"Quando ero piccolo, mia madre mi diceva sempre: "Se uno sconosciuto ti avvicina, ti offre caramelle e ti invita a salire in macchina con lui, vacci!". La frase è di Woody Allen celebre regista e umorista. Ah le caramelle... Di gelatina, al "Mou", gommose, di zucchero e chi più ne ha più ne mangi.
E parliamo di caramelle non foss'altro che nei giorni scorsi, un post pubblicato sui social è diventato virale e ha scatenato un mucchio di commenti. Il dito è puntato su via Palestro e sul trattamento che alcuni commercianti avrebbero riservato (il condizionale è d'obbligo, martedì scorso, nella giornata di Halloween, ai bambini accorsi in massa per il tradizionale "Dolcetto scherzetto". Ed erano tanti. Più di quanto umanamente i commercianti se ne aspettavano.
"Sono portavoce di un gruppo di genitori - scrive una mamma - che ieri, per fare felici i propri bimbi hanno deciso di partecipare all'iniziativa di festa per Halloween organizzata dai commercianti del centro...".
E quindi "forza andiamo". Alle 16,30 i bambini sono tornati a casa da scuola e sono arrivati in centro città intorno alle 17,30 giusto il tempo di vestirsi e farsi truccare. Immaginate la loro faccia quando, giunti sul posto, hanno visto fuori dalle vetrine dei negozi decine e decine di cartelli con su scritto "caramelle finite".
"Non prendete la gente per i fondelli - stigmatizza Mina Roialblue (Romina Mastroiorio) - Al passaggio dei bimbi certi chiudevano le porte o si rifiutavano di farli entrare con sguardi che non commento.... Si sta parlando di bambini di 6, 7, 8 anni, non di gruppi di ultras della Roma... Noi genitori eravamo allibiti. Altro che spirito della festa. Per non farli entrare dentro al proprio negozio (posso anche capire) sarebbe bastato mettere un tavolino fuori con due addobbi e una scatola con qualche caramella da donare...".
S'aggiunge l'imbarazzo di fronte a quella commessa che ad una semplice richiesta ("Scusi posso chiederle una cosa?") ha messo le mani avanti rispondendo a tono: "Non caramelle e non dolcetto e scherzetto!".
"Il negozio era deserto e mi ha guardata malissimo - stigmatizza - In passato ho fatto la commessa anche io e mi hanno sempre detto che nei festivi o quando si è in due a girarsi i pollici in un negozio deserto, si spalancano le porte e si sorride da orecchio a orecchio a chiunque accenni ad avvicinarsi. Ma forse sono rimasta indietro... Nonostante i due anni di COVID in cui si piangeva per poter riaprire, i tempi sono cambiati... Una menzione speciale per il rivenditore di caramelle, che dice ai bambini: Io le caramelle le vendo... non le regalo! ....Applausi!".
Insomma sarà anche stata una giornata di sole e di festa ma in via Palestro non c'era nulla per cui festeggiare.
"Scazzo e fastidio ovunque - insiste la donna - salvo in due negozi e con il mitico edicolante Franco. Lascio fuori volutamente Via Arduino. Oltre alle bellissime bancarelle di domenica scorsa, lì l'accoglienza è stata diversa. Peccato essere arrivati troppo tardi e quasi in chiusura. A saperlo prima il giro lo avremmo fatto solo lì!..".
Morale?
"Il prossimo anno ci organizzeremo per andare a spasso mascherati nei paesini limitrofi dove c'è sicuramente più simpatia e spirito di festa. Un consiglio ai commercianti di Ivrea: non aderite a certe iniziative se non ne avete voglia! Ricordatevi però che quei bambini sono gli adulti di domani e Amazon non si sconfigge così ai loro occhi...".
Tra gli interventi uno in particolare ha riscosso parecchio successo. E' di Lorena Borsetti di Momilla con negozio in via Arduino.
"Ho comprato davvero tante caramelle, domenica (abbiamo pubblicizzato sui social) ne ho date via tante, non pensavo che ci fossero così tanti bimbi ieri.... mi sembrava brutto dare solo una caramella a bimbi, quindi gliene davo di più e alle 17.30 davvero avevo finito le caramelle! Mi spiace, l'anno prossimo ne comprerò di più! Comunque tanti bimbi così mai visti!!!"
Seguono una lunga serie di commenti di chi non concorda o che invita gli eporediesi a farsi un giro nei piccoli comuni del circondario, a Pavone, piuttosto che a Lessolo o a Strambino.
"Posso assicurare - scrive Laura Fer (Laura Ferrero) - che anche ad Ivrea in via Palestro i bambini hanno fatto il pieno di dolcetti e caramelle! Ne sono testimone e artefice! Purtroppo piace parlare male! La cattiveria è gratuita! Se parlare a vanvera costasse anche solo 1€ ti posso assicurare che prima di sputtanare ci penserebbero! Al mattino in Piazza Ottinetti c'erano 80 bambini accolti con dolci e giochi, al pomeriggio sono stati accolti i bambini più grandi comprese le madri, che anche loro pescavano caramelle nei cestini!!!! Bel ringraziamento! Ma vi anticipo che saranno presi provvedimenti per le diffamazioni fatte!!!!".
La verità è che non sempre le previsioni coincidono con il consuntivo. Se non si sa quanti bambini arriveranno, hai voglia a comprare caramelle...
Insomma, ci sta, eccome se ci sta, che un commerciante che pensa di avere fatto tutto quello che poteva e di averlo fatto bene, reagisca in questo modo.
"Quello che non ci sta è l'utilizzo dei social per infangare un'intera categoria di commercianti e con essi l'intera città..." commenta nel day after Laura Ferrero.
Miracoli di Facebook: e vissero tutti felici e scontenti!
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