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11 Agosto 2025 - 19:04
state da dimenticare: metà Italia rinuncia alle ferie per colpa del caro prezzi
Il sogno di una settimana di ferie si trasforma in un lusso irraggiungibile per milioni di italiani. A denunciarlo è l’Osservatorio Turistico Abbac (Associazione Bed and Breakfast, Affittacamere e Case Vacanze), che attraverso il coordinatore nazionale Agostino Ingenito lancia un appello urgente al governo: servono interventi immediati per evitare che l’estate diventi un privilegio per pochi.
Secondo gli ultimi dati Istat, il 35% delle famiglie monoreddito e il 40% dei pensionati non può permettersi una settimana di vacanza. Una situazione che si fa ancora più drammatica per single, studenti, inoccupati e disoccupati, costretti a rinunciare del tutto a un momento di svago e riposo.
A pesare non è solo il caro prezzi, ma anche il progressivo calo del turismo interno, che secondo le stime dell’Abbac è diminuito del 25% rispetto al periodo pre-pandemia. Mentre i flussi internazionali hanno sostenuto il settore nella ripresa post-Covid, il turismo domestico è rimasto fragile e insufficiente, con gravi ripercussioni per piccole e medie imprese dell’accoglienza.
«È fondamentale che il governo prenda atto di questa condizione e rimetta in azione i buoni vacanze, strumento indispensabile per favorire il turismo interno e sostenere una filiera economica in affanno» afferma Ingenito, che propone anche l’istituzione di un tavolo interministeriale con il coinvolgimento di Inps e Regioni. L’obiettivo sarebbe costruire una governance delle risorse disponibili e sviluppare un piano pluriennale per garantire accessibilità e sostenibilità del turismo a tutti i cittadini.
Il problema, spiega l’Abbac, è anche culturale e sociale: secondo un’indagine Censis, il 60% degli italiani considera le vacanze un diritto fondamentale, ma la crisi economica costringe una parte crescente della popolazione a rinunciare completamente a viaggi e soggiorni.
«È tempo di agire per garantire a tutti la possibilità di vivere momenti di svago e relax, contribuendo al contempo alla ripresa del nostro settore turistico» conclude Ingenito, sottolineando che l’Italia rischia di perdere non solo introiti economici, ma anche coesione sociale e benessere collettivo.
Con il caro vita in crescita e l’inflazione che colpisce cibo, trasporti e ospitalità, la prossima mossa del governo sarà decisiva per capire se il turismo italiano potrà tornare a essere un’esperienza accessibile a tutti o resterà sempre più un privilegio per pochi.
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