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27 Ottobre 2025 - 22:02
John Elkann sceglie la “messa alla prova”: dieci mesi tra i salesiani per chiudere il processo sull’eredità Agnelli
È arrivata l’ufficialità: John Elkann, presidente di Stellantis e discendente diretto dell’Avvocato, ha chiesto al tribunale di Torino di poter accedere alla messa alla prova. Una formula che, in caso di esito positivo, consentirebbe l’estinzione del reato e la chiusura del procedimento penale che lo vede coinvolto per frode fiscale nell’ambito di uno dei filoni più delicati dell’eredità Agnelli.
La richiesta, formalizzata il 27 ottobre, è già stata accolta con favore dalla procura. Il programma presentato dai legali di Elkann prevede dieci mesi di lavoro come tutor e docente presso l’ufficio pastorale giovanile “Maria Ausiliatrice”, struttura salesiana nel cuore di Torino. Trenta ore al mese, tra lezioni e attività di accompagnamento per giovani in difficoltà. Un servizio sociale che, se completato senza intoppi, cancellerebbe il reato come se non fosse mai esistito.
La decisione definitiva è ora nelle mani del giudice, che ha rinviato tutto al 28 novembre, quando sarà sciolto ogni dubbio. Ma la direzione sembra già tracciata: dopo aver versato 183 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate per sanare ogni pendenza fiscale, Elkann ha ottenuto il via libera dei pubblici ministeri.
La procura di Torino parla chiaro: si tratta di una frode al fisco orchestrata per evitare il pagamento dei tributi dovuti da Marella Caracciolo di Castagneto, vedova di Gianni Agnelli e nonna di John, Lapo e Ginevra Elkann. Secondo i magistrati, la residenza della donna in Svizzera sarebbe stata solo fittizia, con l’obiettivo di sottrarre al fisco italiano redditi non dichiarati per 248 milioni e una massa ereditaria da un miliardo di euro.

Un’inchiesta che, nel tempo, ha toccato i nomi più stretti dell’impero Agnelli-Elkann, compreso Gianluca Ferrero, storico commercialista della famiglia e oggi presidente della Juventus (ruolo, peraltro, estraneo alla vicenda). Ferrero ha scelto una via diversa: ha chiesto di patteggiare una multa da 73 mila euro, senza pene accessorie, e ha domandato al giudice di ridisegnare il capo d’accusa in riferimento a un presunto falso legato a un documento del 2021 sulla composizione della società Dicembre, la cassaforte del gruppo. Anche per lui la procura ha espresso parere favorevole.
Mentre John si prepara a lavorare tra i giovani salesiani, sul fronte civile la battaglia continua. Margherita Agnelli, madre di John, Lapo e Ginevra, ha avviato una causa per la nullità dei patti successori del 2004, contestando la gestione dell’immenso patrimonio di famiglia e rivendicando una parte dell’eredità che ritiene le spetti di diritto. Sullo sfondo resta la complessa rete di società, fondazioni e trust attraverso cui si muovono i destini economici del gruppo. E la decisione sul presunto falso relativo alla struttura di “Dicembre” potrebbe avere ricadute pesanti anche in sede civile, andando a incidere sul contenzioso aperto da Margherita Agnelli.
In attesa dell’udienza di fine novembre, resta l’immagine simbolica: il rampollo dell’Avvocato che sceglie di indossare i panni del volontario, di diventare tutor tra i banchi dei salesiani per chiudere un contenzioso miliardario con lo Stato. Un gesto che, dal punto di vista legale, ha una logica perfetta — la messa alla prova estingue il reato, evita la condanna e restituisce un’immagine di responsabilità sociale. Ma che, sul piano simbolico, solleva inevitabilmente qualche ironia: per sanare un peccato fiscale da un miliardo, Elkann si impegna a “redimersi” con dieci mesi di lezioni e trenta ore al mese di lavoro volontario.
Insomma, dopo aver pagato 183 milioni e scelto la via della pastorale giovanile, John Elkann può dirsi pronto alla sua penitenza laica. E, se tutto andrà come previsto, anche la giustizia penale — come il catechismo — avrà il suo perdono finale.
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