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Voci dal carcere
26 Settembre 2023 - 15:37
In questi giorni sta scadendo il mio incarico di garante delle persone private della liberta del comune di Ivrea. Io ho assunto l’incarico dopo che alla garante precedente era stato chiesto di dare le dimissioni e io avevo assunto l’incarico con l’intesa di terminare automaticamente allo scadere del suo mandato di 5 anni in corrispondenza della durata della tornata elettorale. Ho preparato la mia seconda relazione e la presenterò al prossimo consiglio comunale.
Questa è l’occasione di riflettere sul compito del garante e i giornali annunciando il bando per la nomina del successore hanno ripreso quanto espresso dalla determina del consiglio comunale che ha istituito la figura. Non voglio ripetere ma allargare la riflessione.
Anche a livello nazionale sta per essere nominata dal consiglio dei ministri.
La nuova terna secondo le indiscrezioni di "Repubblica", è caratterizzata da precise connotazioni partitiche. Sarà comunque importante giudicarla dalle scelte che compirà. Non la aspettano momenti facili: il grande rilievo che stanno assumendo i Centro per il Rimpatrio con le nuove norme li qualificherà come osservati speciali.
Già ora il mondo dei diritti umani è in fibrillazione per le condizioni igienico sanitarie in cui versano molti di questi centri. .
Già ora il mondo dei diritti umani è in fibrillazione per le condizioni igienico sanitarie in cui versano molti di questi centri. Molti poi contestano la loro stessa esistenza per costoro si tratta di prigioni in cui sono rinchiusi solo persone che non hanno documenti ma non sono stati giudicati per nessun reato, al massimo viene loro contestato quello di immigrazione clandestina. Ancora più singolare a giudizio anche di moderati commentatori l’ordinanza di poter essere fuori dai CPR con il pagamento di 4.953 euro. Sembra un ennesimo balzello sulla pelle di immigrati che arrivano ormai privati di tutti o - peggio - un modo per buttarli in mano di criminali che anticipano i soldi in cambio di chissà cosa.
Parlare di garanti vuol dire anche ricordarne l’opera.
In questi giorni sui giornali si sottolinea la loro costituzione come parte civile nei processi contro i vertici e gli agenti di custodia del carcere di Torino. I fatti contestati risalgono al periodo tra l’aprile 2017 e il mese di ottobre del 2019 e si sarebbero verificati nel settore C del carcere dove alcuni detenuti avrebbero subito “trattamenti degradanti” e “brutali vessazioni” da parte di una “squadretta” di agenti. Comincerà il 20 ottobre il processo con rito ordinario per loro: 21 gli imputati accusati di aver usato violenza su 12 detenuti. Il processo con rito abbreviato trattava invece il clima di “omertà” che per l’accusa ci sarebbe stata ai livelli più alti del carcere:
È stato condannato a pagare una multa di 360 euro l’ex direttore del carcere Lorusso e Cutugno Domenico Minervini: il giudice non ha riconosciuto il reato di favoreggiamento per le presunte torture commesse nel penitenziario di Torino ma lo ha riqualificato in “omessa denuncia”.
È stato assolto da due accuse, sempre di favoreggiamento, l’ex capo della polizia penitenziaria Giovanni Battista Alberotanza, mentre è stato condannato a 9 mesi Alessandro Apostolico, uno degli agenti protagonisti delle aggressioni ai detenuti: nel suo caso il reato è stato riqualificato in “abuso di potere”, mentre è stato assolto per un secondo capo d’imputazione.
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