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Italia spaccata sulla lettura: che differenza tra Nord e Sud!

Poche librerie, biblioteche carenti e meno eventi culturali frenano l’abitudine alla lettura in determinate zone d'Italia

Italia spaccata

Italia spaccata sulla lettura: che differenza tra Nord e Sud!

Il divario culturale tra il Centro-Nord e il Sud Italia si fa evidente anche nei dati sulla lettura. Secondo l'Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori, solo il 62% degli abitanti del Sud e delle Isole legge, mentre al Centro-Nord la percentuale sale al 77%. La differenza non si limita solo alla quantità di lettori, ma si riflette anche nella frequenza con cui si legge e nel numero di persone che superano i 12 libri all’anno, categoria che rientra tra i forti lettori. Tra le cause principali di questo divario ci sono la carenza di biblioteche, la scarsa presenza di librerie e un’offerta di eventi culturali limitata, elementi che frenano lo sviluppo di un’abitudine solida alla lettura nelle regioni meridionali.

I risultati della ricerca saranno presentati il 21 marzo a Napoli durante l’incontro “Per una primavera della lettura al Sud”, un momento di confronto tra esperti del settore ed esponenti istituzionali, tra cui il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e il presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta. Proprio Cipolletta sottolinea che questa non è solo una questione del Sud, ma un problema che riguarda l’intero Paese, perché una società che legge meno è anche meno capace di crescere economicamente e democraticamente.

Il Piano Olivetti, individuato dal Ministero della Cultura, ha inserito tra le priorità il sostegno alla lettura nelle aree più deboli, segno che si sta prendendo coscienza della necessità di interventi concreti.

I numeri evidenziano una situazione complessa. Le biblioteche sono poche e quelle esistenti spesso hanno risorse limitate e personale insufficiente. Le librerie sono rare e gli eventi culturali vengono organizzati con minore frequenza rispetto alle regioni settentrionali. Tuttavia, la ricerca mette in luce anche un aspetto positivo: il Terzo Settore si sta dimostrando un motore vitale nel tentativo di compensare queste carenze, con associazioni e realtà locali che lavorano per promuovere la lettura e l’accesso alla cultura.

Questo aspetto sarà al centro della tavola rotonda presieduta da Florindo Rubbettino, delegato per il Sud di AIE, con la partecipazione di esperti di biblioteconomia, editoria e fondazioni culturali.

Negli ultimi anni, il divario tra Nord e Sud nel settore della lettura non si è ridotto, anzi, il rischio è che si ampli ancora se non si interviene con politiche strutturali. Il problema non riguarda solo il numero di libri letti, ma ha implicazioni più ampie: leggere meno significa avere meno strumenti per comprendere la realtà, per partecipare alla vita sociale e politica e per crescere professionalmente.

In un mondo dove l’accesso all’informazione è fondamentale, la mancanza di un’abitudine alla lettura rischia di creare disparità sempre più marcate, limitando le opportunità di sviluppo per intere generazioni.

La lettura è molto più di un semplice passatempo: è uno strumento di crescita personale e collettiva. Leggere abitua al pensiero critico, amplia la conoscenza e stimola la creatività. Dove si legge di più, si sviluppano società più aperte, dinamiche e consapevoli. Per colmare il divario tra le diverse aree del Paese, serve un investimento nella cultura, nelle infrastrutture e nell’educazione, perché solo un’Italia che legge può essere davvero un’Italia che cresce.

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