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Crescentino

Addio al professor Giorgio Massola

Per anni è stato docente di Lettere e Storia e vicepreside al “Calamandrei”

Giorgio Massola

Giorgio Massola aveva 69 anni

Ha destato commozione e cordoglio in città l’improvvisa scomparsa, a 69 anni, del professor Giorgio Massola. Viveva a Casale Monferrato, e per molti anni è stato stimato docente di italiano e storia all’Istituto “Calamandrei” di Crescentino, dove aveva trascorso gran parte della sua carriera di insegnante e dove era stato anche vicepreside fino al 2018, quando era andato in pensione. E quanto fosse stimato e amato nella scuola in cui ha lavorato per tanti anni lo ha dimostrato l’alta partecipazione di ex allievi ed ex docenti del “Calamandrei”, oltre all’attuale corpo docenti e Ata, che hanno presenziato ai funerali, svoltisi sabato 21 gennaio al tempio crematorio di Asti.

L’Istituto “Calamandrei” in una nota ricorda che Massola «con la sua passione, la sua cultura e la sua dedizione all’insegnamento ha contribuito alla crescita di molti allievi e allieve, che negli anni si sono diplomati e diplomate nel nostro istituto, e che ancora oggi lo ricordano con affetto e ammirazione. E’ stato e sarà punto di riferimento insostituibile, grazie alla sua capacità di affrontare qualsiasi situazione mantenendo una serena obiettività, con sottile ironia e grande disponibilità».

Giorgio Massola era inoltre un appassionato medievista, e proprio sull’età di mezzo - e, in particolare, sugli itinerari di pellegrinaggio - ha pubblicato numerosi saggi. Lascia la moglie Paola e la figlia Eloisa.

Geniale, burbero e tenerissimo

Il professor Giorgio Massola era geniale, burbero e tenerissimo insieme. Da suo ex alunno, forse, non sono in grado di farne il ritratto preciso, quello giusto per un uomo così, per un professore diverso da tutti. Ho certamente dei ricordi che si inseguono alla rinfusa. Durante ogni lezione ricordo i suoi sigari fumanti appoggiati al davanzale della finestra. Non cercava mai il consenso durante la sua lezione di Italiano oppure di Storia. Era un insegnante moderno e lasciava spazio alla versione degli alunni salvo poi, a fine lezione, riuscire a convincerci della sua versione. 

Il professor Massola - ricordo - mi ha insegnato anche ad apprezzare la rivoluzione russa del 1917. Era l’anno della Maturità e il programma didattico prevedeva che si trattassero molte cose. Ma alla fine i tre quarti dell’anno scolastico vennero dedicati allo studio della rivoluzione sociopolitica che sconvolse la Russia. Quello era un periodo storico di cui il professor Massola fu uno dei più grandi insegnanti. Mi piace raccontare l’aneddoto dell’orologio da taschino con la falce e martello che ad ogni interrogazione era solito appoggiare sulla cattedra e ben in vista.

Aveva sempre una risposta giusta e non era mai banale. Come quella data a noi studenti in previsione di uno sciopero per sapere se dovevamo studiare per l’interrogazione in programma il mattino dopo. «Prof, ci scusi ma lei domani aderirà allo sciopero?» E a quella domanda la sua risposta ci spiazzò: «Non posso dirvi se farò sciopero perché è fatto per creare disagio…».

E ancora, come membro della commissione interna per gli esami di maturità ricordo come quell’estate, tra la prova scritta e l’orale, ci invitò tutti quanti a casa sua a Casale Monferrato. Quello era il suo modo per rassicurarti. Per trasmetterti tranquillità. 

Il professor Massola aveva una passione smisurata per i luoghi di culto: chiese o monasteri faceva poca importanza per lui. A Roma durante una gita scolastica ci fece visitare moltissime chiese della Capitale. Amava la storia del monachesimo e collezionava statuette e oggettistica. 

Aveva un rapporto quasi maniacale con i libri. Amava la storia di Abelardo e Eloisa a tal punto da chiamare la figlia con il nome della badessa e letterata francese del XII secolo.

Buonanotte professore.

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