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Automobilista distratto sul ponte passerella

Un automobilista percorre la Passerella Natale Capellaro a Ivrea: incredulità di pedoni e ciclisti tra GPS creativo e «automobilismo interpretativo»

C’è chi attraversa la Passerella Natale Capellaro a piedi.
Chi in bici.
Chi per farsi una foto con la Dora sullo sfondo.

E poi c’è chi ha detto: «Sai che c’è? Io ci passo in macchina».

Non è una metafora.
Non è una provocazione artistica.
Non è nemmeno un rendering del futuro della mobilità sostenibile.
È successo davvero: un automobilista si è infilato nella passerella ciclopedonale e, dettaglio non trascurabile, l’ha percorsa. Con calma. Con convinzione. Con l’aria di chi pensa che il cartello “pedonale” sia solo un suggerimento.

Un ponte in legno, pensato per persone, biciclette, passeggiate, tramonti e buoni propositi urbanistici, improvvisamente promosso a variante urbana non autorizzata. Altro che bypass, altro che tangenziale: passerella carrabile edition.

Qualcuno parla di distrazione.
Qualcun altro di GPS creativo.
Noi propendiamo per una nuova corrente di pensiero: l’automobilismo interpretativo. Dove ogni strada è una strada, finché ci passa una macchina.

I pedoni guardano.
I ciclisti sgranano gli occhi.
La passerella resiste, stoica, come ha fatto negli anni con l’umidità, il tempo, le polemiche e ora anche con le quattro ruote.

Morale:
A Ivrea puoi sbagliare uscita, sbagliare ponte, sbagliare tutto.
Ma se ci credi abbastanza… arrivi lo stesso dall’altra parte.

La mobilità del futuro, oggi. Senza preavviso.

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