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Caso Perfetto, Corcione: "Non esiste alcun caso, il presidente del Consiglio di Chivasso è lui. Nessun altro si è fatto avanti" (VIDEO)

Il coordinatore cittadino del Partito Democratico a tutto tondo: dal giudizio su Castello alle elezioni 2027, fino alla vicenda Pastore...

Massimo Corcione, segretario del Partito Democratico di Chivasso, il partito di maggior peso nella maggioranza del sindaco Castello. Partiamo da qui, Castello. A metà del secondo mandato, l’amministrazione di Castello è in salute secondo te?

Io direi che è in ottima salute. Sta portando avanti diversi progetti, quindi credo che sia un'amministrazione che sta lavorando per la città, nonostante le difficoltà. L'ultima sfida, come sappiamo tutti, è rappresentata dal patto di stabilità, che inciderà sui bilanci con minori risorse da parte del governo. Questa situazione, nel medio periodo, porterà delle difficoltà all'azione di governo. Tuttavia, è un'amministrazione che si fonda soprattutto su due parole cardine: lealtà e correttezza. Con questo spirito, stiamo procedendo bene, a mio avviso, come legislatura, e penso che si potrà proseguire con diversi appuntamenti e progetti che verranno messi in campo e troveranno realizzazione anche nel breve periodo.

E’ cambiato Castello dal primo al secondo mandato oppure no?

Sì, Claudio è sicuramente cambiato; ha acquisito consapevolezza e una certa dimestichezza con la macchina comunale. Di fatto, si cresce, e inevitabilmente, con l'esperienza, si cerca di migliorare. Dietro di lui, naturalmente, c'è una squadra che lo supporta e che, dal mio punto di vista, cerca di dare il massimo per rispondere alle esigenze di questa città.

Che cosa andrebbe ancora fatto?

Partiamo dal concetto e dal presupposto che molto è stato fatto. Questa amministrazione è riuscita a ottenere diversi milioni di euro grazie ai progetti del PNRR. Questo è un risultato tutt'altro che scontato. Posso citarti due o tre progetti che vedranno la luce a breve: per esempio, il teatro, il completamento di Corona Verde e, tra gli interventi distintivi di questa amministrazione, il sistema fognario. Questa amministrazione si contraddistingue politicamente proprio perché ha deciso di investire nel sistema fognario, un’opera che, come sappiamo bene, nessuno aveva mai voluto realizzare, semplicemente perché non visibile. Ma è proprio per questi interventi invisibili, ma fondamentali, che il lavoro si impara ad apprezzare.

Scusa eh, ma quali sarebbero questi interventi invisibili? Ci fai qualche esempio?

Innanzitutto, tutte le frazioni, compresa infine quella dei Pogliani, verranno raggiunte. I Pogliani sono al momento l'unica frazione che rimane esclusa, ma, ripeto, è solo temporaneo, perché stanno già lavorando per allacciare al sistema fognario anche questa zona. Quindi, tutte le frazioni di Chivasso godranno di un sistema fognario e dico io: finalmente! C'è una grande differenza, per chi vive in frazione, tra avere una fossa IMOF e disporre di un sistema fognario funzionante ed efficace. È chiaro che questa scelta è anche di carattere politico: fare le cose che non si vedono spesso non paga, ma è una scelta forte. È meglio fare ciò che paga o ciò che è giusto? Politicamente, preferisco fare ciò che è giusto. Ovviamente, l'amministrazione sta portando avanti ciò che è giusto e intende proseguire su questa linea fino alla fine del mandato. In questo caso, direi proprio: ciò che è giusto.

Il sindaco apre l’ultima fase della sua stagione amministrativa (non può più ricandidarsi). Un dibattito su chi dovrà raccogliere l'eredità del sindaco Castello immagino che sia già iniziato

Allora, innanzitutto, non c’è ancora alcun dibattito. I valori del candidato sindaco sono insiti, sostanzialmente, in quelli che sono i principi del Partito Democratico e di tutta la coalizione. Oltre ad essere persone rette, sia moralmente che giuridicamente, è chiaro ed evidente che occorre avere una visione e sposare quella visione che, da quindici anni a questa parte, il centro-sinistra porta avanti per la città. Parliamo dell'attenzione verso il verde – e non dimentichiamo Corona Verde, gli Amici del Po e il grande lavoro fatto in quell'area. Potrei anche citare l'attenzione per lo sport, come dimostrano i nuovi buoni sport. Bisogna migliorare su questo aspetto? Sì, sono d'accordo. Se me lo chiedi, te lo dico francamente: è un aspetto su cui bisogna lavorare di più, e ci si sta impegnando molto in tal senso.

Posso citarti anche il piano regolatore, un'altra cosa che ci eravamo proposti di fare e che stiamo portando avanti. Oppure il polo logistico: il lavoro non è una cosa scontata, specialmente in questo periodo, eppure, mi risulta che il 30 ci sarà una riunione per definire gli ultimi aspetti tecnici. Siamo ormai alle fasi finali, dopodiché partiranno i cantieri, che porteranno alla creazione di seicento posti di lavoro. Non è una cosa banale.

Massimo Corcione, segretario cittadino del Partito Democratico

Quindi che profilo deve avere il prossimo candidato sindaco?

Di una persona retta e corretta, che abbia una visione e che sposi la visione costruita nel tempo dal centro-sinistra, attraverso il percorso portato avanti da diverse figure.

E’ vero che sarà l’attuale vice sindaco Pasquale Centin?

Pasquale, come tanti altri, e spero non sia l'unico, è sicuramente una persona che ha tutte le carte in regola per poter fare il candidato sindaco. Ma, ripeto, mi aspetto che non sia l'unico, perché credo che ci siano diverse persone che hanno a cuore la città di Chivasso. Certamente, Pasquale è una di quelle persone che possiede tutti i requisiti per poter ambire a un incarico di questo tipo, a condizione che lo voglia fare, perché, attenzione, non è detto che una persona voglia davvero assumersi questo ruolo. Questo è un altro aspetto importante: governare una città è un impegno serio, qualcosa che non sempre corrisponde alle aspettative. Per alcuni, invece, può sembrare un compito vago, al punto da lanciarsi senza sapere minimamente a cosa vanno incontro. È una grande responsabilità e, secondo me, è necessario avere una squadra forte, coesa e soprattutto leale per poter portare avanti i progetti che si hanno in mente.

Veniamo all’attualità. Pare - dico pare - che si sia aperto un dibattito per la presidenza del Consiglio comunale: Perfetto dovrebbe lasciare, essendo a metà mandato, e Peroglio sarebbe indicata come la sua sostituta. E’ così? Ci spieghi?

Alfonso Perfetto è un Presidente del Consiglio che, in questo periodo, ha posto l'attenzione sul ruolo centrale e di tutela sia dell'opposizione che della maggioranza. Credo che si sia impegnato bene nel cercare di ascoltare le esigenze di entrambe le parti, compito che non è facile – e posso dirlo con cognizione di causa, avendolo svolto in situazioni piuttosto delicate. 

Devo dire che Alfonso è riuscito e sta riuscendo bene in quest'opera di ascolto tra maggioranza e minoranza, un compito di non semplice e non banale esecuzione. Credo che, come tutti, stia migliorando nel tempo, perché, se si ha voglia di imparare, se ci si mette a disposizione e si studia, è inevitabile crescere e migliorare.

Sì, ma intanto si discute se debba o meno lasciare l’incarico, così come stabilisce il regolamento del Consiglio comunale che l’amministrazione Ciuffreda approvò. O sbaglio? E poi, scusa ma: Peroglio non sarebbe una buona presidente del Consiglio?

Sinceramente e con tutta franchezza, non c'è alcun dibattito, per il semplice motivo che, per quanto mi riguarda, come segretario o coordinatore del Partito Democratico, non ho ricevuto nessuna istanza in tal senso. L'unica cosa che posso dire è che, rispetto all'articolo che ho letto, non esiste alcun tipo di accordo. Nonostante io stesso avessi proposto a Cristina di fare la Presidente del Consiglio comunale subito dopo le elezioni, questa proposta era stata rifiutata dalla candidata. Anche il sottoscritto e il sindaco le hanno offerto la possibilità di diventare assessore, ma, a causa di problemi legati al lavoro e alla famiglia, che comprendo, non ha potuto intraprendere nemmeno questo percorso.

È chiaro ed evidente che è lecito potersi candidare. Se le condizioni sono cambiate, lo vedremo, ma ad oggi non ho alcuna questione aperta sul tavolo. Per quanto mi riguarda, quindi, non c'è nessun problema e neppure un dibattito. Naturalmente, tutti hanno le caratteristiche per poterlo fare, ma è chiaro che, se non c'è una richiesta di dibattito, non vedo perché doverlo aprire. Poi, in seguito, si valuterà anche il gradimento di una persona rispetto a un'altra. Tuttavia, ad oggi, per me, il problema non esiste. Non è mai stato sottoposto, quindi l'ho appreso dai giornali.

Ha fatto molto discutere la pizza che tu, Centin, Ciuffreda e Buo avete consumato alla Cantinella. Intanto ti chiedo: chi è che ha fatto il primo invito? 

L'invito è arrivato da Liberamente e, come segretario del Partito Democratico, non vedo alcuna ragione per non andare ad ascoltare chiunque. Se vuoi, ti do una notizia: a breve andrò a mangiare una pizza anche con Clara Marta.

Chi ha pagato?

Abbiamo fatto alla romana.

E di cosa avete parlato? 

Francamente, abbiamo cercato di capire se c'erano punti di convergenza a livello nazionale rispetto a temi di grande importanza. Sinceramente, non ci sono grandi differenze su questo fronte: se parliamo di pace nel mondo o di proporre un referendum abrogativo, non vedo quale problema ci possa essere.

Quello che rimane sicuro è che l’attuale maggioranza è questa, e da qui si parte. Non c'è nulla di nuovo sotto il sole: la maggioranza è questa e resta tale. Poi, da qui in avanti, in politica tutto è possibile – la politica è l'arte del possibile. Quindi, non mi precludo alcuna strada o possibilità, ma è chiaro che devono esserci dei percorsi concreti da seguire. Non è così banale, perché le parole hanno un peso, e dietro le parole ci sono le persone colpite, le loro famiglie e i figli.

Io non sono una di quelle persone che immagina la politica come un "campo largo" dove si possa dire qualunque cosa solo perché si sta facendo politica. Non credo che si possa affermare che la politica è una cosa e fuori dalla politica siamo un'altra. Io sono così quando faccio politica e anche quando non la faccio. Sono sempre me stesso. Quindi, per me, non è giustificato e non è giustificabile. Si può sbagliare? Sì, certo, si può sbagliare, in politica come nella vita. Non c'è nessun problema. Ma pensare che io possa dire qualunque cosa solo perché, in quel momento, sto "facendo politica" non fa parte del mio pensiero.

Qualcuno, nella maggioranza, pare essersela presa per questa pizza con i due esponenti di Liberamente Democratici. I gruppi di Sinistra Ecologista e Noi per Chivasso, ad esempio, si sono incontrati per fare il punto sui due anni e mezzo del Castello-bis. Come mai non vi hanno invitati?

Non ci hanno invitati, ma mi hanno correttamente informato. Guarda, come ho esordito prima, questa amministrazione ha iniziato il suo percorso con due parole chiave: lealtà e correttezza. Ho ricevuto un avviso sia da De Bernardi sia da Pasteris in cui mi informavano della loro intenzione di incontrarsi, discutere e poi fare un riassunto anche con me. Non ci trovo nulla di strano o sospetto in tutto questo. Non ci sono problemi, perché quando si è corretti e leali, non si agisce per mettere in difficoltà qualcun altro, né più né meno.

Nel momento in cui ho incontrato, insieme a Pasquale, una forza politica di opposizione, è naturale che gli altri si interroghino – ci mancherebbe. È comprensibile che ci sia un confronto con chi, in questo caso, sono io, e l'abbiamo avuto ieri, giusto per chiarire, tracciando le linee guida da qui alla fine della legislatura e possibilmente anche oltre.

Francamente, credo che questa sia la vera soluzione nel modo di fare politica. Quando si è leali e corretti, il resto viene da sé, perché ci si esprime con sincerità, per come si pensa e si vive la situazione. E se non ci sono problemi di sorta, se non c'è l’intenzione, consentimi il termine, di "fregare" l’altro, questo si percepisce chiaramente.

Campo sportivo Pastore. Negli ultimi mesi se ne sono scritte di ogni. Intanto ti chiedo, perché ti sei dato al calcio? Era proprio il caso?

Allora, che faccia discutere il fatto che Massimo Corcione si interessi di calcio mi fa sorridere. Sorrido perché, guarda, ti do una notizia che forse vi è sfuggita: a diciotto anni aprivo la sezione scout a Chivasso, che esiste tutt'oggi, e già allora ero nel Partito Democratico; mi candidai con Palumbo, quindi figuriamoci. Oggi, però, fa discutere perché Massimo Corcione, che si è sempre occupato di sociale, si rende conto, insieme ad altre persone che da sempre si occupano di sociale, che c’è un vuoto e un'esigenza nella propria città. Credo sia normale, per chi si occupa della città da tanti anni, comprendere e cercare di individuare le necessità di una comunità.

Veniamo al dunque: lo volete con tutte le vostre forze questo campo…

In due settimane la URS La Chivasso ha fatto sessanta iscritti. Questo dimostra che c'è una forte esigenza sociale di aggregazione per questi ragazzi. Ed è proprio questa esigenza che ci ha spinto ad agire. Noi non siamo né a favore né contro nessuno; crediamo che ci sia un bisogno reale e abbiamo creato un progetto di calcio sociale. Questo abbinamento tra calcio e sociale nasce da un’idea condivisa tra noi quattro, che non ha come unico scopo il gioco del calcio. Tant’è che questa società offrirà servizi che i ragazzi non troveranno nemmeno in terza categoria, né in serie D: avremo un mental coach che nessun’altra squadra ha, un massaggiatore dedicato, oltre a un'equipe selezionata per i loro allenamenti. Vogliamo offrire qualcosa di più, perché il calcio non sia soltanto un gioco per undici persone dietro a un pallone, ma diventi un'identità, un'identità che si confronta con l’intera città.

Negli ultimi anni, questa identità del calcio a Chivasso si è un po' persa? 

Guarda, per come l'ho vissuta io, ho visto solo persone che hanno avuto impianti e opportunità, ma che forse se le sono giocate male. Non mi sento di criticarli, perché probabilmente il loro obiettivo era semplicemente fare calcio. E ci sta: le società di calcio spesso funzionano così, con l’obiettivo di vincere il campionato. La nostra idea, invece, è diversa.

Insomma, qual è?

La nostra ambizione è far comprendere che è più importante il gruppo con cui giochi, le persone con cui ti ritrovi, l'unità e il piacere di giocare. La vittoria è semplicemente una conseguenza, non il fine ultimo. Il fine ultimo è uscire da quel campo col sorriso; il resto viene da sé, né di più né di meno. Questo significa giocare con tranquillità, senza essere ossessionati dal risultato, ma concentrati sul servizio ai giocatori e alla squadra. Posso anche sbagliare, ma sono sicuro che quei ragazzi, anche se non saranno Maradona, daranno il cento per cento. Se devono lasciare tutto in campo, lo faranno, ma non per loro stessi, bensì per la squadra, per la maglia e per la città.

Questa è l'ambizione di questa società, l'ambizione che ci ha spinti. Vogliamo cercare di recuperare anche quei ragazzi che potrebbero avere delle difficoltà o storie complesse nel loro passato. Qui possono trovare un modo per sfogarsi, reinserirsi, fare nuove amicizie, e magari intraprendere un percorso diverso. A questo abbiamo pensato quando abbiamo immaginato, per esempio, la figura del mental coach: non è qualcuno preso per strada senza competenze, ma una psicologa che fa questo di mestiere.

Il Comune ha indetto un nuovo bando per affidare la gestione del Pastore. Voi parteciperete?

Ovviamente. E se non dovesse andare bene neanche questa volta, il progetto continua, il progetto va avanti perché per noi sono fondamentali i ragazzi. Oggi abbiamo non solo sessanta ragazzi under diciotto e una prima squadra, ma anche dei bambini. La volontà di venire, giocare e partecipare è grande; l'aspettativa è alta. Quindi, francamente, credo che qualsiasi amministrazione non possa ignorare questa realtà.

Dopodiché, una soluzione la troveremo, perché siamo chiamati alla responsabilità. Se poi altri sono più bravi di noi, benvenga. Noi siamo persone con i piedi per terra; non apriamo il libro dei sogni e non ci interessa guardare cosa fanno gli altri. Andiamo avanti per la nostra strada, concentrati sulle esigenze dei nostri ragazzi e sul progetto della URS Chivasso.

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