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Per chi suona la campana
14 Luglio 2024 - 08:00
Padre Enzo Bianchi e Monsignor Edoardo Cerrato
Mentre si attende che il vescovo di Ivrea, così come avvenuto per il suo confratello di Novara, sia anche lui prorogato di un anno in vista del Giubileo del 2025, non si acquietano le voci sull'ipotesi di un accorpamento della diocesi eporediesecon quella di Biella.
Come modesti osservatori di cose ecclesiastiche, tendiamo ad escludere tale scenario. Per l'attuale pontefice, le ragioni storiche o di prestigio contano poco o nulla e il fatto che la fondazione di Ivrea risalga al IV secolo e quella di Biella al XVIII ancora meno. Semmai occorre tenere conto che Ivrea, episcopato vacante, sarebbe unita in persona episcopi a Biella, il cui vescovo, l'eporediese monsignor Roberto Farinella, diventerebbe, in siffatta ipotesi, vescovo di Ivrea e Biella o di Biella e Ivrea. La questione sembra nominalistica, ma non lo è.
Non va dimenticato che la diocesi di Ivrea è, in Piemonte, dopo Torino e Novara, la terza sia come popolazione sia come estensione, e che rispetto al deserto di Saluzzo, Asti o Pinerolo, Ivrea ha ancora un certo numero di preti attivi.
Fino a qualche anno fa, prima che il seminario fosse nei fatti chiuso e affidato alla cura dei guru del nulla, la situazione era diversa. Anche se non sono più i tempi di monsignor Albino Mensa, quando i preti diocesani erano quasi quattrocento e il seminario popolato da qualche decina di chierici.
Roberto Farinella
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L'ex priore di Bose, Enzo Bianchi, conosce da anni il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo II, che ha onorato recentemente con la sua presenza, per la festa di San Savino, la diocesi di Ivrea in cui ha sede la comunità della Madia, la "nuova Bose".
Ci si aspettava perciò di vederlo in duomo ad accogliere, insieme al vescovo diocesano, Sua Beatitudine e ascoltarne la parola.
Invece non si è visto. In compenso, è stato Bartolomeo a recarsi ad Albiano per benedire la nascente comunità e ricordare i vecchi tempi, quando fratel Enzo si recava al Fanar (la minuscola residenza patriarcale di Istanbul) insieme all'amico Alberto Melloni e, senza alcun mandato della Santa Sede, regnante il "cattivo" Giovanni Paolo II, intesseva quei dialoghi ecumenici che avrebbero portato alla celebrazione nel 2016 del concilio pan-ortodosso di Creta, poi fallito, perché il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo I, insieme ai patriarchi di altre Chiese, rifiutò di parteciparvi, con grande delusione dello stesso Bianchi.
Il conferimento da parte di Bartolomeo dell'autocefalia alla Chiesa ortodossa d'Ucraina, sempre nello stesso anno, ha determinato la rottura della comunione e il ritiro di Mosca da tutti i dialoghi.
L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha poi fatto il resto.
Ricordiamo quando Enzo Bianchi, a nome della comunità di Bose, espresse al patriarca Cirillo, appena dopo la sua elezione nel 2009, "la più profonda gioia e il ringraziamento al Signore".
Chissà se durante la visita ad Albiano, fratel Enzo avrà spiegato - almeno a lui! - cosa sia successo di tanto grave nel 2020 per essere egli, con decreto singolare approvato dal papa, allontanato da Bose? Ah, saperlo...
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci raccontAà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non sarà una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen
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