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La Chiesa dei ragazzi: Acutis e Frassati sono santi (VIDEO)

Papa Leone proclama i due giovani santi davanti a 80mila fedeli e lancia un appello ai ragazzi, tra festa, memoria e polemiche

Un’onda umana di oltre 80mila persone ha invaso piazza San Pietro per la canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, proclamati santi da Papa Leone XIV. Una giornata storica che ha visto radunarsi fedeli da ogni parte del mondo, dagli scout italiani alle famiglie arrivate da Emirati Arabi Uniti, in un clima di festa e commozione.

Un evento reso ancora più raro dalla presenza dei genitori di Carlo, Andrea Acutis e Antonia Salzano, insieme ai gemelli Michele e Francesca. Antonia, in abito scuro e con velo nero, ha ricordato il figlio attraverso le parole scritte nel libro Il segreto di mio figlio: «È stato un vero ed efficacissimo influencer di Dio».

La madre ha sottolineato come Carlo fosse un ragazzo «che portava Gesù nel cuore» e «aiutava il prossimo». Alla vigilia della canonizzazione aveva confidato: «Dio, che mi ha rapito in Cielo Carlo tanti anni fa, mi restituisce oggi san Carlo Acutis, un figlio nuovo che non solo io, ma tutta la santa Chiesa con me pregherà». Non è mancato il ricordo del miracolo che le annunciò la nascita dei gemelli: «Un miracolo che mi annunciò lui in sogno».

Alla celebrazione Michele ha letto la prima lettura in inglese, mentre i genitori hanno portato i doni dell’offertorio. La madre ha ribadito: «Carlo è stato scelto da Dio come suo strumento», ammettendo: «Tantissime persone si sono riavvicinate alla fede, hanno ricominciato ad andare a messa. Come sia stato possibile che abbia toccato tanti cuori è un mistero insondabile. Io stessa sono la prima convertita». E ai giovani ha lanciato un messaggio netto: «Di spegnere il cellulare e di tornare a guardarsi negli occhi».

Durante l’omelia, Papa Leone XIV ha dichiarato: «I santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l'alto e a farne un capolavoro». In un fuori programma prima della messa, aveva salutato i fedeli: «Oggi è una festa bellissima per tutta l'Italia, per tutta la Chiesa e per tutto il mondo», ricordando che i due giovani avevano incontrato Cristo non solo nell’Eucaristia ma anche «nei poveri, nei fratelli e nelle sorelle».

Al termine della cerimonia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha commentato: «Si racconta spesso di una gioventù smarrita e incapace di guardare e far guardare al futuro con speranza. Nella canonizzazione di Frassati e Acutis c'è la smentita viva e concreta di questo luogo comune». Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha aggiunto: «Le vite di questi due nuovi santi hanno tanto da dire al nostro tempo e sono la risposta alla sete di valori dei giovani».

Dalle istituzioni è arrivato anche il messaggio del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, che ha affermato: «La notizia della proclamazione della santità di Pier Giorgio Frassati, giovane piemontese, rappresenta un momento di gioia e di profonda ispirazione per tutta la nostra comunità e per l'intero Paese. La sua figura, segnata dall'impegno civile e sociale, testimonia come la fede possa tradursi in azioni quotidiane concrete a favore dei più fragili e nella custodia della casa comune. Frassati, assieme a Carlo Acutis, è esempio anche per le nuove generazioni, chiamate a costruire una società fondata sulla solidarietà, sulla giustizia e sulla speranza».

Non sono mancate le polemiche. Il quotidiano israeliano Times of Israel ha scritto: «Dietro questa celebrazione si cela un'eredità inquietante: i miracoli promossi online da Acutis affondano le radici in miti antisemiti secolari che hanno alimentato l'odio e la violenza contro le comunità ebraiche». Secondo il giornale, «sebbene Acutis abbia evitato di menzionare esplicitamente gli ebrei in queste narrazioni, riferendosi invece a 'profanatori' o 'malfattori', le fonti storiche da cui ha tratto spunto, tra cui registri ecclesiastici e letteratura devozionale, spesso identificano i colpevoli come ebrei». E ancora: «Queste storie contribuirono a radicare stereotipi antisemiti nell'immaginario cristiano, ispirando arte, reliquie, processioni e festività. Esecuzioni, pogrom o espulsioni di massa di ebrei spesso seguivano le accuse di sacrilegio».

La giornata si è chiusa con un nuovo monito del Pontefice: «Ai governanti ripeto: ascoltate la voce della coscienza. Le apparenti vittorie ottenute con le armi, seminando morte e distruzione, sono in realtà delle sconfitte e non portano mai pace e sicurezza. Dio non vuole la guerra, Dio vuole la pace e Dio sostiene chi si impegna a uscire dalla spirale dell'odio e a percorrere la via del dialogo».

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