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Quel Nientologo di Volpatto
15 Febbraio 2023 - 16:22
San Valentino (foto d'archivio)
Un San Valentino nella vita lo abbiamo festeggiato tutti, soprattutto noi settimesi che ci innamoriamo facile. Lo abbiamo incrociato fin da piccoli, ne abbiamo letto, sentito, visto qualcosa o molto di lui. Eccetto la verità.
Intanto parte tutto da un martire, Valentino da Terni, il che fa pensare a una faccenda poco romantica, come in effetti è. La festa, istituita nel 496, sostituì quella pagana dei Lupercalia, come accadde a molte ricorrenze dell’antica Roma dove, a metà febbraio, era usanza celebrare il ciclo di morte e rinascita della natura. Si demoliva metaforicamente l’ordine costituito, si sovvertivano le regole, i servi prendevano il posto dei padroni e viceversa per permettere al mondo e alla società di purificarsi. Parte di queste manifestazioni ritualistiche è sopravvissuta fino a oggi, mediata dalla morale cristiana, nelle tradizioni del Carnevale.
C’è un piccolo problema: le pratiche di fertilità dei latini, da Scipione, Giulio Cesare e Marco Aurelio in giù nostri padri fondatori, prevedevano che le donne si sottoponessero in mezzo alla strada ai colpi vibrati da giovani uomini nudi e armati di fascine.
Altrochè amore, altrochè pathos, altrochè sentimenti! Attraverso le frustate di quegli uomini, regrediti alla condizione ancestrale impersonata dal dio agreste Fauno Luperco, le donne ricevevano una benedizione che ne propiziava la fertilità. Se fosse realmente una benedizione bisognerebbe chiederlo a loro, poarete, che prendevano le legnate, e comunque lì intorno noi abbiamo piazzato San Valentino, con fiori, cene, profumi e mutande di pizzo.
Da dove arriva dunque l’associazione amore - san Valentino?
Fortuna vuole che si conosca una leggenda secondo cui il santo avrebbe donato a una fanciulla povera una somma di denaro necessaria come dote per il suo sposalizio che, altrimenti, non si sarebbe potuto celebrare (più o meno come oggi, che non ti fanno un mutuo neanche se gli tiri col bazooka). Il dono - frutto d’amore e finalizzato all’amore - avrebbe generato la tradizione del santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati. La festa, ve lo ricordo, casca oggi, 14 febbraio. Se ve ne siete scordati, correte a rimediare.
Se no son frustate. Prese questa volta, non date.
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