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Per chi suona la campana?

Cerrato e la “mafia di San Gallo”

Alcuni lettori ci hanno chiesto di parlare del vescovo Edoardo Cerrato che tra un anno, a 75 anni, si congederà

Cerrato e la “mafia di San Gallo”

Edoardo Cerrato

Alcuni lettori ci hanno chiesto di parlare del vescovo Edoardo Cerrato che tra un anno si congederà – compiendo i 75 anni - dalla diocesi di Ivrea.

Lo faremo  diffusamente prossimamente ma comunque qualche cenno appare opportuno. Quando nel 2012 fu annunciata la traslazione di monsignor Arrigo Miglio all’arcidiocesi metropolitana di Cagliari e, contemporaneamente, la nomina del suo successore nella persona del procuratore dei Padri dell’Oratorio (Filippini), padre Edoardo Cerrato, eravamo in una altra epoca della Chiesa.

Regnava papa Benedetto XVI e si pensava che, sia pure con fatica il suo pontificato sarebbe ancora durato a lungo e così la sua linea che era quella di accordare fede e ragione e di porsi di fronte al mondo non in atteggiamento di sfida ma nemmeno di subalternità con l’unica pretesa – già questa insopportabile per la modernità – di annunciare Cristo unico e necessario salvatore di tutti gli uomini. 

Padre Cerrato sembrava il candidato giusto per imprimere questa direzione anche ad Ivrea e chiudere cosi – dopo la parentesi di Miglio, molto più «restauratore» di quanto si creda – la lunga stagione bettazziana segnata dalla sovraesposizione extradiocesana e da una biografia che ne ha fatto uno dei campioni del progressismo cattolico. Compito non facile ,al quale comunque il neo-vescovo si mise d’impegno. Dotato di una affabilità innata e di un ricco profilo spirituale da vero figlio di S. Filippo Neri, per comprenderne il suo programma  occorre leggere i suoi scritti in cui, se forse difetta la teologia, vi sovrabbonda una vera passione per il Vangelo sine glossa. Ma se la sua nomina suscitò l’entusiasmo dei preti giovani, insospettì la forte ed egemone ala degli anziani legata alla visione mitica della «primavera conciliare» e che si pose fin da subito «contro».

Monsignor Luigi Bettazzi

Pochi mesi dopo, ed esattamente il 13 febbraio 2013, Benedetto XVI si dimetteva inopinatamente dal pontificato e vi ascendeva Francesco, avvenimenti questi che monsignor Bettazzi aveva preconizzato – nell’incredulità generale – poco tempo prima. Il nuovo papa, alla cui elezione aveva contribuito la “mafia di S.Gallo” - ribaltava la linea del predecessore mettendosi in continuità con il primo Paolo VI: pauperismo, terzomondismo, teologia della liberazione, preponderanza dei temi sociali etc.

Da questo momento, Cerrato perdeva la sua spinta propulsiva e diventava per molti aspetti, come tutti vescovi nominati da Ratzinger, un «sorvegliato speciale». I bettazziani iniziavano così una  battaglia sorda e implacabile contro chi aveva potuto pensare che ad Ivrea si potesse «tornare indietro» e si dice che, in particolare sul fronte della formazione, siano arrivati dall’alto al vescovo alcuni inequivocabili segnali e messe in guardia. 

Questo fatto ha accentuato ancor di più la sua innata prudenza, quasi paralizzandone l’azione di governo. Tuttavia egli, da vero uomo di Chiesa obbediente in tutto al Papa, ha continuato in quello che è infine il primo compito del vescovo: annunciare Cristo in tutte le occasioni. Per comprendere  e per capire chi è il vescovo Cerrato bisogna allora ascoltare  le  catechesi  che egli dispensa senza risparmio ai fedeli su youtube dalla cappella dell’episcopio quasi quotidianamente  e dove commenta e spiega il Vangelo del giorno. Altri aspetti alle prossime puntate.

Il gruppo di San Gallo o Mafia di San Gallo fu un gruppo informale di prelati di alto rango e riformisti che si incontravano ogni anno a gennaio vicino a San Gallo, in Svizzera, per scambiarsi liberamente idee su questioni ecclesiastiche. Monsignor Ivo Fürer, l'ospite del gruppo, lo definì un Freundeskreis ("una cerchia di amici"). Essendo un gruppo informale, non aveva un nome ufficiale. Gruppo di San Gallo è quello che alcuni dei suoi membri gli hanno dato nelle loro agende e il nome è diventato pubblico dopo un capitolo completo ad esso dedicato nella biografia del cardinale Godfried Danneels, pubblicato dagli storici della Chiesa Karim Schelkens e Jurgen Mettepenningen nel 2015. Nomi alternativi sono "mafia di San Gallo" e "club di San Gallo"

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* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen

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