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Elezioni regionali: l'appello del Pd di Ivrea. "Il modello siamo noi!"

Chiara Appendino è davvero l'unico ostacolo all'accordo o c'è dell'altro?

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Chiara Appendino, Movimento Cinque Stelle

Pd e Movimento 5 stelle. In vista delle regionali di maggio sto accordo lo faranno oppure no?

C'è una novità e porta il nome dell'ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Ci sarà infatti anche lei all'incontro "a due" in un primo tempo fissato per il 17 gennaio e poi slittato, proprio per consentirle di esserci, a venerdì 19.

Appendino, che da mesi racconta, quasi "vomita" tutto il disprezzo che ha nei confronti del sindaco di Torino Stefano Lo Russo è considerata il principale ostacolo ad una qualsiasi bozza di trattativa.

Troppi i mal di pancia che le sono venuti durante i 5 anni in cui è stata sindaca, quando i dem all'opposizione presentarono un esposto in Procura sul caso Ream che approdò poi in un processo conclusosi solo qualche mese fa in Cassazione. 

Per il resto continua  la maretta nel "pollaio" Pd tra i due "galli" Daniele Valle e Chiara Gribaudo. Hanno offerto entrambi la propria disponibilità e continuano a difenderla con le unghie e con i denti.

Lo spettacolo è a tratti osceno, s'intende politicamente. Da fuori l'impressione è che Pd e Cinquestelle abbiano già dato la partita contro il centrodestra di Alberto Cirio (chissà se sarà poi davvero lui il candidato) per persa e per i secondi esista solo un obiettivo: andare alla ricerca del massimo risultato possibile in termini percentuali, cosa che può succedere solo con una discesa in campo solitaria.

Davanti ai loro occhi il "modello Ivrea". Dove è vero che con il Pd si è vinto, ma i grillini non sono riusciti a guadagnarsi neanche un posto in consiglio comunale e oggi siedono in giunta con una delega pesante ma pericolosa sulle manutenzioni affidata a Massimo Fresc. 

A questo modello ci crede - e pure tanto - il segretario cittadino del Pd di Ivrea Francesco Giglio ed è di questi giorni un suo accorato appello all'unità.

Francesco Giglio, Ivrea

"La strada sembra difficile - commenta - e lo dimostra il fatto che i comunicati usciti dalle diverse forze politiche in seguito ai primi incontri hanno toni diversi. C’è chi racconta di un approccio positivo e chi pensa che la strada sia ardua...".

A suo parere l'obiettivo delle forze progressiste piemontesi dovrebbe essere solo uno: "battere la destra per poter affrontare in maniera efficace e risoluta le problematiche che affliggono i cittadini piemontesi. Dalla gestione della sanità alle questioni legate al lavoro, dai trasporti al sostegno delle fasce più fragili della società, è essenziale unire le forze per costruire un percorso che miri a migliorare concretamente le condizioni di vita dei cittadini!"

È quindi?

Sarà fondamentale nei prossimi giorni "mettere da parte le divisioni tra le forze politiche progressiste per formare una coalizione aperta, coinvolgendo anche le forze civiche, un passo importante verso la costruzione di un fronte unito e credibile.". 

Evidentemente ci va un programma condiviso e persuasivo, un'alternativa forte e convincente focalizzata sul miglioramento tangibile della vita delle persone. 

"Ad Ivrea  - commenta ancora Giglio - nell’ultima elezione amministrativa le diverse forze progressiste hanno deciso di unirsi attorno a un tavolo, mettendo al primo posto gli interessi della città. Hanno lavorato intensamente per sviluppare una visione condivisa del futuro, un programma che ha fatto sintesi di idee diverse per favorire il bene della comunità, scoprendo che molte divergenze potevano essere superate con soluzioni accettate da tutti. Il risultato è stato un documento che sintetizzava 22 punti, rappresentando l'armonizzazione delle idee di tutte le forze coinvolte.  Questo sforzo congiunto ha portato a una vittoria elettorale oltre le aspettative, dimostrando che l'unità e un programma condiviso possono essere vincenti.  Dopo la vittoria, la coalizione governa la città in armonia, mantenendo il focus sul benessere dei cittadini. L'esperienza ha dimostrato una coesione e capacità di lavoro al di sopra delle previsioni più ottimistiche...". 

E' vero che da un punto di vista elettorale il solo voto dei cittadini di Ivrea non è paragonabile a quello di un'intera Regione che ha fortezze inespugnabili i mano a Lega e Fratelli d'Italia, ma la domanda per i grillini a questo punto è: cosa sarebbe successo a Ivrea se avessero deciso di correre da soli? Chi può dire se sarebbero davvero riusciti a sedersi in consiglio comunale?

Infine ancora un appunto al segretario del Pd di Ivrea. Sotto le rosse torri, infatti, di candidati a sindaco il Pd ne ha sfornato uno e uno soltanto, non due, non tre. Alquanto discutibile poi che la sua vittoria sia stata costruita dal "programma" e non invece dai "saggi", dai "vecchi" che fin dalla prima ora han fatto un passo indietro su ogni velleità, sgombrando così il campo da ogni possibile mal di pancia dei papabili alleati.

SULLE ELEZIONI DI IVREA

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