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23 Luglio 2023 - 11:03
Con lo slogan “Giù le mani dalla Sanità Pubblica” si è svolta la mattina di sabato 22 luglio, davanti all’ingresso dell’ospedale di Cuorgnè, la prima delle iniziative che il Comitato per la Difesa della Salute ha in programma per manifestare contro le scelte e gli orientamenti dell’ASL e della Regione.
“Azione pacifica e simbolica - l’hanno definita gli organizzatori - con la finalità di dimostrare la nostra ferma volontà a difesa del presidio ospedaliero e della Sanità Pubblica. Ci sono da difendere la nostra salute (diritto garantito dalla Costituzione) e la possibilità di continuare a vivere in Canavese”.
I rappresentanti del Comitato, del quale fanno parte anche i gruppi di minoranza consiliare “Cuorgnè C’è” e “Moderati e Indipendenti”, hanno appeso uno striscione recante proprio la scritta “Giù le mani dalla Sanità Pubblica” davanti all’ingresso dell’ospedale.
Hanno partecipato all’iniziativa simpatizzanti ed esponenti locali di Sinistra Italiana, del PD e del Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo era rappresentato anche dalla parlamentare Elisa Pirro e dalla consigliera regionale Sara Disabato. Assenti, come prevedibile, gli esponenti dei partiti che governano la Regione ed assente la maggioranza consiliare cuorgnatese.
A fronte dell’impegno degli organizzatori va notata la scarsa partecipazione dei cittadini comuni all’iniziativa, partecipazione inversamente proporzionale all’interesse che si registra un po’ a tutti i livelli rispetto alla questione dell’Ospedale e del Pronto Soccorso. E’ un segno dei tempi, la conferma della distanza fra ciò che si pensa e ciò che si fa concretamente. Manca oggi nella popolazione italiana la consapevolezza che, per difendere ciò in cui si crede, occorre darne dimostrazione concreta e pubblica.
A nome del Comitato ha parlato Riccardo TESSARINI: “Si trattava di dare un segnale a tutta la cittadinanza – dopo mesi di lavoro e di volantinaggi - della nostra azione fattiva ed operativa per difendere il presidio pubblico ospedaliero e rivendicare la riapertura del Pronto Soccorso. Quest’ultimo va difeso a tutti i costi dalle mire dei privati, contrariamente a quanto indicato nello studio commissionato dalla Regione e che indica la privatizzazione come soluzione finale. E’ vero che le indicazioni possono non essere seguite e che la gestione può anche essere in convenzione ma i privati badano al profitto. Noi siamo per un Pubblico efficiente, che funzioni, con medici ed infermieri pagati il dovuto e la cui professionalità venga valorizzata. Non siamo a favore di un Sistema Pubblico inefficiente perché il Pubblico si regge grazie alla tassazione generale. I servizi essenziali di interesse nazionale non possono essere ceduti ai privati”.
La protesta di fronte all'ospedale
Concetti ribaditi dal capogruppo dei “Moderati e Indipendenti” Danilo ARMANNI: “Il Comitato ha preso questa prima iniziativa sul terreno per difendere una struttura sempre più minacciata: da ultimo è uscito lo studio di una società milanese secondo cui in Canavese non avremmo bisogno di un ospedale né di un Pronto Soccorso! ll che significa che sale operatorie, strutture, macchinari, tutto ciò che può essere utilizzato a fini di lucro – come avvenne per le autostrade anni fa - sarà dato ad aziende che lavoreranno in convenzione, percependo denaro pubblico per sfruttare strutture che erano pubbliche e che sono state costruite con denaro pubblico, col denaro delle nostre tasse. Dobbiamo in tutti i modi cercare di opporci”.
Come sempre, Armanni è stato molto critico con la maggioranza che governa il Comune: “Purtroppo la nostra amministrazione è assolutamente latitante e non solo: abbiamo un assessore che lavora per l’ASL, persone all’interno indagate per corruzione nell’inchiesta sulla stessa ASL TO4 ed un sindaco che dovrebbe rappresentare la Zona Omogenea del territorio ma che, all’ultima riunione sulla Sanità, non ha aperto bocca. Ha invece parlato il suo predecessore Alberto Rostagno. Come politica locale siamo assenti: noi cerchiamo di far sentire la voce di un consiglio comunale che altrimenti non sarebbe rappresentato”.
“I Comitati – ha sottolineato il capogruppo di “Cuorgnè C’è” Davide PIERUCCINI - nascono perché la politica fallisce: non tutta a quanto pare. Io e Danilo siamo un esempio di come si possano insieme fare delle battaglie ed anche a livello regionale c’è chi dall’opposizione porta avanti la nostra stessa idea: una Sanità sempre più pubblica e meno privata ovvero l’esatto contrario di quanto sta avvenendo in questo periodo storico. Esattamente un anno fa avevamo organizzato un banchetto per raccogliere le firme proprio in questo luogo, davanti all’ospedale: è un piacere ricordarlo per la tanta partecipazione che si era registrata ma dispiace constatare che siamo sempre qui a chiedere le stesse cose. Questo striscione lancia un messaggio forte: l’ospedale è di tutti perché anche chi oggi ha i soldi per pagarsi le cure domani potrebbe non averli più. Abbiamo bisogno di una Sanità Pubblica e di un Pronto Soccorso aperto. Purtroppo qualcosa non funziona a livello regionale e locale. La giunta di Cuorgnè non è presente qui ma si tratta di una battaglia che va affrontata in modo preciso, compatto ed univoco. Non bastano gli slogan, ci vuole sostanza. Stiamo preparando una grande manifestazione per fine ottobre e saremo lieti di proporla ad un territorio sempre più arrabbiato sulla questione Sanità”.
La consigliera regionale DISABATO ha aggiunto: “Non riteniamo assolutamente condivisibile quanto indicato nello studio commissionato dalla giunta Cirio: il Canavese ha bisogno di un potenziamento della Sanità Pubblica, non della vendita dei presidi, come già sta avvenendo a Settimo. Sarebbe un ulteriore regalo ai privati e non possiamo permettercelo. Mentre si progettano nuovi ospedali sul territorio regionale, è incomprensibile che la Regione voglia svendere quelli che ci sono”.
La senatrice PIRRO ha incalzato: “Abbiamo assistito tutti, dalla pandemia in poi, ad un crescente bisogno di salute. Tutti abbiamo definito <eroi> i sanitari e e poi smantelliamo la Sanità Pubblica? Non possiamo affidare i servizi essenziali ai privati; dobbiamo invece rafforzare i presidi pubblici, incrementare le assunzioni, la formazione, i finanziamenti. E’ inutile che ci raccontino di aver aumentato di 2 miliardi di euro lo stanziamento per il Fondo Sanitario Nazionale perché, con l’inflazione che abbiamo, di milioni ne servono 7, 10 se non 15. Solo così potremo dare una risposta efficace alle richieste dei cittadini”.
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