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Cronaca

Strage di Brandizzo: "Violazioni gravissime delle procedure di sicurezza: non c'era l'autorizzazione a lavorare" (VIDEO)

La procuratrice Gabriella Viglione ipotizza il reato di dolo eventuale ritenendo che quella strage fosse prevedibile in quelle condizioni

I 5 operai morti sui binari della linea ferroviaria Torino Milano sarebbero stati esposti ad un pericolo prevedibile.

La Procuratrice Generale di Ivrea Gabriella Viglione parla di gravissime violazioni delle procedure di sicurezza sul lavoro.

Lo ha detto questa mattina aggiungendo che, all'esito delle indagini compiute fino ad ora, l'autorizzazione a lavorare da parte di Rfi non c'era.

Saranno le ulteriori indagini a far luce sul motivo per il quale quella squadra di 6 operai è stata mandata a sostituire quel binario di 6 metri senza quell'autorizzazione così importante, quella che dà il via libera a lavorare in sicurezza in un posto così pericoloso come le rotaie della ferrovia.

E ciò nonostante ci fosse una persona preposta a verificare che quell'autorizzazione ci fosse prima di iniziare le operazioni.

"Emergono già dei profili di responsabilità per i quali dovremo indagare delle persone a brevissimo - ha dichiarato la Pm Viglione questa mattina -. Al di là di questo, gli accertamenti proseguono per verificare esattamente se e quanto possa essere considerata sicura la procedura complessiva. Quindi anche quella che stava a monte di questo momento . E' evidente che quanto accaduto dimostra che il meccanismo di sicurezza non era sufficiente a tutelare adeguatamente un lavoro così delicato in una sede così pericolosa come la sede dei binari ferroviari".

LA SOSTITUTA PROCURATRICE GIULIA NICODEMI

Parole pesanti come macigni quelle della Procuratrice Generale: "L'evento, certamente, poteva essere evitato se la procedura fosse stata seguita regolarmente".

A recarsi sul posto per le indagini è stata la Pm Giulia Nicodemi che in stazione a Brandizzo ha trascorso la notte e il giorno successivo.

Si profila già anche l'ipotesi di reato

"Per come è emersa la situazione relativa al segmento immediatamente precedente, è possibile anche ipotizzare una situazione che vede la possibilità di contestare il dolo eventuale. Siamo davanti ad una violazione molto importante delle procedura di sicurezza".

Il dolo eventuale è la più grave delle fattispecie di reato che si possano ricondurre alle violazioni sulle procedure di sicurezza sul lavoro. Implica infatti che gli eventi che si sono verificati fossero prevedibili e che sia stato accettato il rischio che ciò potesse succedere.

"L'attuale situazione ci porta a ritenere che non ci fosse l'autorizzazione a lavorare in quel momento. Questo benché ci fosse del personale proposto a verificare che l'autorizzazione dovesse esserci".

Da quanto emerge, gli operai erano già sul luogo dell'incidente da qualche minuto quando sono stati travolti dal treno diretto a Torino. Avevano svolto delle operazioni di lavoro vero e proprio. Stavano già sbullonando la parte di binario da cambiare. 

LA POSIZIONE DI RFI

Rfi è stata chiara fin da subito spiegando in un comunicato ufficiale qual era la procedura da seguire.

"Sotto indagine - spiegano dalla Ferrovie - è il rispetto della procedura di sicurezza vigente. Infatti, questo genere di interventi di manutenzione, che nello specifico riguardavano il cosiddetto armamento (binari, traverse, massicciata), RFI le affida anche a imprese esterne qualificate e certificate, e si eseguono come previsto in assenza di circolazione dei treni. Il cantiere può essere attivato, quindi, soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa del cantiere, in questo caso dell’Impresa, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all’interruzione concessa, da parte del personale abilitato di RFI".

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