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Dalla cassa del supermercato ai binari della morte, il tragico destino di Beppe Sorvillo

Il papà brandizzese aveva lavorato per il Presto Fresco di Mazzè fino a 6 mesi fa

Beppe Sorvillo

Giuseppe Sorvillo aveva 43 anni e un solo pensiero: la sua famiglia. Sua moglie Daniela e i loro due bambini di 7 e 9 anni.

La casetta rosa di via Lanzo in cui abitavano era lo scrigno di quella felicità fatta di famiglia e di lavoro.

E proprio per migliorare la sua posizione, per creare un futuro migliore, Beppe 6 mesi fa aveva lasciato il suo posto da cassiere al supermercato Presto Fresco di Mazzè. 

A ricordarlo, con un post su Facebook, è stato il consigliere comunale di Mazzè, Beppe Leuci.

Leuci, scrive: "Uno dei ragazzi morti stanotte a Brandizzo era Giuseppe Sorvillo, fino a pochi mesi fa dipendente del Presto Fresco".

Leuci poi ha aggiunto con commozione: "Che la terra ti sia lieve amico caro e persona stupenda".

A confermarlo è anche un vicino di casa: "Sì è vero, Beppe lavorava in quel supermercato e gli avrebbero anche rinnovato il contratto. Ma ha preferito cambiare lavoro".

Beppe mercoledì sera ha salutato la moglie e i bambini per andare a lavorare e non è più tornato a casa.

"La comunità si è presa sulle sue spalle questa famiglia. Brandizzo ha sempre risposto bene, e lo farà anche questa volta". A prometterlo è il sindaco Paolo Bodoni.

Oggi Bodoni, è tornato alla stazione teatro del tragico incidente, a mostrare ancora una volta quanto la cittadina si sia stretta intorno alle famiglie delle vittime. In particolare a quella di Giuseppe Sorvillo, che viveva proprio a Brandizzo, con la moglie e due figli.

IL SINDACO BODONI, CON LA FASCIA, VICINO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA DURANTE LA VISITA DI IERI A BRANDIZZO

"Stiamo cercando di creare una rete sociale intorno a questa famiglia - dice il sindaco -. Qui non hanno parenti, ma tanti vicini di casa e amici che gli vogliono bene e che gli stanno accanto. Noi mettiamo a disposizione tutto quello che possiamo, abbiamo attivato la Asl e l'assistente sociale per il supporto psicologico e aperto, tramite la onlus Una Finestra su Brandizzo, una sottoscrizione a favore della famiglia".

Inoltre da ieri, è stato proclamato il lutto cittadino fino al giorno dei funerali, al momento non ancora fissato.

Solo sei mesi fa, dunque, Sorvillo era entrato in Sigifer, quell'azienda di Borgo Vercelli che si occupa di costruzione e manutenzione di impianti ferroviari ora sotto la lente d'ingrandimento della Procura.

Il sospetto è che non siano state rispettate le procedure di sicurezza. Che ci siano state "gravissime inadempienze" come ha detto oggi la Procuratrice Generale Gabriella Viglione.

LA PROCURATRICE VIGLIONE

Al momento gli indagati sono due: i sopravvissuti alla tragedia. 

Uno è Andrea Girardin Gibin, caposquadra Sigifer, 53 anni di Borgo Vercelli, scampato alla tragedia solo per essersi buttato dalla massicciata. Come tutti, non ha sentito arrivare il treno, ma d'istinto s'è lanciato e s'è salvato. Il suo racconto l'ha affidato al sindaco di Brandizzo Paolo Bodoni che, insieme al collega di Chivasso Claudio Castello, ieri gli ha fatto visita in ospedale.

L'altro indagato è Antonio Massa, 46 anni, residente a Grugliasco, dipendente di Rfi. Lui non è stato sfiorato dal treno lanciato ai 160 chilometri orari perché era al telefono, lontano dalla squadra in quel momento.

Ieri sera sono stati dimessi entrambi dal pronto soccorso di Chivasso dove sono stati tenuti in osservazione alcune ore.

Una vicina di casa e amica di famiglia di Massa, racconta: "Stanno malissimo, sono distrutti e non vogliono parlare con nessuno. Speriamo che presto venga tutto chiarito". 

L'amica sta dando una mano guardando i bambini della coppia, in queste ore difficili.

"Sono appena tornata dalle vacanze e ho letto dell'incidente questa mattina sui giornali - aggiunge la donna -. Sono molto dispiaciuta di quando sta accadendo, perché li conosco da tanti anni e sono delle bravissime persone".

Massa da quando è stato dimesso dall'ospedale è casa sua con la famiglia, ma da questo pomeriggio non risponde al citofono, chiudendosi nel silenzio.

Ora si teme per l'equilibri psicologico dei superstiti e delle famiglie delle vittime. 

A chiedere che venga dato loro un sostegno psicologico immediato è David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi.

IL PRESIDENTE DELL'ORDINE NAZIONALE DEGLI PSICOLOGI, DAVID LAZZARI

 "Lasciare queste persone sole, senza un sostegno adeguato ora, significa aumentare il rischio che vadano incontro a traumi cronici, che possono innescare anche patologie a livello fisico", avverte.

"Un mancato intervento a livello psicologico - spiega Lazzari all'ANSA - può comportare nei familiari delle vittime innanzitutto una condizione che definiamo di lutto patologico, ovvero un lutto che il soggetto non riesce ad elaborare e che può sfociare in atteggiamenti di chiusura ma anche in grave depressione o in patologie fisiche".

Nella maggioranza dei casi, sia per i sopravvissuti ad una tragedia sia per i familiari delle vittime, il rischio è che si sviluppi comunque un disturbo post-traumatico da stress: "Si tratta di un quadro patologico importante che condiziona la persona fortemente. Per questo - sottolinea Lazzari - anche le linee guida dell'Oms prevedono un intervento psicologico tempestivo in situazioni di emergenza. L'intervento precoce è infatti efficace ed esistono tecniche specifiche e protocolli mirati".

Eppure, in varie situazioni di tragedie sul lavoro, ad essere garantita è la sola assistenza medica.

I NUMERI DELLE MORTI BIANCHE

Ed i numeri di tali tragedie non accennano a calare: 450 morti solo nei primi sei mesi dell'anno, ai quali si aggiungono 700 mila infortunati sul lavoro nel 2022, 245 mila nei primi 5 mesi del 2023, cui si aggiungo i familiari.

Situazioni, afferma il presidente degli psicologi, che "creano drammi, spezzano o cambiano vite, un mare di sofferenza psicologica che spesso diventa malattia. Ma la maggior parte di queste situazioni non ha avuto sinora alcun aiuto psicologico. Sono anni che ci battiamo come Cnop perché si abbia diritto a curare le ferite della psiche oltre a quelle del corpo, perché sono ferite che possono avere un impatto sulla salute, sul lavoro, sulla vita in generale e condizionarne la ripresa e il futuro".

Qualcosa però sta cambiando e presto, annuncia Lazzari, agli infortunati sul lavoro ed ai familiari delle vittime potrà essere garantita un'assistenza psicologica gratuita grazie ad un accordo con l'Inail: "Abbiamo avviato una collaborazione con l'Anmil ed è in via di approvazione un protocollo con l'Inail. Questo dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni e garantirà finalmente l'assistenza psicologica gratuita in queste situazioni".

Si tratta di "pietà per i caduti e aiuto per i vivi a non morire dentro", conclude il presidente degli psicologi.

Oggi, nel tardo pomeriggio, il questore di Torino, Vincenzo Ciarambino, e la dirigente del compartimento polizia ferroviaria Piemonte e Valle d'Aosta, Angela Catapano, si sono recatialla stazione ferroviaria di Brandizzo, sul luogo dell'incidente costato la vita a cinque operai.

Ad accoglierli il sindaco Paolo Bodoni e il vicepresidente del Consiglio regionale Gianluca Gavazza, che ha sottolineato "l'importanza della presenza delle istituzioni, del territorio, dello Stato, in questo momento".

Il questore e la dirigente polfer sono rimasti a lungo sul marciapiede accanto ai binari, informandosi soprattutto sulle famiglie delle vittime, in particolare quella dell'operaio che viveva a Brandizzo. Una presenza, quella di Ciarambino e Catapano, per portare la vicinanza e il sostengo della polizia e rendersi conto di persona di quanto accaduto. 

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