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Per chi suona la campana

Congedarsi

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Luigi Bettazzi

 Nello  scorso numero del nostro giornale si è dato conto  dato dello  show del vescovo emerito di Ivrea, l’inclito ed immortale monsignor Luigi Bettazzi,  il quale, venuto a Chivasso per parlare di pace, ha suscitato applausi a scena aperta, sia per la sua venerabile età e  invidiabile longevità sia, soprattutto, per la brillante esposizione della tesi esposte. Oltre alla condanna morale della guerra,  a livello pratico, la sua  proposta di fondo è quella di una forza di interposizione affidata all’ONU che dovrebbe porsi in mezzo ai due belligeranti – Russia e Ucraina - al fine di indurli  a smettere e  a fare la pace. A parte l’impraticabilità di superare il veto che ad una simile mozione verrebbe opposto dalla Russia al consiglio di sicurezza, va ricordato che nella Carta dell’ONU viene sancito il  diritto di autodifesa degli aggrediti e che, in caso di veto, occorre supportare tale diritto. E quello che in sede UE e NATO si sta  facendo.

Il pacifismo radicale di monsignor Bettazzi e dei suoi epigoni - che rimane pur sempre  una posizione generosa e nobile – appartiene al mondo dell’utopia, come lo stesso «vescovo rosso» ha riconosciuto. Diceva il padre Henri de Lubac – uno teologi più importanti del Novecento (1896- 1991) - che non vi è nulla di meno cristiano del pensiero utopico, generatore di ogni totalitarismo. E’ stato poi recentemente ripubblicato il libro di Emmanuel Mounier (1905-1950), «I cristiani e la pace»  in cui il filosofo cattolico francese – precursore del Concilio Vaticano II – sostiene che per il cristiano sono sempre da percorrere, fino all’ultimo, soluzioni multilaterali e non violente, ma che quando si incontrano volontà di potenza e sopraffazione non si potrà  cedere  a forme di resa ma accettare  di resistere, scelta sempre imperfetta e non priva di gravi contraddizioni.  Perché,  a volte, bisogna scegliere tra  mai più la guerra e mai più Auschwitz.  

Ma non è questo che vogliamo segnalare  in questa nota  perché, in fondo, sui grandi temi della pace e della violenza le opinioni sono molteplici e multiformi. Alcuni giorni dopo la performance bettazziana, ed esattamente lunedì 27 marzo,  il Santo Padre – per il  cui pronto ristabilimento  preghiamo - ha  ricevuto in udienza i  vescovi e i seminaristi della Calabria con i loro superiori  ed ha pronunciato un importante allocuzione piena di spunti e di inviti alla veracità della vocazione sacerdotale,  che «non deve ricercare la gloria umana e il benessere personale», esortando poi i vescovi  ad avere a cuore la formazione dei futuri preti. Infine - a sorpresa- si è rivolto anche ai vescovi emeriti: “E voi, vescovi emeriti, non fate mancare nel silenzio e nella  preghiera il vostro sostegno. Dico nel silenzio e nella preghiera perché, quando un Pastore ha concluso il proprio mandato, emerge il suo profilo spirituale e il modo in cui ha servito la Chiesa : si vede se ha imparato a congedarsi «spogliandosi… della pretesa di essere indispensabile (Lett. Ap. Imparare a congedarsi) oppure se continua a cercare spazi e a condizionare il cammino della diocesi. Chi è emerito è chiamato a servire con gratitudine la Chiesa nel modo che si addice a questo suo stato. Non è facile congedarsi; a tutti è richiesto uno sforzo per congedarsi. Ho scritto una lettera sull’argomento che incominciava con queste parole “Imparare a congedarsi”, senza tornare a ficcare il naso, imparare a congedarsi e mantenere  e mantenere quella presenza lontana, per cui si sa che l’Emerito è lì ma prega per la Chiesa, è vicino ma non entra nel gioco. Non è facile. E’ una grazia dello Spirito Santo imparare a congedarsi.”. 

Sì, non è facile per nessuno lasciare la scena, non lo è per i politici, per i dirigenti, per i professionisti, per i giudici, per i giornalisti e per tutti coloro che hanno avuto posti di responsabilità accompagnati da visibilità, prestigio, influenza  e che spesso aborrono come la morte precipitare  nel cono d’ombra dell’anonimato. Non è facile nemmeno per gli ecclesiastici di ogni genere, parroci, vescovi e  cardinali,  compresi – come avvenuto a  Bose -  i superiori di comunità religiose.  Specie quando si è  entrati nel mito,  da se stessi costruito o da altri edificato. 

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen

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