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Vercelli

I danneggiati dal “vaccino”: «Ora vogliamo essere curati»

In piazza a Vercelli tante persone che hanno perso salute e possibilità di lavorare dopo l’inoculazione a cui sono stati costretti dai decreti Covid del Governo Draghi

foto d'archivio

foto d'archivio

Due anni di massive “vaccinazioni” anti-Covid, in più dosi (siamo ormai alla somministrazione della quinta), non hanno determinato né una riduzione dei contagi né dei decessi di persone che hanno contratto il virus. Anzi: la maggior parte dei contagi si riscontra (v. i bollettini settimanali dell’Iss) tra coloro che hanno in corpo più dosi, e il numero di decessi - pur con il 90% della popolazione almeno bi-inoculata - equivale a quello del 2020, quando ancora nessuno era vaccinato.

Sarà forse anche per questo che la campagna vaccinale si è “piantata”: a fare le prime due dosi - costretti dai decreti del Governo Draghi, che limitavano la libertà e la possibilità di lavorare dei non vaccinati - erano stati più di 50 milioni di italiani, a fare la terza erano scesi a 40 milioni, mentre a fare la quinta - disponibile da mesi - sono andati in poco più di 5 milioni, per la maggior parte anziani o immunodepressi.

Un gruppo di cittadini danneggiati dal vaccino

Anche nel Vercellese i “positivi” sono ancora molti, circa un migliaio, per la maggior parte bi-, tri- e quadri-vaccinati; nell’ultima settimana sono aumentati a Santhià, Tronzano, Livorno Ferraris, Saluggia, Borgo d’Ale e Palazzolo.

Vi sono inoltre molte persone che, a seguito della vaccinazione, hanno avuto e hanno tuttora problemi di salute, in certi casi anche gravi.

Domenica 11 dicembre a Vercelli, in via Cavour, il consigliere comunale Michelangelo Catricalà e il “Comitato Ascoltami” hanno allestito un gazebo informativo sulle reazioni avverse post inoculazione; in molti - dal Vercellese e da fuori provincia - sono venuti per raccontare le difficoltà insorte dopo la “vaccinazione” e chiedere indicazioni per cercare di capire come muoversi o a chi rivolgersi per avere una possibile diagnosi e terapie adeguate; hanno potuto confrontarsi con Fabio La Falce, dirigente farmacista all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone.

Spiega Catricalà: «I numeri che si leggono, specifici per ogni tipologia di reazione e dei quali abbiamo esposto alcuni grafici, sono drammatici, ma sono estremamente sottostimati poiché derivano dalla farmacovigilanza passiva che non rappresenta la situazione reale. Anche al gazebo è emerso purtroppo chiaramente che la maggior parte di coloro che lamentano problemi non avevano fatto la segnalazione, non sapendo che ci fosse tale possibilità».

Il “Comitato Ascoltami” chiede di fare ricerca per trovare terapie per tutti i danneggiati dal “vaccino” che da più di un anno girano l’Italia sostenendo spese ingenti in visite specialistiche, nella speranza di trovare medici disposti ad ascoltarli e curarli; chiede inoltre di istituire in ogni regione ambulatori dedicati alla cura gratuita delle reazioni avverse al “vaccino”, e l’attivazione immediata di farmacovigilanza attiva: modalità che permette, mediante il monitoraggio nel tempo delle persone che hanno assunto un determinato farmaco, di avere una raccolta dati più verosimile; la farmacovigilanza passiva attualmente utilizzata, infatti, non evidenzia i numeri reali delle reazioni avverse.

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