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Pedofilia
10 Dicembre 2023 - 10:47
Fuori dallo spogliatoio, subito dopo un allenamento, c’è un bambino in lacrime.
Il padre gli va incontro e gli chiede che cosa c’è che non va... Può capitare che succeda. Un litigio con altri compagni. Un senso di sconforto per non essere riuscito a fare quello che i grandi calciatori fanno. Un dolore improvviso. Una caviglia, un braccio... Vai a capire... E invece no! Niente di tutto questo.
In quelle lacrime. In quei sospiri. In quegli occhi c’era molto ma molto di più e sono le attenzioni “particolori” rivoltegli dall’allenatore. Un pedofilo. Proprio così!
Attenzioni a lui e ad altri compagni di squadra di una società sportiva che ha sede nella prima cintura nord di Torino.
Sulla vicenda c’è un’indagine, per il momento in fase preliminare, aperta dalla Procura di Ivrea. Il reato ipotizzato dal pm Ludovico Bosso, è di violenza sessuale.
Stando alle prime informazioni raccolte nel palazzo di giustizia da un pool specializzato in fasce protette, attraverso interrogatori altrettanto protetti, quelle “attenzioni un po’ troppo spinte avrebbero coinvolto almeno quattro minorenni, classe 2010.
L’uomo, di circa 30 anni, ha un regolare patentino per il Settore Giovanile e la Scuola Calcio.
Tutto sarebbe avvenuto nel luglio scorso, durante un campus estivo. Nella stessa giornata in cui i dirigenti della Società Sportiva avevano appreso il “rumor” su quel che stava succedendo, non avevano perso un minuto di troppo.
Avevano convocato i genitori e raccolto le loro testimonianze. Qualche ora dopo, infine, avevano allontanato il tecnico che in quel periodo non era più tesserato, ma in fase di rinnovo (i tesseramenti si esauriscono ogni fine giugno).
Il giorno dopo, sempre la Società, aveva poi informato la Figc e il Coni (i massimi organismi a livello calcistico e sportivo) che dal 2014 ha istituito la Procura Generale dello Sport a tutela della legalità dell’ordinamento sportivo.
Il Coni sta agendo da tempo per contrastare i fenomeni degli abusi, delle violenze sessuali, del bullismo, delle discriminazioni di genere e della violazione della cultura del rispetto che deve improntare l’attività di ogni appartenente al mondo dello Sport. Tra le regole inserite anche il divieto assoluto di tesseramento presso ogni tipo di ente sportivo per i soggetti radiati in seguito ad atti di violenza e di molestie nei confronti delle persone e/o degli animali.
L’allenatore, presunto pedofilo, comunque, nel frattempo ha cambiato società e oggi si occupa della Scuola Calcio di un’altra squadra i cui allenamenti avvengono a poche centinaia di metri dal precedente campo sportivo.
Nei giorni scorsi i carabinieri hanno fatto visita e ispezionato i locali di quest'ultima società sportiva e si sarebbero anche recati a casa per sequestrare telefono e pc.
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