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Repole cardinale: Torino ora ha il suo uomo in rosso, ma cambierà davvero qualcosa? L'elenco di tutti i cardinali.

Dopo l'annuncio di Papa Francesco, tutti festeggiano. Ma la promozione di Repole segnerà una svolta concreta o sarà solo un'altra onorificenza per la Chiesa torinese?

Roberto Repole

Roberto Repole

Il concistoro dell'8 dicembre prossimo si annuncia come un momento di grande rilevanza per la Chiesa cattolica, soprattutto per la comunità di Torino. Tra i ventuno nuovi cardinali che Papa Francesco ha scelto di elevare, c'è anche l'arcivescovo di Torino, Roberto Repole.

Un nome che non sorprende chi conosce il suo percorso, ma che sicuramente porta con sé grande emozione per la comunità piemontese, che da anni vede in Repole una guida spirituale capace di unire la tradizione con una visione moderna e inclusiva del cattolicesimo.

L'annuncio fatto dal Papa all'Angelus del 6 ottobre, inserisce Repole in una lista di personalità ecclesiastiche di spicco, come Baldassarre Reina, nuovo vicario generale della diocesi di Roma, ma la sua nomina assume un significato particolare per una regione da sempre vicina alla Chiesa, come il Piemonte.

Roberto Repole, nato il 29 gennaio 1967 a Torino, ha iniziato il suo cammino spirituale fin da giovanissimo, entrando in seminario all'età di soli undici anni. Una vocazione precoce che lo ha portato a distinguersi fin dai primi anni di studi, culminando con la sua ordinazione presbiterale nel 1992. Da quel momento, la sua carriera ecclesiastica è stata caratterizzata da un equilibrio tra la vita pastorale, con incarichi presso diverse parrocchie di Torino, e una profonda dedizione allo studio e all'insegnamento della teologia.

Repole è infatti noto anche come un brillante teologo: dopo aver conseguito la licenza e il dottorato in teologia sistematica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha insegnato per anni presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino, diventando una figura di riferimento nel panorama accademico cattolico.

La sua elezione ad arcivescovo di Torino e vescovo di Susa nel febbraio del 2022 da parte di Papa Francesco ha rappresentato un segnale di continuità, ma anche di rinnovamento per la Chiesa piemontese.

Repole ha ereditato una diocesi complessa, con una tradizione profondamente radicata ma anche con sfide moderne legate alle nuove povertà, alla crisi demografica e alla necessità di un dialogo più aperto con la società civile. In questo contesto, la sua nomina a cardinale viene vista come un riconoscimento non solo della sua figura, ma anche dell'importanza strategica e spirituale del Piemonte all'interno della Chiesa universale.

La risposta di Torino alla nomina di Repole

La nomina di Roberto Repole ha suscitato una reazione entusiastica in tutto il Piemonte, ma anche in ambito nazionale. In particolare, l'Uncem, l'Unione Nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti Montani, ha sottolineato l'importanza di questo evento per le comunità locali. Marco Bussone, presidente nazionale dell'Uncem, e Roberto Colombero, presidente di Uncem Piemonte, hanno espresso gioia per la scelta di Papa Francesco, rimarcando come Repole si inserisca nel solco tracciato da grandi figure del passato, come il cardinale Michele Pellegrino.

"Dobbiamo lavorare di più e meglio insieme – hanno dichiarato – la comunità è una sola, nel solco tracciato dal cardinale Pellegrino che ci ha chiamati tutti a camminare insieme". Un messaggio che riprende l'idea di una Chiesa vicina ai più deboli e alle periferie, sia fisiche che spirituali, un tema caro sia a Pellegrino che allo stesso Papa Francesco.

Bussone e Colombero hanno inoltre rilanciato l'idea di un processo di canonizzazione per il cardinale Pellegrino, un'iniziativa che potrebbe vedere in Repole un promotore ideale. Questo riferimento a Pellegrino non è casuale: il compianto cardinale fu un punto di riferimento per la Chiesa italiana del Novecento, noto per il suo impegno sociale e per la sua attenzione alle problematiche dei più poveri.

Repole, pur con uno stile diverso, incarna alcuni di questi stessi valori, in particolare l'idea di una Chiesa che esce dalle proprie mura per incontrare il mondo, specialmente nelle sue forme più fragili e bisognose.

La nomina di Repole a cardinale arriva a pochi giorni dall'anniversario della morte di Pellegrino, avvenuta il 10 ottobre 1986, e sembra quasi un segno del destino.

Le Diocesi di Torino e Susa, che Repole guida dal 2022, si trovano infatti di fronte a una serie di sfide che richiedono una leadership forte e capace di generare unità, come ha sottolineato l'Uncem. "Le due Diocesi guidate dal nuovo cardinale Repole potranno fare molto, rigenerando i territori, puntando su un neopopolamento che fa bene a tutti", si legge nella nota. Un messaggio che richiama l'idea di una Chiesa sinodale, in grado di superare le solitudini e di costruire unità e sinergie non solo tra parrocchie, ma anche tra Comuni, Istituzioni e la stessa società civile.

Monsignor Alessandro Giraudo, vicario generale della Diocesi di Torino, e Don Daniele Giglioli, vicario generale della Diocesi di Susa, hanno espresso in una nota la profonda gioia delle loro comunità, ringraziando Papa Francesco per l'attenzione riservata al territorio.

Silvio Magliano, presidente del Gruppo Lista Civica Cirio, ha espresso l'apprezzamento per l'impegno di Repole nei confronti della politica, elogiandolo per la sua vicinanza ai rappresentanti delle istituzioni.

Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale, ha lodato la guida spirituale di Repole, mentre il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha evidenziato l'importanza del neo cardinale come punto di riferimento per il territorio.

Infine, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha sottolineato come la nomina di Repole rappresenti un momento di orgoglio per tutta la regione, riconoscendone l'impegno verso le persone più fragili e bisognose, e Domenico Lo Bianco, segretario della Cisl Torino-Canavese, ha parlato della nomina come di un segnale importante per un territorio storicamente vicino agli ultimi.

Un percorso di fede e di cultura

La figura di Roberto Repole si distingue anche per il suo forte impegno intellettuale e accademico. Oltre a essere un pastore attento alle esigenze del suo gregge, Repole ha sempre coltivato una passione per la riflessione teologica e la formazione dei nuovi sacerdoti. Canonico della Real Chiesa di San Lorenzo a Torino dal 2010, è stato presidente dell'Associazione Teologica Italiana dal 2011 al 2019, un ruolo che lo ha posto al centro del dibattito teologico nazionale e internazionale. La sua visione della Chiesa, fortemente influenzata dal Concilio Vaticano II, si basa su un'idea di comunione e dialogo, valori che Repole ha sempre cercato di trasmettere, sia attraverso il suo insegnamento che attraverso il suo ministero pastorale.

papa Francesco

Nel corso della sua carriera, Repole ha spesso affrontato temi complessi, come il rapporto tra fede e modernità, la crisi delle vocazioni e il ruolo della Chiesa in una società sempre più secolarizzata. In un'intervista rilasciata poco dopo la sua nomina ad arcivescovo di Torino, aveva sottolineato l'importanza di "un dialogo aperto con il mondo contemporaneo, senza rinunciare all'identità cristiana, ma cercando di comprendere le sfide e le domande che emergono dalla cultura attuale".

Questa capacità di coniugare la tradizione con una visione innovativa della fede è stata probabilmente uno dei fattori che ha convinto Papa Francesco a sceglierlo come cardinale.

Le sfide future per il nuovo cardinale

La nomina a cardinale di Roberto Repole arriva in un momento cruciale per la Chiesa cattolica, che sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti sotto il pontificato di Papa Francesco. Il Papa ha spesso sottolineato l'importanza di una Chiesa che esce per andare incontro alle periferie esistenziali, un concetto che Repole ha fatto suo nel corso del suo ministero. Le Diocesi di Torino e Susa, come ha evidenziato l'Uncem, si trovano di fronte a sfide particolari legate alla crisi demografica e alle difficoltà economiche di molti territori montani e periferici. In questo contesto, il nuovo cardinale sarà chiamato a guidare una comunità che ha bisogno di rinnovamento e di unità, ma anche di una presenza forte e visibile in un mondo sempre più frammentato.

Repole ha già dimostrato di essere un leader capace di coniugare la riflessione intellettuale con un forte impegno pastorale, e la sua nomina a cardinale potrebbe rappresentare un ulteriore passo in avanti per la Chiesa piemontese e italiana. La sua esperienza come teologo e come pastore gli permetterà di affrontare le sfide che lo attendono con una visione ampia e inclusiva, cercando sempre di costruire ponti tra la Chiesa e la società civile, tra le diverse comunità e tra il passato e il futuro.

L'8 dicembre, quando Repole riceverà la porpora cardinalizia, non sarà solo un giorno di celebrazione per lui e per la sua comunità, ma un segnale di speranza per tutti coloro che credono in una Chiesa che, pur radicata nella sua tradizione, non ha paura di affrontare le sfide del presente e di guardare con fiducia al futuro.

Tutti i comuni della Diocesi di Torino

Airasca, Alpignano, Andezeno, Arignano, Baldissero Torinese, Beinasco, Borgaro Torinese, Buttigliera Alta, Cambiano, Candiolo, Carmagnola, Carignano, Caselle Torinese, Castagneto Po, Castiglione Torinese, Chialamberto, Cirié, Collegno, Cuorgnè, Druento, Favria, Fiano, Forno Canavese, Front, Gassino Torinese, Germagnano, Grugliasco, Grosso, Lanzo Torinese, Leinì, Mappano, Mathi, Mezzenile, Moncalieri, Nichelino, Nole, Orbassano, Pessinetto, Pinerolo, Poirino, Rivoli, Robassomero, Rosta, San Maurizio Canavese, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Torino, Trofarello, Valperga, Venaria Reale, Volpiano.

Tutti i 21 nuovi cardinali

Ecco l'elenco completo dei 21 nuovi cardinali annunciati da Papa Francesco durante l'Angelus del 6 ottobre 2024. La cerimonia di creazione dei cardinali si terrà l'8 dicembre 2024:

  1. Angelo Acerbi (Italia), Nunzio Apostolico (non elettore, nato nel 1925)
  2. Carlos Gustavo Castillo Mattassoglio, arcivescovo di Lima (Perù)
  3. Vicente Bokalic Iglic, arcivescovo di Santiago del Estero (Argentina)
  4. Luis Gerardo Cabrera Herrera, arcivescovo di Guayaquil (Ecuador)
  5. Fernando Natalio Chomalí Garib, arcivescovo di Santiago del Cile (Cile)
  6. Tarcisio Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo (Giappone)
  7. Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan (Filippine)
  8. Ladislav Nemet, arcivescovo di Beograd-Smederevo (Serbia)
  9. Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile)
  10. Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan (Costa d'Avorio)
  11. Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Alger (Algeria)
  12. Bruno Syukur, vescovo di Bogor (Indonesia)
  13. Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo di Teheran-Ispahan (Iran)
  14. Roberto Repole, arcivescovo di Torino (Italia)
  15. Baldassare Reina, vicario generale di Roma (Italia)
  16. Francis Leo, arcivescovo di Toronto (Canada)
  17. Rolandas Makrickas, coadiutore della Basilica di Santa Maria Maggiore (Lituania)
  18. Mykola Bychok, vescovo della Eparchia di Melbourne (Ucraina)
  19. Timothy Peter Joseph Radcliffe, teologo (Regno Unito)
  20. Fabio Baggio, sottosegretario per i Migranti e Rifugiati presso il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale (Italia)
  21. George Jacob Koovakad, ufficiale della Segreteria di Stato e organizzatore dei viaggi papali (India)

Questi nuovi cardinali rappresentano un'ampia diversità geografica e culturale, con un'attenzione particolare alle periferie del mondo, in linea con la visione di Papa Francesco per una Chiesa globale e inclusiva.

l'ultimo concistoro

I cardinali italiani

Tra i 21 nuovi cardinali annunciati oggi da Papa Francesco, spiccano altri tre italiani di grande rilievo. Di seguito, le loro biografie:

Mons. Angelo Acerbi, Nunzio Apostolico
Nato il 23 settembre 1925 a Sesta Godano, Monsignor Acerbi è stato ordinato presbitero il 27 marzo 1948 per l'allora Diocesi di Pontremoli. La sua lunga carriera diplomatica al servizio della Santa Sede è iniziata nel 1956, quando è stato inserito nelle rappresentanze pontificie in Colombia, Brasile, Francia, Giappone e Portogallo, oltre a lavorare nel Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa della Segreteria di Stato. San Paolo VI, il 22 giugno 1974, lo ha nominato Pro-Nunzio Apostolico in Nuova Zelanda e Delegato Apostolico nell'Oceano Pacifico, conferendogli l'Ordinazione episcopale nella Basilica Papale di San Pietro in Vaticano il 30 giugno successivo. Durante il suo mandato come Nunzio in Colombia, Monsignor Acerbi è stato ostaggio per sei settimane dei guerriglieri del Movimiento 19 de Abril. Successivamente, ha ricoperto il ruolo di Nunzio in Ungheria, Moldavia e nei Paesi Bassi. Dal 2001 al 2015, ha svolto l'incarico di Prelato del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta.

Mons. Baldassarre Reina, Vicario di Roma
Monsignor Reina, già vescovo ausiliare di Roma e Vicegerente della diocesi, è stato recentemente nominato Vicario Generale per la Diocesi di Roma. Nato il 26 novembre 1970 a San Giovanni Gemini, nell'arcidiocesi di Agrigento, Reina è entrato nel seminario arcivescovile nel 1981. Dopo aver ottenuto il Baccalaureato in Sacra Teologia nel 1995 e la Licenza in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 1998, è stato ordinato presbitero l'8 settembre 1995. Ha ricoperto ruoli di grande responsabilità in Diocesi, tra cui assistente diocesano di Azione Cattolica e vicerettore del seminario arcivescovile di Agrigento. Dal 2003 al 2009 è stato Prefetto degli studi del Studio Teologico San Gregorio Agrigentino e successivamente, dal 2013 al 2022, Rettore del Seminario Maggiore di Agrigento. Reina è stato nominato vescovo ausiliare di Roma il 27 maggio 2022 e, il 6 gennaio 2023, è stato scelto da Papa Francesco come Vicegerente della Diocesi di Roma.

Mons. Fabio Baggio, Sottosegretario del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale
Nato nel 1965 a Bassano del Grappa, Monsignor Baggio ha intrapreso il percorso religioso presso il Seminario Scalabrini-Tirondola dei Missionari di San Carlo, emettendo la professione perpetua nel 1991. L'anno successivo è stato ordinato sacerdote. La sua formazione accademica culmina con un dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 1998. Monsignor Baggio ha avuto un ruolo chiave nelle questioni migratorie, lavorando dal 1995 al 1997 come Consigliere della Commissione Episcopale per le Migrazioni del Cile. Fino al 2002 è stato Direttore del Dipartimento per la Migrazione dell'arcidiocesi di Buenos Aires e, nel 1999, Segretario Nazionale dell'Opera della Propagazione della Fede, Opere Missionarie Pontificie Argentina. Il 14 dicembre 2016, Papa Francesco lo ha nominato Sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, un incarico che include anche la responsabilità della Sezione Migranti e Rifugiati e dei Progetti speciali, confermato nuovamente il 23 aprile 2022.

Questi quattro italiani rappresentano esperienze di fede e servizio che spaziano dall’impegno pastorale alla diplomazia internazionale, confermando ancora una volta l’importanza della Chiesa italiana nel panorama globale.

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