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Ivrea

E al camposanto spunta un grande albero di Natale. E' festa anche per i morti

La ditta Berlor che si occupa della manutenzione lo allestisce ovunque

E al camposanto spunta un grande albero di Natale. E' festa anche per i morti

E al camposanto spunta un grande albero di Natale. E' festa anche per i morti

Un epitaffio: “Il meglio deve ancora venire – The best is yet to come”. E’ scritto a caratteri cubitali sulla tomba di Frank Sinatra al Desert Memorial Park, Cathedral City, in California (Stati Uniti). Il bello nella vita degli altri. Il bello dei ricordi di chi ha conosciuto i morti in vita. Il bello di un cimitero che non a tutti piace, ma se è brutto piace ancora di meno. Da qui l’idea di un albero di Natale dedicato ai morti, tra una tomba e l’altra e davanti ai loculi.

Come diceva Andrea Pinketts “Nei cimiteri, per quanti fiori ci siano, non è mai primavera”, ma per il Natale che ci vuole, basta un albero.

Eggià! Se è vero che i nostri cari sono ancora lì e ci guardano da lassù, è un po’ come dire loro che ancora li pensiamo. Altrimenti non avrebbe senso portare loro i fiori. Avrebbe molto più senso ricordarsi di loro a casa nostra, con oggetti che li riguardano, un quadro, un piatto, una pipa… 

Ci crede e lo ha messo in pratica Antonio Bergamo della Berlor General Contractor che si occupa delle manutenzioni del camposanto di Ivrea. Lo ha fatto all'insaputa di tutti, a cominciare dal sindaco e degli assessori.

All’Immacolata ha fatto accendere un grande albero di Natale.

“Un omaggio agli angeli seppelliti -  ci spiega - Non è un’iniziativa contemplata nel capitolato d’appalto. Visto che ce lo avevano chiesto molti altri sindaci,  abbiamo deciso di farlo anche a Ivrea… Da Fiorano Modenese a Seveso, da Segrate a Nizza Monferrato e Genova ovunque c’è la Berlor c’è un albero di Natale”.

L’iniziativa ha trovato, tra i frequentatori, un'accoglienza calorosa. "Un gesto di commovente devozione ..." ha commentato qualcuno. Un modo per donare a chi vi si reca un momento di pace e contemplazione in un luogo spesso associato al dolore e alla tristezza. 

Che poi, a ben guardare e a giudicare certi cimiteri, ci sarebbe da pensare che noi trattiamo i nostri cari meglio da morti che da vivi. In sottofondo, ma neanche poi tanto il grande rispetto della morte anche da parte di chi non ha rispetto per la vita. 

Si spera solo che non cominci da un albero a trattare il cimitero come un luogo da vestire a festa ad ogni occasione, con luminarie come in via Palestro. Ci toccherebbe poi cominciare a scrivere della luminaria che non c’è nei pressi di una o più tombe, finanche a raccogliere dichiarazioni “avvelenate” di parenti e amici dei defunti.

Amen

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