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Cronaca
05 Novembre 2025 - 12:42
Smantellato l’accampamento abusivo a Torino: «Una vittoria del decoro e della legalità»
Un’area dimenticata, trasformata nel tempo in una zona franca dell’illegalità, è stata finalmente sgomberata. Succede nel quartiere Barriera di Milano, nel tratto compreso tra corso Venezia e via Fossata, dove per mesi residenti e commercianti avevano denunciato una situazione fuori controllo. Una vera tendopoli abusiva sorgeva all’interno di una proprietà delle Ferrovie dello Stato, diventata nel tempo rifugio di spacciatori, tossicodipendenti e prostitute, teatro quotidiano di risse, fiamme libere e degrado.
Il racconto arriva da un post pubblicato sui social da Fratelli d’Italia, che ha seguito da vicino la vicenda e rivendica il risultato ottenuto dopo mesi di pressioni e segnalazioni: «Le sfide impossibili sono quelle che danno più soddisfazione. Ci troviamo nel quartiere Barriera di Milano, precisamente tra corso Venezia e via Fossata. Da tempo continuavamo a segnalare una vergognosa situazione presente all'interno di una proprietà di Ferrovie dello Stato, dove si era costituito un vero girone infernale», si legge nel messaggio.
Le immagini pubblicate a corredo del post mostrano baracche di fortuna, materassi, tende, cumuli di rifiuti e focolai improvvisati. Una scena che racconta la lunga convivenza tra disagio sociale e degrado urbano, in un’area già nota alle forze dell’ordine per episodi di microcriminalità. «Si erano costituite delle vere tendopoli — scrive ancora il gruppo — dove gli stessi bivaccavano e avevano costituito una sorta di residenza, all'interno di un'area privata. Ora finalmente quell’area è stata liberata».
Secondo quanto riferito dal partito, l’intervento è arrivato dopo mesi di esposti, denunce e continue segnalazioni al numero unico di emergenza, con il coinvolgimento diretto delle forze dell’ordine e del Comune di Torino. La proprietà ferroviaria, rimasta a lungo in stato di abbandono, era diventata punto di ritrovo per soggetti senza fissa dimora e per gruppi dediti allo spaccio. Lì, tra binari dismessi e cespugli incolti, era nato un accampamento permanente, invisibile solo a chi non voleva vedere.

«Come Fratelli d’Italia ci abbiamo sempre creduto — scrivono nel post — e questo è il risultato finale. Ora andiamo avanti per la prossima sfida». Il ringraziamento va in particolare al presidente provinciale del partito, Valerio Lomanto, e alle forze dell’ordine, definite “instancabili nel loro lavoro quotidiano per garantire sicurezza e decoro”.
L’area, precisano fonti locali, è stata messa in sicurezza e ripulita nelle scorse settimane, con un’operazione che ha visto la collaborazione tra Polizia di Stato, Polizia ferroviaria e Polizia municipale. L’intervento, atteso da tempo, ha restituito al quartiere un pezzo di territorio che per anni era stato lasciato al degrado. Ma non mancano le riflessioni sul futuro: la zona resta di proprietà delle Ferrovie e, senza un piano di recupero concreto, il rischio è che la situazione possa ripetersi.
Gli abitanti della Barriera, da tempo esasperati, parlano di una conquista attesa e necessaria, ma anche di un monito per le istituzioni. «Non è la prima volta che qui si formano insediamenti di fortuna — raccontano alcuni residenti — e finché non ci sarà un controllo costante, tutto può tornare come prima».
L’episodio, nel suo piccolo, racconta molto del conflitto urbano che attraversa Torino, dove zone periferiche come Barriera di Milano continuano a essere terreno di tensioni sociali e di scontro politico. La richiesta che arriva dal territorio è sempre la stessa: più presidio, più pulizia, più attenzione.
Il post di Fratelli d’Italia si chiude con toni di soddisfazione e con un messaggio che va oltre il singolo caso: «Ringrazio enormemente il nostro presidente Valerio Lomanto e le nostre forze dell'ordine, che con il loro incessante lavoro cercano di garantire ad ogni singolo cittadino il decoro e la sicurezza dovuta».
Ora, per Barriera di Milano, si apre una nuova fase: l’area bonificata potrà tornare a essere uno spazio utile alla collettività solo se sarà mantenuta sotto controllo e restituita a un uso pubblico o sociale, evitando che la stessa spirale di abbandono e degrado si ripresenti.
Dietro la soddisfazione per lo sgombero resta, dunque, una domanda aperta: quanto può durare la sicurezza se non segue una riqualificazione vera? Perché il decoro, in un quartiere che da anni lotta per la propria dignità, non si conquista solo con gli sgomberi, ma anche con politiche di inclusione e rigenerazione urbana.

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