cosa? Dell'ampliamento del tunnel ferroviario e dei lavori dell'elettrificazione della linea Ivrea-Aosta, di un progetto già approvato e di un appalto che prevede di "scassare" il lungodora e rialzare il piano stradale di 50 centimetri, forse di un metro, ancora non si sa.... C'è chi sostiene non ci sia più niente da fare.
Non la pensa affatto così il consigliere comunale Francesco Comotto.
"C’è a nostro avviso una finestra temporale nella quale portare la nostra proposta di non innalzare la galleria e di usare treni bimodali elettrici/batteria - ha urlato così forte da farsi sentire quasi fino in piazza Freguglia - Basta andare sul sito della Stadler (un'azienda che produce treni) per vedere che questa tecnologia è assolutamente utilizzabile da subito. Abbiamo chiesto a Stadler se si possono montare le batterie sui treni (3+1) già acquistati da VdA e ci hanno detto assolutamente sì e senza togliere un solo posto passeggero...".
La domanda è: l'Amministrazione comunale che verrà riuscirà a interagire con le Istituzioni?
Non sarà troppo tardi considerando che Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, ha già aggiudicato la gara per la progettazione e la realizzazione dei lavori di elettrificazione al consorzio di imprese composto da Impresa Luigi Notari (capofila del raggruppamento), S.I.F.E.L., Costruzioni Linee Ferroviarie, CLF e Rete Costruzioni Ferroviarie?
Per la cronaca, la gara (che non fa riferimento all'intero progetto) ha un valore di circa 79 milioni di euro, finanziati anche con i fondi del PNRR, rientra in un Accordo di Programma Quadro tra Regione Valle d’Aosta e RFI e, in teoria, è finalizzata a incrementare e migliorare le prestazioni dei servizi sulla linea Aosta – Ivrea – Torino.
Che le speranze siano ridotte al lumicino (ma la speranza dovrebbe sempre essere l'ultima a morire) era venuto fuori chiaro e tondo durante un incontro con RFI tenutosi il 14 marzo presso il Polo Formativo Universitario.
E si era partiti da quella parola "Irricevibile!" pronunciata dai tecnici di fronte alla richiesta di bloccare la soprelevazione...
A pronunciarla i due ingegneri di Rete ferroviaria italiana Nord-Ovest (Rfi) che si erano prestati per una video intervista, poi trasmessa dalla Rai.
Al microfono Michele Rabino, responsabile della direzione commerciale.
“Innanzitutto - aveva sottolineato - il beneficio principale sarà quello della sostenibilità ambientale. Inoltre i nuovi treni elettrici sono più performanti e con più posti a sedere rispetto ad oggi”.
Anche più tranciante Luca Bassani, responsabile del progetto per Rete ferroviaria italiana, Rfi.
“C’è stato un lungo confronto con il Comune durante la fase autorizzativa del progetto - aveva raccontato - Il nostro intervento prevede, nel punto in cui si ha l’innesto della galleria che sarà oggetto di elettrificazione, la necessità di rialzare il piano del tunnel, per l’inserimento della linea di contatto. E quindi quei 40 metri circa di galleria verranno scavati, ricostruiti e nel punto centrale si avrà un innalzamento massimo di un metro, che poi andrà degradando per raccordarsi con la viabilità esistente di corso Cavour. Nonostante il parere positivo della Soprintendenza per i Beni culturali, l’Amministrazione comunale insiste per l’introduzione di treni elettrici bimodali a batteria, che potrebbero passare nell’attuale galleria senza necessità di lavori per l’installazione delle linee elettriche di contatto. Per Rfi la proposta è irricevibile perché vincolerebbe la scelta del parco mezzi di tutta la linea Torino-Aosta...”.
In ogni caso l'incontro s'era rivelato davvero inutile! Al microfono l’ingegnere Luca Bassani aveva messo le mani avanti:“Io mi occupo solo dell’infrastruttura…”.
Morale? La scelta di evitare i lavori sul Lungodora con treni elettrici a batteria, bimodali o trimodali, «è politica» ma, per l’appunto, la politica non c’era. La scelta è anche di Trenitalia che gestisce il parco mezzi attraverso accordi con le Regioni, ma anche Trenitalia (guarda caso) non c’era.
Sveglia! Giù dalle brande! Ma chi l’aveva organizzata sta cavolo di riunione per raccontare cose che in una città che vanta la più alta presenza in Italia di giornali locali (addirittura quattro per 23 mila abitanti, senza contare i siti internet) non c’è uno che non sappia e non sapesse già praticamente tutto?
Un paio di cose però, a dire il vero, le si erano apprese e sono “cose” che ci fanno tirare un mezzo sospiro di sollievo.
La prima: non si innalzerà il ponte sulla statale 26. “Si abbasseranno i binari” e questo eviterà il blocco del traffico e il gran casino sulla città.
La seconda: i lavori sul lungodora, su via Riva e piazza Perrone, procederanno a tappe. Prima una corsia. Poi la seconda corsia. Infine il marciapiede.
“Ci vorranno circa sei mesi… e si comincia nel 2024” aveva rimarcato Bassani. E come tutti sappiamo, i 6 mesi è facile che diventino 8 o anche 10, o anche di più. I lavori di elettrificazioni, invece, cominceranno nel dicembre 2023 e andranno avanti per tre anni lungo tutti i 66 km di linea.
Nella skyline che verrà si vede un strada (il lungodora) che diventa collinetta, s’alza e poi degrada a partire dalla fontana di Camillo Olivetti e sino alla fine di piazza Perrone che, insieme alla casa delle sorelle Rodda (poverette loro) si infossa di circa un metro rispetto al piano stradale.
Per la cronaca il valore complessivo dei lavori era di 146 milioni di euro del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), di cui 36 per il miglioramento delle stazioni che si trovano sull’intera linea e 110 per l’elettrificazione dei 66 km della Ivrea Aosta.
Con l’aumento dei costi si arriverà a sfiorare e fors’anche a superare i 200.
A fine 2022 si ipotizzava l’avvio della gara (e cosi è stato) con inizio dei lavori nel gennaio del 2024 e conclusione nel giugno del 2026. Sulla tratta, ci saranno 3 cantieri base e 9 operativi. Gli interventi riguarderanno anche le stazioni di Nus, di Hone-Bard, di Montanaro e di Strambino.
Si interverrà in tutto su 18 gallerie (ce n’è anche una a Borgofranco di Ivrea) per le quali si è previsto o l’abbassamento delle rotaie per inserire la «catenaria rigida» della linea elettrica o, come a Ivrea, un «allargamento».
in foto, Michele Rabino di Rfi
Quel che continua a venire fuori è l'assenza di progetti chiari. La verità è che l’Amministrazione in mano e nei cassetti non ha nulla. Niente di niente. Solo parole. Tante parole. Qualche promessa, ma non un scritto che sia uno.
L'assessore Michele Cafarelli
Poche linee disegnate su alcuni fogli con tanta, tantissima approssimazione.
Il problema - lo abbiamo già detto - sta tutto nelle regole imposte dall’Europa per poter utilizzare i 200 miliardi. Una delle tante dice che i lavori dovranno essere chiusi entro il 2026. Per farlo si sono tirati fuori vecchi progetti pieni di polvere e spetterà a chi ha vinto l’appalto disegnare l’opera mentre la sta realizzando. Quindi ad oggi, cosa succederà veramente a Ivrea solo Dio lo sa e forse neanche lui...
Immaginatevi la scena con Tizio che parla a Caio seduti l'uno di fronte all'altro nello stesso ufficio. Uno che naviga su internet e l'altro che si mangia un panino con due fogli A4 sulla scrivania per raccogliere le briciole.
"Hai qualcosa?". “Sì! Ecco! Trovato! Facciamo questo…?”. E poco importa se il progetto è vecchio e antiquato come il cucco (risale al 2011). Poco importa se ci sarebbero altre soluzioni, non in ultima quella dei treni di ultima generazione con batterie al litio per evitare di sventrare la città.
Si fosse guardato all’utilità meglio sarebbe stato investire sul raddoppio della linea Chivasso-Ivrea.
“Non possiamo andare avanti così - si era lamentato Comotto durante una commissione consigliare appositamente convocata - Sarà un disastro. Non è che adesso tutte le cose che si faranno con il Pnrr, perchè c’è fretta di fare, si possono fare in questo modo..”.
“Non si capisce più niente - aveva aggiunto Comotto - Appurato che chi vincerà la gara farà anche il progetto esecutivo, mi chiedo come si possa scavare sotto Ivrea senza sapere che cosa c’è là sotto e senza una indagine geognostica. C’è roccia? C’è diorite? Si scaverà in un punto della città sensibile e sono molto preoccupato per la stabilità di cosa c’è sopra, a cominciare dall’ospedale... ”.
Adesso non ci sono più dubbi: l'Amministrazione comunale di Ivrea in questi mesi non se l'è filata nessuno. A parole ha sempre detto di essere “in battaglia” ma non si è capito quando, come e dove il sindaco e l'assessore Michele Cafarelli si siano messi l’elmetto. E poi in “battaglia con chi”?
Esiste almeno una pec, una lettera, una raccomandata in cui hanno “mandato a quel paese” qualcuno?
La verità (e a noi tocca dirla tutta fino in fondo) è che l'Amministrazione comunale si è svegliata in ritardo. All’ultimo minuto, nonostante i tanti nostri articoli sull’argomento (il primo risale all'estate del 2020). Si è mossa quando la Conferenza dei servizi era già stata convocata. il sindaco si è presentato al Ministero dei trasporti accompagnato dall’allora deputato Davide Gariglio del Pd e, contento come una pasqua sotto il solleone, s’è fatto dare una pacca sulle spalle, quasi uno smacco per uno che le pacche sulle spalle è abituato a darle.
In ogni caso lui l’ha ricambiata ed è finita lì, con un “marameo”!
Altro sberleffo con il vice presidente della Regione Valle d’Aosta con delega ai trasporti, Luigi Bertschy. E’ venuto a Ivrea su invito e anziché solidarizzare ha parlato di “occasione da non perdere”, sostenendo che i progetti non si potessero toccare, in buona sintesi, chiedendo agli eporediesi di digerirli nei tempi, nei modi e nella forma che “San Pnrr” vorrà.
Il vice presidente della Regione Valle d’Aosta con delega ai trasporti, Luigi Bertschy durante l'incontro di marzo
Luca Bassani di Rete Ferroviaria Italiana
Altro capitolo, se vogliamo dai risvolti un po’ amari, fa riferimento alla notizia data da Italferr il 30 settembre sugli esiti delle analisi ambientali condotte a Ivrea, nell’area dove era stata autorizzata l’esecuzione dell’attività archeologica preventiva. Aveva ammesso d’aver individuato “la presenza di agenti chimici pericolosi che avrebbero indotto gli archeologi a sospendere ogni attività ...”.
Da qui la decisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di prendere atto delle criticità e autorizzare RFI a rimandare le attività di verifica archeologica nell’ambito delle lavorazioni previste in appalto. E anche questo sembra, anzi è, assolutamente “pazzesco”.
Parliamo delle compensazioni che il Comune di Ivrea ha chiesto a Rfi in cambio di disagi che ci saranno da qui in avanti per i lavori di ampliamento del tunnel. Da quel che si apprende dovevano servire per toglierlo dai “guai” ma il diavolo aveva fatto la pentola senza il coperchio.
L'assessore Michele Cafarelli
E ci spieghiamo meglio....
Si è detto e si è scritto che si è chiesta una nuova “passerella pedonale” ma anche la risistemazione dei locali che stanno sotto il lungodora, all’altezza di via Cavour, peccato che quest’ultima “operazione” sia più facile a dirsi che a farsi, non foss’altro che quei locali non sono nelle disponibilità del Comune ma di proprietà della Gtg sas di Romano che prima s’era dichiarata disponibile a vendere e oggi, venuta a conoscenza dell’accordo, sta alzando il prezzo.
Fino a qualche settimana fa sarebbe stato sufficiente scambiarli (permutarli) con dei terreni del Comune, adesso che Cafarelli ha una fretta boia, gli han detto “col cavolo” e pretendono molto di più.
La storia è costellata dai soliti “sonni profondi” dell’assessore catapultatosi da Torino, comincia con i problemi di infiltrazione e di stabilità della strada, a cui segue una diatriba tra chi debba procedere alla manutenzione straordinaria. Alla fine si trova un accordo: sono a carico in parti uguali del Comune che sta sopra e del privato che sta sotto .
Da quando se n’è discusso (correva il luglio del 2021) di acqua sotto il tunnel ne è passata talmente tanta che si sono succeduti almeno tre aggiornamenti tariffari e oggi mettere in sicurezza l’area definitivamente costerebbe talmente tanto che il Comune i soldi non ce li ha più!
Morale? Le trattative con RFI sono arrivata al momento giusto proprio quando si era capito che mai e poi mai ci sarebbero stati i fondi per quest’investimento..
Ed è a questo punto che Cafarelli si è rivolto ai proprietari chiedendo di acquistare quei locali, mai più si sarebbe aspettato che la GTG sas prima dicesse di sì e poi cominciasse a farsi dar la caccia per alzare il prezzo.
E adesso che si fa? Un’unica certezza: senza quei locali le compensazioni potrebbero andare a farsi benedire.
Chi glielo dice ai cittadini?
L’accordo
Nel gennaio del 2020, all’alba del Carnevale, dopo aver accertato lo stato di concreto pericolo del lungodora, transennato per 200 metri fin dal maggio dl 2019, l’amministrazione comunale si dà un gran da fare per la messa in sicurezza provvisoria con la posa di travi e puntelli metallici a sostegno del solaio, anticipando totalmente il costo dell’intervento.
Si metterà nero su bianco solo nel luglio del 2021 che la responsabilità del grave stato di degrado dovuto alle infiltrazioni di acqua piovana nell’ex tipografia Giglio Tos, inutilizzata da più di 30 anni, sarebbe stata da attribuire al 50% tra la proprietà dell’immobile e il Comune di Ivrea a cui spettava la manutenzione della strada.
Questo almeno è quanto si legge in una Ctu (consulenza tecnica) predisposta dal tribunale di Ivrea e affidata all’ingegnere Davide Enrione durante un tentativo di conciliazione.
Seguì, a cura dell’Ingenger Elvis Francisco la firma del verbale e la decisione di pagare quei lavori di consolidamento provvisori 90 mila euro ciascuno.
Capitava tutto questo nel luglio del 2021 dopo mesi e mesi di “transenne” e “avvisi di pericolo” appiccicati davanti ai 200 metri di marciapiede sul Lungodora
Per la cronaca, l’ex tipografia, vincolata dalla Soprintendenza, era stata messa in vendita da Gtg sas di Romano già nel 2015.
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