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Parco dei Cinque Laghi: la battaglia è aperta, Ivrea si prepara allo scontro

Mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia spingono per l’abolizione, Massimiliano De Stefano lancia la controffensiva. Coldiretti applaude, ma la guerra per il futuro del Parco è appena iniziata.

Bruno Mecca Cici e Massimiliano De Stefano

Bruno Mecca Cici e Massimiliano De Stefano

I consiglieri regionali di Forza Italia e Fratelli d'Italia puntano all'abolizione del Parco dei Cinque Laghi?

Preparatevi a una battaglia feroce. Ad Ivrea, come sempre, la politica non resta a guardare. La difesa è già scattata e a lanciare il guanto di sfida ci ha pensato Massimiliano De Stefano, consigliere comunale e capogruppo della lista "Azione Italia Viva".

Pochi minuti fa ha protocollato una mozione destinata a scuotere il dibattito cittadino.

Una presa di posizione chiara e netta, che punta a respingere la proposta di legge n. 50, presentata lo scorso 7 ottobre in Consiglio regionale, per l’abrogazione del Parco Naturale dei Cinque Laghi di Ivrea.

De Stefano non ha perso tempo e, con la sua mozione indirizzata al Presidente del Consiglio comunale di Ivrea, tira fuori argomentazioni difficili da ignorare.

«Dopo anni di lavoro - dice e scrive - nel 2015 la nostra città ha sostenuto la creazione del Parco, e nel 2019 abbiamo formato un gruppo di lavoro per rilanciare il territorio, sia turisticamente che economicamente. Ora che il Parco è finalmente una realtà, in vigore dal primo giugno 2024, ecco che arriva il colpo basso della proposta di abolizione...".

Il consigliere comunale sottolinea anche il contributo dei comuni limitrofi – Montalto Dora, Chiaverano, Borgofranco e Cascinette d'Ivrea – e ricorda che il Parco è una risorsa unica, con i suoi cinque splendidi laghi (Campagna, Nero, Pistono, San Michele e Sirio), ognuno con caratteristiche ambientali irripetibili.

lago

«Non si tratta solo di biodiversità, ma della tutela di un’area che può essere il motore di uno sviluppo sostenibile per tutta la zona…» comment amaro, chiedendo al sindaco Matteo Chiantore di promuovere ogni azione possibile per evitare il disastro.

Ma non tutti sono d'accordo. Al contrario, Coldiretti Torino ha accolto con entusiasmo la proposta di abolizione. Non è la prima volta che l’associazione degli agricoltori si scaglia contro quella che definisce "burocrazia inutile" dei Parchi. «Apprezziamo il coraggio di cancellare una legge sbagliata, che introduce solo vincoli burocratici e limita il controllo della fauna selvatica, danneggiando l’agricoltura», dichiara Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino.

mozione

Per Coldiretti, il Parco è un peso inutile: bloccato da un vuoto gestionale, incapace di affrontare le vere emergenze del territorio, a partire dal problema cinghiali. Mecca Cici puntail dito contro la Città Metropolitana, incaricata di gestire il Parco, sottolineando che non è neppure riuscita a far partire il progetto: «Le altre otto aree protette affidate alla Città Metropolitana sono esempi lampanti di inefficienza, con mancanza di vigilanza, problemi burocratici e scarsi risultati.»

Insomma, la battaglia è già accesa. Da una parte, chi vede nel Parco una risorsa per il turismo e la sostenibilità; dall'altra, chi lo considera l'ennesimo intralcio per chi cerca di lavorare la terra.

Mentre De Stefano invoca un impegno corale da parte della giunta e dei comuni coinvolti per difendere anni di sforzi, Coldiretti lancia l’allarme su un Parco che rischia di diventare solo un’altra scatola vuota.

Un paradosso non da poco: da una parte, si cerca di valorizzare un’area che potrebbe essere il fiore all’occhiello del Canavese; dall’altra, si teme che i fondi per il Parco finiscano in spese ordinarie, senza lasciare spazio a progetti concreti.

La sfida è aperta e, tra mozioni comunali e proposte di legge regionali, la guerra ci sa tanta è solo all’inizio.

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