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Per chi suona la campana
07 Maggio 2023 - 11:45
Questa settimana Fra Martino cambia diocesi, trasmigra in quella di Torino e getta lo sguardo su Settimo Torinese dove, dal punto di vista ecclesiale, le cose rispecchiano esattamente lo stato di crisi di una istituzione che appare sempre di più quella di una ONG.
La popolosa e nel passato industriale città – bastione da sempre indiscusso della sinistra, dove l’unico dibattito politico è quello che si svolge all’interno delle sue divisioni – ha sempre avuto un versante ecclesiale del tutto peculiare.
Settimo ebbe in passato grandi pastori, basti pensare a don Luigi Paviolo e a monsignor Guglielmo Pistone che con zelo apostolico, opere sociali e ricreative, mantennero viva e operante la fede dei cristiani.
Le sue parrocchie oggi sono ben cinque e costituiscono da sole con 57.000 abitanti la Unità Pastorale n. 28 a cominciare dalla matrice, quella di San Pietro in Vincoli dove fino al 2016 era parroco don Pino Cravero, nato nel 1937, ordinato nel 1961, pastore dal profilo spirituale e di spessore teologico, direttore di anime, già vicerettore del seminario, attorno a lui e al suo viceparroco don Stefano Revello, crebbe una folto gruppo di giovani non subalterni all’egemonia cattocomunista della GIAC, animatore di una liturgia bella e splendente.
A succedergli fu chiamato don Antonio Bortone, nato nel 1964, ordinato nel 1988, detto «l’ammodernatore» che impose un nuovo corso pastorale i cui frutti pare siano stati e siano piuttosto magri, così come nell’altra parrocchia di S. Vincenzo De’ Paoli.
Vi è poi S. Maria Madre della Chiesa nel Borgo Nuovo di cui è parroco dal 2016 don Stefano Bertoldini e S. Giuseppe Artigiano al Villaggio Fiat guidata dal 2020 dal colombiano don Martin Augusto Botero Gomez.
Nella piccola e ridente frazione di Mezzi Po vi è la parrocchia di S. Guglielmo Abate dove dal 1997 regna come un piccolo sovrano il personaggio più pittoresco del clero settimese e cioè don Paolo Mignani, classe 1949, di origine bergamasche, ordinato nel 1978, detto – a causa del barbone che gli incornicia il viso e per il suo ideologismo di sinistra – il «Carlo Marx» dei Mezzi Po.
Don Paolo, molto amato e quasi venerato dai suoi fedeli, appartiene alla schiera dei preti operai torinesi, quelli che fino al pensionamento anticipato, passarono la loro carriera lavorativa facendo i sindacalisti per poi accomodarsi in qualche tranquilla parrocchia di collina, del centro o di campagna con l’obiettivo di educare gli anziani parrocchiani ad una fede «adulta» e dove sembra esserci riuscito. Il suo tono, più che predicatorio è declamatorio e la sua polemica rasenta spesso la demagogia, anni addietro si spese con forza contro la discarica scagliandosi anche con veemenza contro le scelte del comune diventando così il leader della piccola comunità.
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen
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