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Voci dal carcere

Caro Ministro della giustizia

Come se le caserme fossero già a norma per accoglierne 5 o 6 mila ...

Caro Ministro della giustizia

Caro Ministro della giustizia, ha molta della mia solidarietà, anche se non tutta!

Sono certo che in questi giorni le stiano fischiando le orecchie ogni tre per due. In diversi si sono commossi per la sua visita a Torino dopo i suicidi seriali che  sembra non si possano fermare (successero anche a Norimberga!).

La sua, per carità, è stata una visita di solidarietà, non una ispezione! - e quindi (mons parturiebat mus), che magnanimità: forse ma forse 6 telefonate al mese invece che 4! 

Capirai lo sforzo,  manco le pagasse il Ministero. Da sempre tutte le forze di volontariato carcerario chiedono tempi e possibilità per aumentare gli spazi e i tempi di socializzazione: vuoi mettere 2 telefonate in più, come ti cambiano i rapporti con la famiglia, i figli, le mogli, magari dall’altro capo del mare? 

Di questi giorni la petizione di Ristretti Orizzonti - la agenzia di stampa del carcere di Venezia che da anni è un prezioso punto di diffusione delle notizie sul carcere chiede di  far crescere questi momenti di incontro con quelli che sono fuori e pagano la condanna di chi è dentro?

Mi taccio sull’altra proposta:  tutti in caserma! 

Carlo Nordio, ministro giustizia

Come se le caserme fossero già a norma per accogliere quei 5 o 6 mila in più che stanno stretti in galera. 

Ministro  poi ci sono  le sue altre grane: il collegio del Garante nazionale da nominare: quella benedetta Rita  Bernardini che a lei magari sta bene, ma non al resto della sua maggioranza, una figura così radicale e schierata! 

Le toccherà pescare dai nomi di partito, magari neanche tutti compatibili. 

E ancora il capo del Dap, appena nominato ma già così inviso ai sindacati della polizia penitenziaria  che ne chiedono la sostituzione al più presto.

Capisco che siamo tutti a piangere ma qui il problema è che mancano le persone. Mancano i magistrati, quelli di sorveglianza e quelli che giudicano. Mancano le figure apicali: i direttori delle carceri che hanno sempre un grosso impegno e una grossa responsabilità (a Ivrea condividiamo il Direttore con Aosta e il suo impegno in provveditorato). Mancano gli educatori (a Ivrea siamo a 2,5 operatori) mancano agenti di custodia… Mancano SOLDI. 

Mi piacerebbe dire che si fanno le nozze coi fichi secchi ma mi sembra più calzante l’immagine di chi vuol tirar su acqua dal pozzo con un secchio sfondato.

Voglio ancora dire una cosa sulla sanità in carcere.

Qui oltre ai soldi manca anche un minimo di visione. 

Da quasi un mese non si vede uno Psichiatra e vi assicuro che manca davvero!

Nonostante tutto l’impegno degli operatori, continuo a sentire pianti e lamenti per l’abbandono in cui sono lasciate le persone. 

Non sembra assolutamente possibile assumere delle figure mediche direttamente dall’ASL che preferisce usare persone a contratto spendendo di più. 

Il problema è che al momento il medico che può utilizzare il ricettario rosso (quello che permette medicine e esami nel servizio sanitario) pare sia uno solo e presente solo alla domenica.

Pensate, una comunità (piena di guai e disturbi tanto che merita un medico 24 ore su 24) può accedere al medico di famiglia solo alla domenica, e questo forse per far quadrare immagini di bilanci che fanno fare bella figura ai dirigenti.

Dal carcere ci sarebbero altre esperienze, ma ne parleremo ancora. 

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