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23 Maggio 2025 - 11:14
Grandine nei wc al secondo piano: il caso Pinerolo e il futuro delle nostre città sotto assedio climatico
Sembra una scena da film distopico, e invece è accaduto davvero. Giovedì 22 maggio 2025, a Pinerolo, una violentissima grandinata ha trasformato il bagno di un’abitazione al secondo piano in un surreale lago ghiacciato. La grandine non solo ha coperto le strade, paralizzato il traffico e allagato cortili: è risalita attraverso le tubature, invadendo wc e sanitari. A raccontarlo non è una leggenda urbana, ma un video virale girato da Andrea Vuolo, meteorologo e divulgatore, che ha immortalato il fenomeno.
Le immagini, caricate su Facebook, parlano chiaro: il bagno è sommerso da uno strato di acqua e ghiaccio, uscito direttamente dal wc. Una scena che ha lasciato sbigottiti migliaia di utenti, ma che in realtà è il risultato logico – e devastante – di un’infrastruttura urbana che cede sotto il peso degli eventi estremi. La rete fognaria di Pinerolo non ha retto l’impatto di un temporale eccezionalmente intenso. Il sistema si è intasato, le valvole di non ritorno hanno fallito, e il risultato è stato un’anomala “risalita” della grandine attraverso le colonne di scarico.
“È un evento raro, ma non impossibile,” spiega Andrea Vuolo. “Con precipitazioni così intense e in così poco tempo, il ghiaccio può saturare la rete di drenaggio, e se la pressione nelle condotte aumenta troppo, l’unica via di sfogo diventa quella a monte: i nostri sanitari.” Detto, fatto. Il bagno dell’appartamento nel centro di Pinerolo si è trasformato in un emblema della vulnerabilità urbana al tempo dei cambiamenti climatici.
Ma il caso pinerolese non è isolato. Lo stesso giorno, l’intero Piemonte è stato investito da una perturbazione feroce, con grandinate diffuse e piogge torrenziali che hanno causato allagamenti e disagi da Torino fino alle valli cuneesi. La Protezione Civile ha registrato oltre cinquanta interventi in poche ore. A Saluzzo sono stati segnalati alberi abbattuti, a Rivoli scantinati invasi dall’acqua. Il clima, ormai, non conosce stagionalità né gradualità: è la violenza l’unico tratto costante.
E allora il punto non è se accadrà di nuovo. Ma dove, quando e quanto saremo pronti. Le città come Pinerolo – storiche, stratificate, non sempre aggiornate – rappresentano oggi un banco di prova critico per la resistenza delle infrastrutture italiane. Fogne costruite nel dopoguerra, sistemi di raccolta acque pensati per un altro tipo di clima, edifici senza valvole anti-riflusso: l’Italia urbana è una pentola a pressione senza sfoghi.
Il video di Vuolo ha scatenato ironia e incredulità sui social, ma l’umorismo si ferma davanti ai danni. Chi pagherà per riparare quei sanitari, quegli appartamenti, quelle fognature collassate? E soprattutto: quanto manca a un evento simile in una città più grande, magari in un ospedale, una scuola, una metropolitana?
L’episodio di Pinerolo è un monito limpido per le amministrazioni locali: servono investimenti urgenti in resilienza climatica. Non bastano i piani d’emergenza. Serve prevenzione, serve manutenzione ordinaria, serve modernizzazione delle reti idriche e fognarie. Ma serve anche educazione ambientale, perché ogni cittadino possa essere parte attiva nel mitigare il rischio.
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