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Ivrea

Il Prg non è un “allucinogeno”. Paglia mette i puntini sulle “i”

Mercoledì scorso la presentazione nell’aula magna di Scienze infermieristiche

Il prg non è una visione! Non propone. Non è un allucinogeno. E’ uno strumento urbanistico che stabilisce le regole urbanistiche. Poi è vero che deve guardare lontano ma in una logica di concretezza....”. 

Così, a muso duro, mercoledì scorso nell’aula magna dell’Università di Scienze infermieristiche, l’architetto Giancarlo Paglia. L’occasione è stata il primo di una serie di incontri (così han detto) organizzati dall’Amministrazione comunale per coinvolgere la città... 

Paglia (se non lo si fosse capito) ha risposto ai tanti che, in consiglio comunale, appena pochi giorni prima, avevano accusato lui e l’ufficio tecnico, di essersi limitati a fotografare quel che c’è, ben lontani dalle linee guida tracciate dal blasonato Studio Boeri, dal 2018 fino a poco più di un anno fa, quando l’assessore Michele Cafarelli decise di rompere ogni rapporto.

“L’attuale piano regolatore - ha insistito Paglia - è obsoleto, quello nuovo vuole dare risposte concrete...”.

Da qui in avanti l’appello, rivolto a tutti i professionisti presenti, a guardare ai singoli pezzi di terreno, a interagire e a cercare nelle carte tutto ciò che non va  o che si vorrebbe vedere “disegnato” diversamente.

“Segnalateci gli errori perchè oggi sono ancora rimediabili...  - ha sottolineato - Se arriveranno mille osservazioni significherà che abbiamo combinato un disastro. Vale la stessa cosa se ne dovessero arrivare solo 50... Significherà disaffezione”.

In prima fila, ad ascoltare, il sindaco Stefano Sertoli, gli assessori Michele Cafarelli e Giuliano Balzola e il consigliere comunale Donato Malpede. Sugli spalti qualche professionista. Non certo il pubblico delle grandi occasioni. Non quanto ci si aspetterebbe che ne arrivi considerando l’importanza dell’argomento.

Il cronometro, in ogni caso è partito e non lo si vuole fermare.

In totale si sono calcolati circa 8 o 9 mesi per l’approvazione definitiva.

Ai 60 giorni (da venerdì 20 gennaio a martedì 21 marzo) in cui resterà in pubblicazione per consentire a chiunque di inviare osservazioni, seguirà l’approvazione da parte della giunta. Da qui in avanti lo strumento urbanistico verrà discusso al tavolo della Conferenza di pianificazione con gli Enti superiori, con Arpa, con la Regione, con la Soprintendenza, giusto per citarne alcuni.

“Questa fase è abbastanza critica e pure un po’ fastidiosa per i professionisti e per chi lavora all’ufficio tecnico - ha più o meno specificato Paglia -  Lo è per tutti coloro che devono applicare contemporaneamente le regole del vecchio e del nuovo strumento in adozione...”.

Più nel dettaglio ciò su cui hanno lavorato in maniera specifica lo Studio Paglia e l’ufficio tecnico è l’aggiornamento al nuovo quadro giuridico, ma anche ad una cartografia che non avrà alcun margine di errore o di interpretazione essendo stata calata sulle mappe catastali, particella dopo particella. 

Stando a quel che si è detto tutte le richieste di modifica sono state prese in considerazione e controllate una per una. In una logica di “operatività” gli obiettivi che ci si è dati puntano ad una maggiore facilità di insediamento per le attività economiche ma anche al cosiddetto “mixitè funzionale”.

Se prima ogni zona della città era ottimizzata per rendere al meglio una specifica funzione, con il nuovo prg questo concetto di separazione è stato cancellato. C’è un po’ di tutto ovunque: commercio, servizi,  residenzialità e infrastrutture.

Alto concetto che ha guidato gli estensori del Prg è quello della “perequazione urbanistica” che funziona un po’ come il Pec ma per aree molto più grandi ed estese.

Lo scopo è di considerare in maniera unica l’area per raggiungere gli obbiettivi e redistribuire vantaggi e svantaggi edificatori in misura equa tra tutti i comproprietari. Questo modo di intendere lo strumento urbanistico può arrivare a coinvolgere aree situate in luoghi anche distanti tra loro con il trasferimento di volumetrie in “decollo e atterraggio”.

Capitolo a parte la “mobilità”. Non più le circonvallazioni che portano fuori dai centri abitati e depauperano (questa la parola utilizzata) il commercio, ma un deflusso “lento” attraverso tutta la rete viaria, possibilmente senza ingorghi....

Ed è vero che molti comuni togliendo il traffico sono morti.

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