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13 Agosto 2025 - 18:28
Ferragosto in saldo: metà mare, metà divano di famiglia
Ferragosto 2025 sarà un’estate di vacanze ridotte, con 12 milioni di italiani in ferie ma sempre più attenti al portafoglio. Lo dice l’Osservatorio Turismo Confcommercio insieme a Swg, evidenziando come ben il 28% degli intervistati abbia scelto seconde case di proprietà o l’ospitalità di amici e parenti, evitando hotel, b&b o agriturismi. Solo uno su quattro passerà il periodo in albergo, mentre b&b, affitti brevi e agriturismi si spartiscono rispettivamente il 14%, 12% e 11% delle preferenze.
La durata media delle vacanze resta stabile a 13 giorni, ma la spesa media pro capite è ferma a circa 570 euro, complice l’ampio ricorso a soluzioni di alloggio gratuite. Il mare resta in testa alle scelte (45%), seguito da montagna (19%) e campagna (9%), con Puglia, Calabria, Trentino-Alto Adige e Sicilia tra le regioni più gettonate. All’estero vanno invece Spagna, Grecia e Francia, scelte dal 18% degli italiani.
Secondo il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, il ponte del 15-17 agosto porterà oltre 12,4 milioni di pernottamenti nelle strutture italiane, con un tasso medio di occupazione dell’88%. Nelle località marine spiccano però le aree interne, mentre la montagna registra la saturazione più alta, trainata da Trentino-Alto Adige e Gran Sasso. Anche città d’arte e aree interne mostrano ottime performance, insieme a mete lacustri e termali.
Sul fronte ristorazione, la Fipe Confcommercio stima che oltre 5 milioni di persone pranzeranno in uno dei 91mila ristoranti aperti, con un menu “all inclusive” a 61 euro di media e una spesa complessiva di 314 milioni solo per i pasti di Ferragosto. L’intera spesa per consumazioni fuori casa in questa giornata arriva a 1 miliardo di euro.
Ma i consumatori continuano a denunciare rincari senza sosta. Il Codacons lancia l’allarme: «Quest’anno sono appena 12 milioni i cittadini in vacanza nel periodo clou dell’estate, un milione in meno rispetto al 2024, confermando la crisi profonda che sta colpendo il settore e l’impoverimento del ceto medio. Le famiglie rinunciano agli hotel e si affidano a seconde case o amici e parenti. È un segnale allarmante per l’economia del turismo».
L’Unione Nazionale Consumatori ha inoltre stilato la classifica delle città più colpite dai rincari negli hotel: negli ultimi 4 anni Venezia guida con un +64,7%, seguita da Milano (+60%) e Firenze (+58,8%). Nell’ultimo anno, invece, i record negativi sono di Lucca (+20,2%), Caserta (+13,7%) e Rimini (+10,9%).
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