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La crisi della stampa cattolica rivelata in chiesa

Le Edizioni San Paolo rispondono alle critiche di Fra Martino: la scomparsa dei settimanali religiosi dalle chiese e le cause di una crisi senza precedenti

 La crisi della stampa cattolica rivelata in chiesa

Le Edizioni San Paolo hanno scritto al Direttore, lamentando che quanto scritto nell'articolo di Fra Martino, pubblicato su La Voce dell'8 luglio 2024, non corrisponda al vero, in particolare sull'affermazione che la presenza nelle parrocchie di Famiglia Cristiana sia in crisi, così come quella di Jesus. Che Famiglia Cristiana sia quasi sparita dalle parrocchie del Torinese e del Chivassese è una notizia che non ha bisogno di essere smentita.

Lo dicono i parroci, lo rendono evidente gli espositori in fondo alle chiese, dove un tempo il settimanale faceva bella mostra in più copie e non mancava di attirare qualche acquirente, e che oggi sono vuoti, così come sono sparite - e non rimpiazzate - le pie donne che vendevano il giornale alla porta del tempio.

Le cause sono molteplici e ne siamo ben consci: la desertificazione delle chiese, l'invecchiamento dei fedeli, la crisi della stampa e dell'editoria cattolica, l'uso ormai pervasivo dei social media, ma anche, ci sia consentito, la linea che ormai da anni connota il giornale fondato dal beato don Giacomo Alberione, quella di un cattolicesimo progressista - non solo politico - che è ormai minoritario nel Paese e che nella Chiesa, se pure gode, con questo pontificato, dei favori della gerarchia, è messo in discussione da ampie fasce di credenti che non lo condividono. Questi, oltre le statistiche, sono fatti verificabili, non opinioni.

Circa Jesus vale lo stesso discorso sulle cause della rarefazione della sua presenza, con la particolarità che il ceto intellettuale del cattolico colto e impegnato, al quale il periodico si rivolge, è oggi una figura sempre più marginale e autoreferenziale, e proprio sul tema della caduta verticale della presenza cattolica nella società e nella cultura, Avvenireha dedicato recentemente un vasto dibattito.

Basta recarsi comunque in qualche libreria del Gruppo per verificare quante copie del mensile giacciano invendute. Conosciamo molti preti, soprattutto giovani, che si rifiutano categoricamente di acquistare o sostenere un mensile che, secondo loro, è ideologicamente orientato e specchio di un cattolicesimo secolarizzato. Può non piacere, ma è così.

Non lo abbiamo fatto, ma potremmo parlare anche de La Domenica, il foglietto distribuito gratuitamente per seguire la Messa, edito dall'editoriale San Paolo. Esso ha ultimamente cambiato il tenore dei commenti alla Liturgia della Parola, meno intrisi di sociologismo o preoccupazioni solo terrene e più aperti al soprannaturale. Ma siamo a conoscenza di situazioni dove ciò non è bastato.

Lo abbiamo detto e lo ripetiamo. La chiusura di una libreria o la crisi dei giornali e dei periodici non sono belle notizie e ci rattristano, mentre temiamo che lo sviluppo dell'A.I. farà il resto.

Sul punto, abbiamo solo registrato fatti presenti in una realtà ecclesiale che conosciamo, ma che rientrano in una tendenza più generale. Anche molte gloriose pubblicazioni laiche non se la passano meglio.

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