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Cronaca

Finisce la fuga del falsario milionario: arrestato a Torino l’uomo che in Ungheria pagò l’oro con 5.000 banconote false

L’uomo, 56 anni, aveva un mandato d’arresto europeo per una maxi truffa da un milione di euro: rintracciato e fermato dalla Squadra Mobile

Finisce la fuga del falsario milionario

Finisce la fuga del falsario milionario: arrestato a Torino l’uomo che in Ungheria pagò l’oro con 5.000 banconote false

Ricercato in tutta Europa, si nascondeva a Torino. La Polizia di Stato ha arrestato un cittadino italiano di 56 anni, destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dal Tribunale Distrettuale di Budapest per una truffa internazionale basata sulla falsificazione e spendita di banconote contraffatte.

L’uomo, classe 1969, era accusato dalle autorità ungheresi di aver partecipato, nel novembre 2020, a un’operazione criminale dal valore di circa un milione di euro. Secondo le indagini, avrebbe concordato insieme ad altri due complici l’acquisto di oro in Ungheria, pagando parte della somma con banconote autentiche e parte con oltre 5.000 banconote false da 200 euro.

Il mandato di arresto europeo era stato emesso lo scorso 29 agosto 2025 e diffuso nell’area Schengen il 13 ottobre, dopo che gli investigatori magiari avevano raccolto prove e testimonianze che riconducevano al cittadino italiano la responsabilità del reato. La pena prevista dal Codice Penale Ungherese per falsificazione, spendita e introduzione di moneta contraffatta può arrivare fino a 15 anni di reclusione.

Dopo giorni di indagini mirate e pedinamenti, gli uomini della Squadra Mobile di Torino sono riusciti a localizzare il ricercato in un’abitazione della cintura cittadina. Nella serata del 24 ottobre, gli agenti hanno fatto irruzione e lo hanno tratto in arresto, ponendo fine a una latitanza durata quasi cinque anni.

L’operazione, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale e in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria Italiana, si è conclusa con la traduzione del detenuto nella casa circondariale torinese, dove resta a disposizione della Corte d’Appello, che dovrà ora decidere sull’eventuale estradizione verso l’Ungheria.

Gli investigatori sospettano che il 56enne possa aver mantenuto legami con ambienti del traffico internazionale di valuta contraffatta, attivi tra Europa dell’Est e Italia settentrionale, un settore dove i gruppi criminali si muovono con organizzazione e competenze tecniche elevate.

Il caso conferma l’efficacia della cooperazione giudiziaria e di polizia tra i Paesi europei nell’ambito del sistema di mandato di arresto europeo, introdotto nel 2002 proprio per agevolare l’arresto e la consegna dei ricercati in ambito Schengen. Per l’uomo arrestato, accusato di aver tentato di ingannare il sistema con una montagna di denaro falso, la fuga si è conclusa proprio dove pensava di essere al sicuro: a casa sua.

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