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Nuovo ospedale Torino Nord, via libera al maxi-progetto da 347 milioni: sei torri, 503 posti letto e apertura fissata al 2031 (VIDEO)

Sostituirà Maria Vittoria e Amedeo di Savoia: Lo Russo e Cirio rivendicano la scelta, progettisti garantiscono sicurezza idrogeologica e integrazione nel parco

Il nuovo ospedale di Torino Nord ha una data: il 2031. È l’orizzonte indicato dopo la presentazione ufficiale del progetto approvato dalla Conferenza dei servizi, che prevede un investimento complessivo di 347 milioni di euro e la costruzione della struttura nell’area ex giostrai della Pellerina. L’edificio sostituirà gli attuali ospedali Maria Vittoria e Amedeo di Savoia, concentrando i servizi sanitari in un’unica architettura moderna, sviluppata su un piano piastra e sei torri dedicate alla degenza.

I numeri del nuovo complesso ospedaliero delineano un salto di scala: 503 posti letto, otto sale operatorie, quattro sale ibride, tredici sale diagnostiche a servizio del pronto soccorso, un’autorimessa da 778 posti, un energy center dedicato e un sistema di terrazze esterne progettate per integrarsi con il paesaggio della Pellerina. I progettisti hanno insistito sulla volontà di creare “una ricucitura del tessuto urbano con la città”, inserendo la struttura nel contesto del parco e annunciando che, al termine dei lavori, saranno presenti 151 alberi in più rispetto a oggi.

Particolare attenzione è stata posta sulla sicurezza idrogeologica. È stata verificata la compatibilità dell’intervento utilizzando come riferimento i livelli dell’alluvione del 2000, ovvero la massima piena della Dora. Tutta la struttura verrà costruita oltre sei metri sopra quel limite, scelta che secondo i tecnici garantisce protezione rispetto ai possibili scenari futuri.

Il prossimo passaggio è previsto per dicembre, quando il progetto sarà inviato all’Inail, soggetto attuatore, per le attività di verifica e validazione necessarie prima della gara d’appalto. Se il cronoprogramma verrà rispettato, dalla posa della prima pietra serviranno quattro anni di lavori.

A presentare il percorso sono stati il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il direttore generale dell’Asl Città di Torino Carlo Picco. «È un percorso che rappresenta plasticamente cosa deve fare la politica», ha affermato Lo Russo, sottolineando come l’amministrazione abbia scelto “l’area migliore e più idonea possibile”, valorizzando la disponibilità immediata del terreno, la vicinanza agli ospedali da sostituire e l’idoneità viabilistica. «Abbiamo messo il paziente al centro», ha aggiunto, ricordando che anche le critiche “sono servite per migliorare il progetto”.

Sulla stessa linea si è mosso Cirio. «Oggi dimostriamo che non stiamo più facendo gli errori del passato», ha dichiarato. Il governatore ha ricordato come in Piemonte non si realizzino nuovi ospedali da settant’anni, spesso per mancanza di risorse ma anche per timore di scontentare qualcuno. «Noi invece abbiamo deciso di decidere, che è la differenza fra non governare e governare», ha rivendicato. La scelta dell’Inail come soggetto attuatore, ha precisato, «non è stata una scelta ideologica ma quella che ritenevamo migliore».

A chiudere è stato Picco: «In due anni siamo arrivati alla conclusione della conferenza dei servizi per un ospedale che metterà a disposizione tecnologia, benessere, spazi, anche verdi, in un progetto che cambierà completamente la faccia dell’assistenza sanitaria a Torino nord».

Il nuovo ospedale diventa così il fulcro della riorganizzazione sanitaria della parte settentrionale della città, un’opera che vuole unire funzionalità, sostenibilità e sicurezza dopo anni di immobilismo. I prossimi mesi saranno decisivi per confermare il cronoprogramma e trasformare il progetto in cantiere.

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