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Leggere è una scelta, insultare no: fuori i leoni da tastiera

Critiche sì, insulti no: chi non regge il confronto può accomodarsi altrove. Perché la realtà non cambia a colpi di tastiera

Leggere è una scelta, insultare no: fuori i leoni da tastiera

I giornali si scelgono, si acquistano e si leggono. È sempre stato così. Ci sono i lettori de Il Fatto Quotidiano e quelli del Corriere della Sera, quelli di Repubblica e de La Stampa. Chi compra uno, difficilmente comprerebbe l’altro. Non perché uno sia giusto e l’altro sbagliato, ma perché ciascuno cerca il “racconto” dei fatti che più rispecchia il proprio modo di vedere il mondo. Vale per i quotidiani nazionali, vale per i giornali locali, vale per noi.

Non siamo un ente pubblico, non dobbiamo garantire par condicio, non abbiamo il dovere di piacere a tutti. Il nostro lavoro è informare, analizzare, criticare quando serve e sottolineare ciò che non funziona. Se questo dà fastidio a qualcuno, la soluzione è semplice: smettere di leggerci. Non sarà certo un dramma.

Capita, invece, che negli ultimi tempi, la nostra pagina Facebook e il gruppo di Settimo Torinese siano diventati il palcoscenico di un curioso fenomeno: quello del lettore che non vuole leggere, quello che “basta il titolo”,  quello che non si prende la briga di capire, ma si affretta a commentare. Quello che, al posto di argomentare, insulta. "Giornale di merda", "giornalai", "fake news", "giornale di destra". E via con le etichette, ripetute a nastro da chi pensa di essere un “figo” con le parole giuste.

Ebbene, abbiamo deciso di bannare e continueremo a bannare tutti gli utenti che “a casa nostra” insultano il giornale, il giornalismo e i giornalisti. Non siamo il muro del pianto di chi non sa reggere il confronto con la realtà. Noi scriviamo per chi ha voglia di informarsi e di confrontarsi, non per chi usa la tastiera come una clava. Ognuno è libero di pensarla come crede e se nel suo profondo pensa che Settimo Torinese sia amministrata in modo eccellente, se non vuole sentire una critica che sia una, se la nostra messa non gli sta bene, se vuole leggere solo cose che lo rassicurano, c’è una vasta scelta di giornali, profili Facebook e siti che fanno al caso suo ma noi non siamo tra quelli e se ne deve fare una ragione.

Sia chiaro: non è una questione politica. Perché, diciamocelo, sostenere che la giunta guidata da Elena Piastra stia facendo "cose di sinistra" è un esercizio di fantasia degno di un romanziere. La nostra posizione è molto più semplice: riteniamo che Settimo sia amministrata male nelle cose che non sono nè di destra, nè di sinistra, e lo diciamo. 

Se questo urta la sensibilità di qualcuno, non è un nostro problema.

Quindi, cari indignati, il concetto è chiaro: non siamo obbligati a piacervi, non vogliamo piacere a tutti e nessuno è obbligato a leggerci. 

Se a qualcuno infastidisce la nostra linea, se qualcuno si sente ferito dalle nostre analisi, se il dissenso lo manda in tilt, ci faccia un favore: scelga altro, acquisti altro, legga altro. 

Noi continueremo a fare il nostro lavoro e da oggi in avanti anche a “Bannare”…

Liborio La Mattina

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