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04 Marzo 2023 - 16:33
Missione umanitaria italiana e della Regione Piemonte nella Turchia sconvolta dal disastroso terremoto.
Ottanta sanitari che prenderanno servizio nell'ospedale da campo EMT-2 di Antiochia sono partiti oggi, dall'aeroporto di Caselle, sul velivolo dell'Aereonautica militari. Ad accompagnarli il presidente della Regione Alberto Cirio, l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il coordinatore della presenza dei sanitari piemontesi Mario Raviolo.
"Il Piemonte - ha detto Cirio alla partenza - è una regione che ha buona memoria, ricorda di essere stata aiutata quando aveva bisogno, come è successo nell'alluvione del '94, e quindi restituisce l'aiuto, va dove serve. Siamo partiti per la Turchia, ma andremmo - e andremo, in qualsiasi parte del mondo perché quando c'è bisogno di aiuto il Piemonte risponde 'presente!' Rappresentiamo il Piemonte, l'Italia - ha aggiunto Cirio - che ha messo a disposizione attraverso di noi questo ospedale da campo che è una grande eccellenza, un ospedale che rimarrà a disposizione della Turchia".
E' stata sottoscritta, questa sera ad Antiochia, l'intesa per la donazione dell'ospedale da campo Emt2 della Regione Piemonte che l'Italia ha dato alla Turchia. L'ospedale, uno dei 13 di questo tipo esistenti al mondo, è operativo da metà febbraio, ha curato quasi 3 mila persone e fatto nascere 22 bambini con un passaggio di circa 200 persone al giorno al pronto soccorso. La delegazione piemontese guidata dal presidente Alberto Cirio, con l'assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi e dal coordinatore della missione Mario Raviolo ha accompagnato 80 tra sanitari e medici che hanno dato il cambio al gruppo che era al lavoro nell'ospedale nelle scorse settimane.
"La squadra piemontese in Turchia - commenta l'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi - ha confermato nel concreto estrema professionalità e altrettanta generosità nel mettersi a disposizione di una missione tanto impegnativa quanto indispensabile per soccorrere la popolazione terremotata in condizioni disperate".
Da lunedì nell'ospedale da campo di Antiochia il personale sarà impegnato nell'attività di integrazione dei sanitari turchi che prenderanno in carico l'ospedale. "Contiamo che i nostri medici e sanitari restino in Turchia ancora un paio di settimane - spiega Icardi - ma se sarà necessario non avremmo difficoltà a reintegrare nuovamente l'organico, avendo ricevuto almeno altre 200 disponibilità di sanitari piemontesi volontari pronti a partire per Antiochia. La donazione dell'ospedale è un atto dovuto verso una popolazione che ha perso tutto. Grazie alla disponibilità della Protezione civile nazionale a rifinanziarlo, saremo presto in grado di disporre di un nuovo ospedale da campo da impiegare sui fronti di emergenza internazionali".
L'assessore alla Protezione civile Marco Gabusi ringrazia "tutti i volontari che in queste settimane stanno prestando servizio in Turchia, Il loro è un aiuto importante e un supporto prezioso a tutto il comparto sanitario. Sono state settimane difficili, ma sono arrivate belle notizie come la nascita di nuovi bimbi. Ed è bello sapere che la nostra Protezione civile è parte di questo processo di rinascita".
Mario Raviolo, coordinatore dei sanitari piemontesi ad Antiochia, conferma quanto quell'ospedale da campo sia assolutamente necessario: "La nostra è praticamente l'unica struttura ospedaliera della zona, insieme ad un'altra analoga americana, a 15 chilometri di distanza. Stiamo svolgendo assistenza sanitaria sia di emergenza sia ordinaria. C'è bisogno di tutto. Abbiamo un elevatissimo flusso di pazienti, costante, operiamo al massimo delle nostre possibilità, in condizioni estreme, ma siamo addestrati a farlo e il nostro personale lavora senza sosta, con risultati straordinari. La popolazione e le autorità turche ci hanno accolti a braccia aperte".
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