AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
19 Dicembre 2025 - 21:31
C’erano anche loro, Cristina e Valentino Fresia a Impresa Viva. Di fronte alla domanda che cosa avrebbero fatto di diverso nella vita, lei ha risposto l’architetto, lui il giornalista. Un finale ironico, quasi spiazzante, per un evento che invece parla molto seriamente di impresa, territorio e futuro.
Impresa Viva è un racconto per immagini che sceglie di stare dentro le aziende, di attraversarle, di ascoltarle. Non uno spot patinato, ma un filmato costruito nei luoghi reali della produzione, con gli amministratori delegati chiamati a metterci la faccia e la voce. Il progetto è stato realizzato in occasione della Settimana della Cultura di Impresa di Confindustria ed è stato presentato durante la quarta edizione della Masterclass Cultura di Impresa di Unione Industriali Torino, diventando una sorta di sintesi visiva di ciò che significa oggi parlare di cultura industriale.
Cinque le aziende coinvolte, diverse tra loro ma accomunate da un forte radicamento territoriale: Baricalla, Fresia Alluminio, Costadoro, Covema e WittItalia. Cinque storie che raccontano altrettanti modi di fare impresa nel Torinese e in Piemonte, cinque mondi produttivi che vanno dall’economia circolare alla manifattura avanzata, dall’agroalimentare di qualità alla meccanica ad alta tecnologia.
Il filmato entra negli stabilimenti, nei reparti, negli uffici. Mostra macchinari, processi, persone. E soprattutto lascia parlare chi quelle aziende le guida. Gli amministratori delegati raccontano scelte, visioni, trasformazioni, senza nascondere le difficoltà. Ne emerge un’idea di impresa che non si limita al conto economico, ma che ragiona sul proprio ruolo sociale, sul rapporto con il territorio, sulla responsabilità verso chi lavora e verso la comunità.
Baricalla porta nel racconto il tema dell’economia circolare e della gestione dei rifiuti, un settore spesso invisibile ma fondamentale per la qualità della vita urbana. Fresia Alluminio parla di innovazione, sostenibilità e manifattura evoluta, mostrando come tecnologia e attenzione ambientale possano convivere. Costadoro intreccia impresa e identità torinese, raccontando una storia che parte dalla tradizione e si confronta con i mercati globali. Covema Vernici racconta il mondo delle vernici industriali, un settore in cui la ricerca, la qualità e la precisione dei processi produttivi fanno la differenza. WittItalia, infine, testimonia come l’industria possa essere presidio economico e sociale anche nei territori più periferici.
Dentro questo quadro, la battuta finale di Cristina e Valentino Fresia suona quasi come una chiave di lettura. Dietro ruoli, responsabilità e scelte imprenditoriali, restano le persone, con i loro sogni, le strade immaginate e poi cambiate. Lei architetto, lui giornalista: due vite possibili rimaste sullo sfondo, mentre al centro c’è un’azienda che cresce, investe e si misura ogni giorno con la realtà.
Impresa Viva funziona anche per questo. Perché racconta imprese che non si presentano come entità astratte, ma come organismi fatti di persone, decisioni, visioni e, a volte, anche di ironia. In un contesto spesso ingessato da numeri e slogan, quel finale leggero dice molto più di tanti discorsi solenni: l’impresa è una cosa seria, sì, ma resta profondamente umana. Insomma, viva davvero.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.