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Una storia d'amore. Lui si è inginocchiato e le ha chiesto di sposarlo

Evviva gli Sposi! Proposta di Matrimonio al Gran Galà del Carnevale di Santhià

Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pamparotu, al secolo Dario Callegari e Susanna Gallo 

Carnevale fa rima con Amore. È accaduto a Santhià, nella serata di martedì 14 febbraio, durante il Gran Galà delle Maschere e dei Personaggi storici, con ospiti provenienti da ogni parte del Piemonte e dalle regioni vicine.

Quando la sfilata è giunta in piazza Roma, dove è avvenuto il passaggio di consegne fra i personaggi dello storico carnevale di Santhià, è arrivata la sorpresa, bella e inaspettata, che ha avuto come protagonisti le maschere dell’edizione 2020, 2021 e 2022 della manifestazione, Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pamparotu, al secolo Dario Callegari e Susanna Gallo.

Prima di passare le consegne ai nuovi personaggi, Dario ha portato la sua Susanna al centro della piazza, in mezzo alle maschere, si è inginocchiato, le ha porto un mazzo di fiori rossi e nella notte di San Valentino ha trasformato la favola del Carnevale in una bellissima storia d’amore, con la più romantica delle proposte di matrimonio.

Susanna ha accettato fra l’esplosione di gioia dei presenti, gli applausi , gli abbracci e la musica intonata dalla Banda.

IL CARNEVALE STORICO PIÙ ANTICO D'ITALIA

Il Carnevale Storico di Santhià è organizzato tramite un’apposita “sezione” dell’Associazione Turistica Pro Loco di Santhià denominata “Antica Società Fagiuolesca”, come avviene (in forme e con nomi diversi) da tempi immemorabili. Del resto documenti rinvenuti presso l’archivio comunale attestano che già nei primi anni del Trecento a Santhià esisteva un’associazione giovanile laica (l’Abadia) che si occupava di organizzare balli e festeggiamenti in occasione del Carnevale.

Il documento storico

In tali scritti si fa riferimento al Carnevale santhiatese come a un avvenimento le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Documentata la prova di un “richiamo” (con relativa multa), indirizzato ai giovani dell’Abadia di Santhià, che vennero condannati, nel 1430, a pagare 25 soldi per aver condotto in chiesa “con la massima solennità, un asino ricoperto con abiti sacerdotali”. L'abitudine che qui viene descritta risaliva a tempi anteriori e veniva tollerata. Con l’avvento del Ducato sabaudo e degli Statuti cittadini, vennero introdotti vincoli per attenuare gli eccessi del “rovesciamento delle abitudini” tipico del periodo di Carnevale. Si ricorda questa circostanza come esempio del fatto che a Santhià il Carnevale, con le sue tradizioni e i suoi eccessi, era già allora un’abitudine consolidata. Del resto, su un documento del 1893, in possesso della Pro Loco, si legge che quell’anno si festeggiava l’ottavo centenario dell’Antica Società Fagiuolesca, il che permetterebbe di retrodatarne l’esistenza ad almeno il 1093.

UN EVENTO DALLE DIMENSIONI COLOSSALI

Circa 150 grandi caldaie di rame, oltre 20.000 razioni distribuite gratuitamente a tutta la popolazione, oltre 300 addetti che si occupano di tutte le fasi della manifestazione, suddivisi in 32 gruppi: sono questi i numeri di un evento tipico e allo stesso tempo grandioso come la Colossale Fagiuolata che caratterizza sin dai tempi più remoti il Carnevale di Santhià.

Il giorno stabilito per la manifestazione è il lunedì grasso e comincia con le “Sveglie” suonate dal Corpo Pifferi e Tamburi, per dare inizio alle operazioni di preparazione dell’evento.

La riuscita della Fagiuolata dipende anche dalla ricetta tradizionale, realizzata con ingredienti semplici (fagioli, lardo, salami e poco altro), che rende il piatto facilmente replicabile, senza alternarne mai il gusto.

Secondo la tradizione il piatto dovrebbe essere consumato in loco, ma sempre più spesso i cittadini santhiatesi e gli abitanti dei paesi vicini preferiscono portare la razione presso la propria abitazione, per condividerla con parenti e amici.
 

Antica Ricetta che i Santhiatesi si tramandano dal XIV secolo
 
Ingredienti
 
  • 20 quintali di fagioli qualità Saluggia coltivati sul territorio della Provincia di Vercelli
  • 10 q. di salami da cuocere, prodotti con suini allevati e macellati sul territorio della Provincia di Vercelli
  • 10 q di pane prodotti da panettieri attivi sul territorio della Città di Santhià
  • 1,5 q. di lardo tritato, derivante dalla lavorazione dei suini allevati e macellati sul territorio della Provincia di Vercelli
  • 1,5 q. di cipolle tritate
  • 750 foglie di alloro
  • 80 kg di sale grosso
 
Preparazione
 
Dividere i 20 quintali di fagioli in 150 caldaie in rame non stagnato, aggiungere acqua e lasciare riposare per otto ore in modo che i fagioli si ammorbidiscano.
Trascorse le otto ore scolare l’acqua rimasta e riempire nuovamente le caldaie.
Accendere i fuochi a legna e iniziare la cottura.
Rimestare in continuazione onde evitare che i fagioli si attacchino sul fondo della caldaia.
Dopo un’ora di cottura aggiungere il lardo tritato e, a seguire, le cipolle.
Trascorse tre ore di ebollizione, aggiungere i salami e lasciarli cuocere per 45 minuti. Trascorso tale tempo togliere i salami e aggiungere le foglie di alloro e il sale, e far cuocere ancora per un’ora.
Al termine della cottura, dopo la Benedizione del Prevosto e lo sparo di un fucile, in Piazza Zapelloni (denominata durante il periodo carnevalesco “Piazza Teresio Berri”) i fagioli sono distribuiti lungo le paline nel seguente modo:
 
  • Un mestolo di fagioli
  • Una porzione di salame
  • Una pagnotta di pane
 
Il tutto rigorosamente… in recipienti di ogni fattura e dimensione, che la popolazione santhiatese si porta dalle rispettive abitazioni.
 

La Fagiuolata di Carnevale a Santhià da Istituto Luce

LA FAGIUOLATA DI CARNEVALE A SANTHIÀ DA ISTITUTO LUCE

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