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Settimo torinese

Il postino arriva… quando vuole e se c'è il cane lancia il giornale

Con la chiusura del centro di smistamento, i cittadini di Settimo affrontano disservizi quotidiani e situazioni assurde tra postini acrobati e raccomandate fantasma. E l’Amministrazione? Ancora tutto tace.

Il postino arriva… quando vuole e se c'è il cane lancia il giornale

Da quando il centro di smistamento di Poste Italiane a Settimo Torinese ha chiuso i battenti, trasferendosi a Leini, per i residenti di Settimo Torinese è iniziata una nuova era. Purtroppo non si tratta di quella gloriosa, piena di efficienza e progresso che magari ci si aspetterebbe nel 2024, bensì un miscuglio di attese snervanti, bollette già scadute e postini più veloci di Speedy Gonzales, almeno nel dileguarsi.

Manco a dirlo i social sono diventati l’arena principale dove si consuma la rabbia dei cittadini, e tra una lamentela e l’altra non mancano aneddoti che fanno sorridere (o piangere, a seconda dei punti di vista). Una realtà che sembra un mix tra la burocrazia kafkiana e la commedia dell’assurdo, il tutto condito con la tipica pazienza italica, ormai agli sgoccioli.

"Sto aspettando una lettera urgente, partita il 19 settembre… ancora non si è vista manco l'ombra!" scrive una cittadina. Il suo tono? A metà tra il rassegnato e l’arrabbiato, rispecchia quello di decine di altri utenti che si vedono costretti a frequentare più il sito di Poste Italiane che il proprio ufficio postale.

Non è una novità: da settimane la posta non arriva, o meglio, arriva tutta insieme a fine mese, con la scadenza delle bollette già passata e gli avvisi di raccomandata che sembrano scritti dal fantasma di un postino ormai defunto.

Una delle storie che sta strappando un sorriso (ma amarissimo) è quella del giornale lasciato sulla siepe di una casa. Il motivo? "Ci sono i cani che abbaiano", avrebbe detto il postino, che, tra un latrato e l’altro, ha pensato bene di risolvere la questione lanciando il giornale stile frisbee.

Peccato che in quel momento non ci fosse una partita di Ultimate Frisbee, ma solo un servizio postale che teoricamente dovrebbe garantire consegne sicure e puntuali. Teoricamente, appunto.

E se il problema fosse solo l’"effetto cane" saremmo quasi disposti a chiudere un occhio. Tra avvisi lasciati sulla soglia senza nemmeno suonare il campanello e raccomandate mai viste, il servizio postale a Settimo sta infatti diventando un calvario.

"Mi hanno attaccato lo scontrino con lo scotch sulla porta… eravamo in casa!", commenta un altro utente, quasi incredulo di fronte alla creatività dei postini nell’evitare qualsiasi contatto umano.

Insomma, la chiusura del centro di smistamento in città e la decisione di fare riferimento a Leini ha provocato una lunga serie di disservizi con la posta (e i postini) che arriva quando vuole e soprattutto come vuole.

Nonostante le proteste (che si rincorrono una dietro l’altra senza soluzione di continuità) i cittadini sembrano aver perso fiducia nel servizio di Poste Italiane.

poste

"Siamo arrivati al punto che dobbiamo pregare per ricevere una lettera!", si legge in uno dei commenti.

C’è chi però, armato di pazienza e senso di giustizia, ha deciso di non lasciar correre.

"Lunedì vado a fare reclamo a Poste Italiane, non è più possibile!".

La scena sembra quella di un film epico, con il protagonista che si prepara a varcare la soglia del grande e impenetrabile edificio delle Poste, armato di moduli e lamentele. Sarà sufficiente per ottenere il miracolo?

E tra raccomandate mai viste e bollette che arrivano belle che scadute, ci si chiede: dov’è l’Amministrazione comunale? Possibile che dopo mesi di disservizi (e non è certo la prima volta che ne parliamo) non abbia ancora mosso un dito? Non si tratta di questioni secondarie: parliamo di un servizio essenziale, che va garantito, e va fatto con serietà. Il problema, ormai evidente, non può essere risolto lasciando i cittadini in balia di un reclamo dietro l’altro.

I residenti di Settimo meritano risposte, non avvisi di raccomandata attaccati con lo scotch. L’Amministrazione dovrebbe alzare la voce con Poste Italiane e pretendere un servizio adeguato, perché la pazienza è ormai finita. E di lettere, bollette e giornali lanciati sulle siepi non se ne può più.

La vera domanda ora è: basterà una pioggia di reclami per far tornare la posta?

O dovremo affidarci alla speranza che, in un futuro non troppo lontano, i postini imparino a distinguere un cane da un indirizzo e una siepe da una buca delle lettere?

Forse, nell'attesa, ci converrebbe scrivere direttamente a Babbo Natale. Lui, almeno, non sbaglia mai una consegna.

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