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Ivrea in Azione
23 Novembre 2025 - 14:41
Matteo Chiantore
Sulla cava di San Bernardo, serve davvero un chiarimento da parte del sindaco. La vicenda va avanti da mesi dentro un clima di comunicazioni indirette, ruoli che si sovrappongono e letture tecniche che non sempre risultano chiare. Un terreno ideale per creare confusione, per alimentare interpretazioni politiche che forse non dovrebbero esserci e per allontanare ciò che invece servirebbe davvero: trasparenza, linearità, un confronto sereno.
È normale che gli uffici portino avanti il loro lavoro tecnico-amministrativo. Ma la responsabilità delle scelte politiche – e della loro corretta comprensione da parte dei cittadini – resta saldamente sulle spalle del sindaco. Proprio per questo sarebbe utile che Chiantore spiegasse in modo semplice e diretto qual è la sua posizione, così da offrire alla comunità un punto di riferimento certo e non delegare tutto a passaggi burocratici che rischiano di alimentare sospetti più che chiarimenti.


Il prossimo Consiglio comunale potrebbe essere l’occasione giusta per farlo: basterebbe anche una comunicazione breve ma precisa. Un intervento formale aiuterebbe consiglieri e cittadini a muoversi dentro un quadro più nitido, evitando fraintendimenti e discussioni sterili. Una spiegazione preventiva ridurrebbe inoltre la necessità di ricorrere agli strumenti d’urgenza previsti dal regolamento, che dovrebbero restare eccezionali.
Non va dimenticato che, allo stato attuale, non è affatto scontato quale sarà l’esito della procedura in corso. La concessione potrebbe rimanere un atto puramente formale, come già accaduto in passato. Proprio per questo una posizione politica chiara, trasparente e pubblicamente espressa sarebbe un tassello fondamentale per riportare la discussione su binari ordinati.
Nel percorso di chiarezza, un ruolo ce l’ha anche la ditta coinvolta. È un’azienda presente da molti anni sul territorio: molti cittadini si aspettano almeno una parola ufficiale, un segnale, un gesto di attenzione verso la comunità. Un messaggio distensivo, collaborativo, contribuirebbe a rasserenare gli animi e a mostrare sensibilità verso un territorio con cui l’impresa ha intrecciato rapporti significativi nel tempo.
E, in questo senso – non come opera compensativa, sia chiaro, ma come riconoscimento di una responsabilità condivisa verso la comunità – non sarebbe fuori luogo un impegno concreto su questioni che riguardano tutti, come la passerella del ponte, che da anni necessita di manutenzione straordinaria. Un contributo, pur simbolico, sarebbe apprezzato: significherebbe prendere atto dei problemi che accompagnano quella struttura sin dalla sua nascita, al di là delle responsabilità tecniche passate, e rafforzare un rapporto positivo tra impresa e cittadini. Anche perché alcuni problemi, se ignorati, prima o poi ricadono inevitabilmente sulla collettività.
E per chiudere con una nota doverosamente fuori tema – ma non troppo, visto che la ditta “coinvolta” continua a essere sempre la stessa – è difficile non domandarsi quanto ancora si possa fare finta che certe criticità non esistano.
Ciao!!
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