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Crescentino
21 Gennaio 2023 - 23:19
La decisione di permettere di assistere alla sfilata del Carnevale di Crescentino soltanto a chi paga un ticket di 5 euro può essere condivisibile o no, e sul tema i crescentinesi si stanno accanitamente dividendo con un impegno e una partecipazione degni di miglior causa; ma Crescentino è così, è la patria degli strumenti di distrazione di massa: ci si accapiglia su feste, sagre, canti, balli e cotillons mentre passano inosservate decisioni ben più impegnative e foriere di conseguenze sulla cittadinanza.
Il dibattito ticket sì / ticket no sta però lasciando in secondo piano alcune discutibili affermazioni del presidente dei “Birichin” Andrea Bazzano e del sindaco Vittorio Ferrero.
I due, con un'azione evidentemente coordinata sui social e sui loro settimanali-scendiletto, di fronte ai mugugni dei no-ticket stanno cercando di far passare l'idea che concedere l'ingresso al centro storico a pagamento il giorno della sfilata sia una decisione presa «esclusivamente» dai Birichin, e che sul punto non si debba coinvolgere l'Amministrazione comunale.
Ebbene: è chiaro a tutti (addirittura anche al consigliere Carmine Speranza: se se n'è accorto lui...) che un'associazione, per quanto benemerita, non può vietare l'accesso a pubbliche vie e a pubbliche piazze se non con il consenso del Comune.
Bazzano e compagnia carnevalante, anche quando sono bardati con feluche piumate e mantelli, non sono pubblici ufficiali né ufficiali di pubblica sicurezza: siccome non siamo più ai tempi del Conte Tizzoni, per istituire varchi di accesso devono giuridicamente essere “coperti” da un provvedimento (un'ordinanza, solitamente) del Comune. Addirittura la Giunta comunale ha già deliberato l'«utilizzo dei mezzi comunali per chiusura strade (ex legge Gabrielli sulla sicurezza) e delle transenne comunali da ubicarsi nell’area della manifestazione». Quindi Ferrero ha poco da fare il pesce in barile: se il suo amico Bazzano decide di chiudere il centro, e poi lo fa - e mette vigilantes agli ingressi, e fa pagare il biglietto - è perché lui glielo consente e, da sindaco, firma.
Ancor più peregrina, al limite del ridicolo, è poi l'esortazione di Ferrero a «lasciare il Carnevale fuori dalla politica». Alla presentazione di Papetta, Conte e relativa corte al Teatro Angelini, il 6 gennaio scorso, anch'essa sapientemente orchestrata dal ticket Ferrero-Bazzano, c'erano praticamente più politici - della Giunta comunale, della Provincia e della Regione - che maschere, e tutti sono stati invitati sul palco a far discorsi e ricevere applausi, manco fossero Gianduja o il Bicciolano o Burlamacco, e anche nei giorni successivi hanno continuato a scambiarsi reciproci inchini e salamelecchi sui social. Ferrero, quindi, predica bene e razzola male: esorta a lasciare il Carnevale fuori dalla politica ma è il primo - con la regia del fido Bazzano - a portare la politica nel Carnevale, per consolidare alleanze trasversali pro domo sua al cui confronto quella storica tra Crescentino e Vische è roba da dilettanti.
Che poi l'associazione che sta dietro il Carnevale crescentinese sia uno dei principali bacini elettorali di Ferrero (che, lo ricordiamo, è sindaco per soli 18 voti), e che il suo presidente Bazzano sia uno che ha alacremente lavorato per l'elezione dell'attuale primo cittadino, e che tuttora - appositamente pagato dai crescentinesi, con incarico creato ad hocda Ferrero nella pianta organica del Comune - gli faccia da spin doctor e da addetto al marketing in vista di una futura rielezione, è il segreto di Pulcinella. Anche questo l'ha capito pure Speranza, che è tutto dire. Quindi quando Ferrero - da che pulpito! - invita a tenere distinti politica e Carnevale, lo fa perché a Crescentino pensa di avere di fronte una platea di grulli, di clientes e di lacché. E probabilmente ha ragione.
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