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23 Aprile 2025 - 10:12
Sempre più centenari in Italia: record di longevità, ma anche una sfida per il futuro del Paese
Chi si è mai fermato a pensare quanti ultracentenari vivano oggi in Italia? La risposta non è solo sorprendente, è anche un segnale inequivocabile di come stia cambiando, silenziosamente ma radicalmente, il volto demografico del nostro Paese. Secondo gli ultimi dati ISTAT pubblicati il 7 novembre 2024, sono ben 22.552 i centenari residenti in Italia al gennaio dello stesso anno. Non si tratta di una tendenza passeggera: è una trasformazione strutturale, una nuova normalità che chiama in causa istituzioni, famiglie e intere comunità.
A colpire, però, non è solo il numero assoluto, ma la netta prevalenza femminile: l’80% dei centenari italiani è donna. La disparità si fa ancor più marcata se si considera la fascia dei semi-supercentenari, ovvero coloro che hanno superato i 105 anni: il 90% è composto da donne. Una longevità che non può più essere archiviata come eccezione biologica, ma che impone domande strutturali su genere, salute, genetica, stili di vita e sistemi di supporto.
A guidare la classifica regionale è la Liguria, storicamente terra di longevità, seguita da Molise e Friuli Venezia Giulia. In queste regioni, i centenari non sono più rari testimoni del Novecento, ma vere e proprie colonne della comunità, presenti nelle statistiche e nei racconti di paese. La loro esistenza non è solo una curiosità: è un indicatore preciso del benessere, ma anche una spia delle fragilità di un sistema sociale e sanitario che fatica a stare al passo.
Un caso emblematico arriva da Grugliasco, dove recentemente si è celebrato il centenario di nonna Maria Visentin. Una festa di famiglia, certo, ma anche un momento pubblico, comunitario, che mette in luce quanto sia importante valorizzare la longevità non solo come traguardo individuale ma come patrimonio collettivo. Celebrare questi compleanni significa anche interrogarsi su che cosa significhi vivere a lungo, e vivere bene.
Perché questo è il punto. Non basta contare i centenari, bisogna pensare a come farli vivere. Serve una rivoluzione silenziosa nella pianificazione urbana, nella sanità territoriale, nella mobilità, nella cultura dell’invecchiamento. Le nostre città sono pronte ad accogliere generazioni che vivranno fino a 100, 105 o 110 anni? Le case, le piazze, i servizi sono progettati per una società longeva o restano ancorati a modelli novecenteschi?
Invecchiare bene sarà una delle grandi sfide del XXI secolo. L’Italia, con la sua popolazione sempre più anziana, è in prima linea. Ma una società longeva non è solo una società che sopravvive più a lungo. È una società che si prende cura, che investe nella prevenzione, che non lascia soli gli anziani. È una società che ha il coraggio di guardare in faccia il tempo e decidere di abitarlo con dignità, a tutte le età.
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