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28 Novembre 2025 - 00:12
A San Bernardo, ormai, non arrivano solo i cittadini indignati: arrivano anche le telecamere. Quelle del TGR Piemonte, con un servizio di Federica Burbatti che ha portato la cava "che ancora non c'è" nel salotto di mezzo Piemonte. Il racconto televisivo non lascia spazio a dubbi.
«Barriere anti rumore, paesaggio deturpato dagli scavi, traffico continuo di mezzi pesanti», così gli abitanti immaginano il futuro di un quartiere che si sente accerchiato. E infatti si oppongono da anni a un progetto della società Cogeis di estrazione sabbia che sembrava sepolto, archiviato, superato dagli eventi.
E invece no: la Città Metropolitana ha rinnovato l’autorizzazione, e la paura è tornata ad allungarsi sui campi della zona. Nel servizio, Burbatti sottolinea anche il dettaglio emerso con prepotenza nei giorni scorsi: «Il Comune ha ribadito la contrarietà alla cava approvando una mozione, ma questa documentazione non è mai arrivata all’ex Provincia dove invece sono stati inviati due pareri positivi dell'Ufficio tecnico, il primo nel novembre scorso, il secondo poche settimane fa».
Una frase che, da sola, basterebbe a spiegare la tensione che si respira in città. A maggior ragione oggi, con il Comitato No Cava pronto ad affollare la sala del Consiglio comunale di questa sera per ascoltare le giustificazioni del sindaco Matteo Chiantore.
Ci si chiede: quando parlerà? All’inizio, nelle comunicazioni, o in risposta alla mozione dei Fratelli d'Italia (Andrea Cantoni e Marzia Vinciguerra)?
La risposta, in realtà, è un indicatore politico molto più significativo di quanto sembri. Se Chiantore sceglierà di affrontare subito la questione nelle comunicazioni, prima ancora del dibattito formale, il messaggio sarà limpido: rispetto per i cittadini No Cava, volontà di presentarsi senza filtri, desiderio di spiegare in autonomia ciò che è accaduto.
Una mossa che gli permetterebbe di togliere centralità a chi questa battaglia l’ha caricata sulle proprie spalle: Andrea Cantoni. Un intervento iniziale servirebbe al sindaco per riprendere in mano la narrazione, mostrarsi trasparente e dialogare con i cittadini, in un momento in cui il presidente del Consiglio Luca Spitale è, di fatto, fuori dai giochi e l’assise aperta al pubblico.
Se invece Chiantore sceglierà di tacere fino al dibattito sulla mozione, l’effetto sarà opposto: apparirà vincolato, incalzato, costretto a rispondere alle domande e non a guidare la discussione. E, inevitabilmente, di sottofondo si leverebbero i “mugugni” dei cittadini, magari anche qualche “vaffanculo”, e chissà se Spitale sarà capace a dribblare tra un “sono io il presidente”, “la parola la dò io”, “adesso basta”, sempre che non gli parta un embolo prima della fine.
La verità è che Cantoni all’angolo non ci vuole stare. Anzi, rilancia. La sua dichiarazione, ormai rimbalzata ovunque, è un colpo diretto alla credibilità della Giunta: «Cava di San Bernardo, facciamo chiarezza», esordisce. Il consigliere mette il dito nella piaga: nella determinazione dirigenziale della Città Metropolitana sono citati due pareri dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ivrea, ma non c’è alcuna traccia del voto unanime del Consiglio comunale contrario alla cava. Da qui la domanda – semplice, brutale, inevitabile: «Il Sindaco avrà mandato anche quello?»
Per questo Cantoni ha depositato una richiesta formale di accesso agli atti. Vuole vedere tutto, capire cosa sia realmente partito da Ivrea verso Torino. Perché se emergesse che la volontà politica esplicitata in aula non è stata seguita dagli atti amministrativi, la partita diventerebbe molto più pesante.
«Questa vicenda è troppo importante per lasciare spazio a ombre che, se confermate, archivierebbero definitivamente la credibilità della Giunta Chiantore», sostiene il consigliere.
Poi c’è il tema della trasparenza. Quella promessa, garantita, sbandierata in campagna elettorale – e oggi, secondo Cantoni, clamorosamente evaporata. La proposta di creare una sezione del sito comunale dedicata alla cava è stata bocciata, e ora, dice, «il Comune resta l’unico filtro tra i cittadini e un’opera dannosa per l’intera comunità».
Detto questo, secondo Cantoni, la politica può ancora reagire, può incaricare professionisti per contrastare le determinazioni di Città Metropolitana. Ma per farlo serve una cosa sola: la volontà. E questa sera, in Consiglio, secondo lui si capirà tutto: se l'Amministrazione comunale ha davvero voluto difendere il quartiere o se, fino ad ora, ha solo cercato di salvare la propria faccia.
Ecco perché la scelta del sindaco sul quando parlare, più ancora che sul cosa dire, peserà come un macigno. A San Bernardo le telecamere del Tg3 sono già arrivate. Questa sera toccherà alla politica fare i conti con quelle immagini, con quelle domande, con quei cittadini che non hanno più voglia di sentirsi messi da parte.
Chiantore, già in apertura di seduta, può decidere se restituire loro la fiducia o regalare a Cantoni la scena che attende da giorni.
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