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Cronaca

Strage di Brandizzo, il padre di Kevin Laganà: “Io ho bisogno di giustizia, chi ha colpa paghi!” L’inchiesta della Procura destinata ad allargarsi

Emergono nuovi particolari dal fascicolo di inchiesta della Procura della Repubblica di Ivrea

Strage di Brandizzo. La Procura indaga per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo

La notte terribile a Brandizzo

Di fianco all'ingresso, sotto una cassetta delle lettere sbiadita, l'unico colore viene dai mazzi di fiori e da un lumino acceso.

Ci sono ancora le rose gialle e lylium bianchi deposti ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il fiocco tricolore.

Accanto, dei piccoli crisantemi gialli con un biglietto: "Rispetto per le vittime del lavoro onesto". "I vostri colleghi" sono le parole invece su di un cartoncino pinzato alla carta trasparente che avvolge cinque girasoli. 

Cinque, come le vittime di uno dei più gravi incidenti sul lavoro che il Piemonte ricordi: gli operai morti nella notte tra mercoledì e ieri, travolti da un treno vicino alla stazione appena descritta, quella di Brandizzo, nel Torinese. 

Sui binari la calce segna dove le vittime sono state travolte, in un silenzio irreale rotto da pochi passeggeri e da treni per la maggioranza in transito, che neanche si fermano in questo paese della seconda cintura della Città metropolitana di Torino. 

I rari passanti provano a dire qualche parola che non nasconde lo sgomento, a dare una spiegazione, mentre le forze dell'ordine si mobilitano per l'arrivo di rappresentanti delle istituzioni.

Sul luogo dell'incidente sono stati oggi, tra gli altri, il presidente della Commissione d'indagine sulle condizioni di lavoro, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del Senato, Tino Magni, ancora il sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni, poi il questore di Torino, Vincenzo Ciarambino, e la dirigente del compartimento polizia ferroviaria Piemonte e Valle d'Aosta, Angela Catapano, mentre era presente anche il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Gianluca Gavazza. 

Per il resto silenzio, un silenzio che riporta all'altra notte. 

"La cosa che mi ha colpito era il silenzio, irreale, dopo il frastuono" dice Luca, il titolare del bar di fronte alla stazione. 

"Stavo chiudendo quando ho sentito un boato" racconta, e ha notato due persone sul marciapiede, i due operai superstiti. 

"Sono andato verso di loro - dice -, erano sotto choc, uno non riusciva neanche a parlare, l'altro mi ha detto che erano in sette e che cinque suoi colleghi erano stati investiti". 

I due rimasti vivi, entrambi indagati, sono Andrea Girardin Gibin, il caposquadra di 53 anni, collega delle vittime, tutti dipendenti della Sigifer. 

"Da anni andava a lavorare insieme ai suoi compagni, e continua a ripetere i loro nomi - dice la cognata, Deborah -. Dovrà essere seguito da psichiatri e psicologi per un po' di tempo". 

"Stanno malissimo, sono distrutti e non vogliono parlare con nessuno. Speriamo che presto venga tutto chiarito" è la voce di una vicina di casa e amica della famiglia di Antonio Massa, 46 anni, di Grugliasco, l'addetto di Rfi al cantiere, anche lui indagato.

A Brandizzo intanto, sindaco in testa, si mobilitano con una raccolta fondi per i familiari di Giuseppe Sorvillo, una delle vittime, cercando aiuti non solo economici.

Ed è difficile rompere il silenzio del dolore di queste famiglie, tranne che per quella del più giovane, Kevin Laganà, 22 anni, di Vercelli, dove oltre un centinaio di persone nel pomeriggio sono arrivate sotto casa, soprattutto giovani, tutti con una maglietta con il volto dell'amico stampato, palloncini, fuochi d'artificio, fiori e richieste di giustizia. Che vengono anche dal papà del ragazzo: "Poco prima di mezzanotte mi ha mandato un messaggio: 'Papà ti amo' e non l'ho più visto rientrare a casa. Io ho bisogno di giustizia: chi ha colpa paghi, solo questo". 

Intanto oggi non è stato solo il giorno del dolore.

Alcuni manichini insanguinati sono stati esposti alla stazione Porta Nuova di Torino in occasione di una manifestazione dell'Usb per protesta contro la morte di cinque operai. Sopra alle figure in plastica adagiate per terra e macchiate di rosso è stato messo un cartello con la scritta: "Più di tre morti al giorno da infortuni sul lavoro in Italia. Mobilitiamoci".

E’ attesa per domani, invece, la visita del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, che sarà sabato pomeriggio a Brandizzo, per un confronto con gli organi di vigilanza sul territorio.

L’inchiesta della Procura si allarga?

Se le procedure fossero state seguite alla lettera, la tragedia di Brandizzo non si sarebbe mai verificata.

E' quanto emerge dai primi atti dell'inchiesta della procura di Ivrea, chiamata a fare luce sull'incidente che, l'altra notte, è costato la vita a cinque operai, travolti e uccisi da un treno in transito sui binari della ferrovia Torino-Milano, sulla linea convenzionale.

Due persone sono state già iscritte nel registro degli indagati, ma è probabile che nelle prossime ore l'inchiesta sia destinata ad allargarsi.

I primi due indagati sono i sopravvissuti dell'incidente: Antonio Massa, 46 anni di Grugliasco, addetto di Rfi al cantiere, il cosiddetto "scorta-ditta", e Andrea Girardin Gibin, 52 anni di Borgo Vercelli, capocantiere della Sigifer, l'azienda vercellese che aveva in appalto i lavori di manutenzione sui binari, collega delle cinque vittime.

Il primo, in particolare, presente sul posto a poca distanza dal cantiere, avrebbe dovuto impedire agli operai di iniziare il lavoro in attesa del passaggio del treno che li ha travolti.

"Sono emerse gravi violazioni della procedura di sicurezza al momento dell'incidente", ha spiegato la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione.

Sono emerse gravi violazioni della procedura di sicurezza al momento dell'incidente.

Talmente gravi che, sebbene il fascicolo sia stato aperto per disastro e omicidio colposo, gli inquirenti non escludono si arrivi a ipotizzare il dolo eventuale.

Circostanza che cambierebbe, e non di poco, la posizione degli indagati. "Non ci sarebbe stata l'autorizzazione a lavorare sui binari al momento del passaggio del treno", aggiunge la procuratrice, che poi si sofferma sulle normative vigenti: "Stiamo anche lavorando per verificare se può essere considerata sicura la procedura complessiva. Quanto accaduto ha reso palese che il meccanismo di garanzia non era sufficiente a tutelare un lavoro così delicato in una sede pericolosa come quella dei binari ferroviari".

Il semaforo al binario 1, infatti, era regolarmente verde all'imbocco della stazione di Brandizzo e i macchinisti del treno in transito, senza passeggeri, molto probabilmente in ritardo di qualche minuto secondo la tabella di marcia prevista, non sono stati avvertiti in merito alla presenza degli operai sui binari.

Sono Marcello Pugliese, 52 anni, e Francesco Gioffrè, 29 anni, entrambi di Torino, che oggi pomeriggio, sentiti a Ivrea come persone informate sui fatti, hanno ribadito la loro versione alle pm Giulia Nicodemi e Valentina Bossi.

Il treno che ha investito i cinque operai

Sulla loro posizione, al momento, non sono emersi profili di responsabilità. Secondo la ricostruzione effettuata dalla procura, inoltre, gli operai erano già lì da qualche minuto e stavano già sbullonando i binari quando è arrivato il treno: "Si è rischiata una situazione ancora più grave, perché se il convoglio fosse passato dopo la rimozione dei binari, prevista nel corso dei lavori di manutenzione, sarebbe deragliato", ha confermato la procuratrice Viglione.

Tutto fermo, per ora, per quel che riguarda il via libera ai funerali delle cinque vittime. Probabilmente nei prossimi giorni, attraverso alcune procedure tecniche, compresi test del Dna, si tenterà di procedere al riconoscimento dei resti.

Per i parenti delle vittime ancora dolore e richieste di giustizia, mentre si mobilitano raccolte fondi da più parti, come dal fondo di solidarietà per le vittime che le organizzazioni sindacali hanno chiesto a Rfi di creare con le trattenute economiche dello sciopero di oggi.

Una quota che Rfi ha deciso di potenziare versando una quota equivalente.

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